Alessandro Trocino, Corriere della Sera 12/12/2012, 12 dicembre 2012
«HO CONVINTO SILVIO CHE IL GOVERNO MENTE» —
«In 13 mesi ho preparato 238 slide di Power Point, facendo le pulci a tutto quello che faceva il governo: non ho mai ricevuto una sola smentita. Berlusconi ha seguito il mio lavoro, l’ha studiato, metabolizzato. E poi si è convinto che non si poteva continuare con Monti». Renato Brunetta da mesi lavora come un martello pneumatico contro il governo. Con una squadra di giovani dell’università, ha messo in piedi una task force che ha sfornato una newsletter al giorno. Comunicati di fuoco, pieni di dati, grafici e tabelle ma anche giudizi pesanti sul governo: «balle spaziali», «falsità gigantesche», «terrorismo facile», «caccia alle streghe».
Eppure questo esecutivo l’avete sostenuto anche voi.
«Ha ragione, ma io sono stato contrario sin dal primo giorno. All’epoca ero in minoranza, per fortuna ora le opinioni sono cambiate. Sostenere Monti non è stata solo una cosa assolutamente sbagliata, ma anche spaventosamente negativa per il Pdl e per l’Italia».
Dice Berlusconi che dello spread non gli importa nulla. L’ha convinto lei? Lei ha un ufficio a Palazzo Grazioli, due piani sopra il Cavaliere.
«Berlusconi lo ha definito un grande imbroglio, proprio il titolo del mio libro. Ci parliamo quasi tutti i giorni e l’ho convinto. Del resto due premi Nobel gli hanno detto lo stesso».
Cosa ha scoperto studiando?
«Che tutto comincia per causa della Deutsche Bank che, oppressa da titoli tossici, ha venduto otto miliardi di titoli di debito pubblico italiano».
Monti ha cercato di rimediare alle speculazioni.
«Se analizziamo gli ultimi dodici mesi delle aste di Monti con gli ultimi cinque di Berlusconi, i peggiori, viene fuori che il rendimento medio ponderato di Monti supera quello di Berlusconi di un terzo di punto. Solo il 30 per cento dello spread dipende dalle politiche di un Paese».
Lei tende a svalutare il problema spread: ma forse qualche guaio ce lo ha causato, no?
«Si è detto che Monti lo ha fatto diminuire, ma non è vero, è stata la Bce. E dicendo che erano a rischio gli stipendi dei dipendenti, Monti ha detto una falsità colossale che mi ha fatto andare fuori dalla grazia di Dio. La tempesta del 2011 ci è costata 4,5 miliardi, mentre gli stipendi ammontano a 175 miliardi di euro all’anno. A fine anno faremo una conferenza stampa per una grande operazione verità».
Ci sarà Berlusconi?
«Glielo proporrò. Come fai a presentarti alle elezioni se accetti di essere considerato come quello che ha portato il Paese sull’orlo del baratro? L’Italia non si può reggere sull’imbroglio».
Molti sostengono il contrario: che sia Berlusconi ad averla imbrogliata, con il suo ottimismo di facciata.
«Falso. Lo dimostrano i 260 miliardi di manovre fatte da lui contro i solo 60 di Monti».
Con Tremonti, dicono, non si parla più da un anno.
«Mi ha chiamato 15 giorni fa per complimentarsi per un articolo che avevo scritto».
Quindi è pace?
«Sono un po’ incazzoso, ma ho un buon carattere. Gli riconosco una buona intelligenza».
Lo accetterebbe ancora come ministro, dopo tutti i litigi?
«Rispetto ai litigi tra i ministri tecnici, i nostri erano roba da educande».
Ha fatto arrabbiare molti sostenendo che non riesce a pagare l’Imu.
«Ho solo detto che se un reddito alto come il mio fa fatica a pagare la seconda rata, figuriamoci gli altri. Ho proprietà e mutui. Avevo fatto i conti sulla base del mio reddito fisso e così ho dovuto farmi prestare i soldi dalla banca. Chi si indigna è un ipocrita e un sepolcro imbiancato».
Nei sondaggi andate male. Pensa ancora a un’alleanza con la Lega?
«Certo. Spesso i sondaggi ci hanno dato in difficoltà e abbiamo vinto. Dall’altra parte ci sono Bersani e Vendola: ho parlato con un ambasciatore europeo ed era molto più preoccupato di loro che di Berlusconi e Maroni».
Alessandro Trocino