Flavia Amabile, la Stampa 12/12/2012, 12 dicembre 2012
SCHICCHI, FUNERALI IN CHIESA TRA PORNOSTAR E COMUNIONE
Le rivoluzioni, a volte, si fanno anche così, davanti a meno di cento persone, senza che nessuno se l’aspetti, e forse senza nemmeno rendersene conto. Quello andato in scena ieri mattina sul pulpito della chiesa dei SS. Pietro e Paolo all’Eur, capolavoro della migliore architettura fascista e sede dei funerali di Riccardo Schicchi, è stato un vero omaggio alla pornografia, il primo mai pronunciato all’interno di un tempio cattolico,
Lo si potrebbe considerare la rivincita politica di Ilona Staller, che per i partiti ha sempre avuto una vera passione anche se tutti in passato l’hanno giudicata soltanto un giocattolino nelle mani di Pannella che la portò alla Camera facendola eleggere - lei, una pornostar - nelle liste radicali, o di Schicchi con cui fondò il Partito dell’Amore quasi quindici anni prima di Berlusconi.
Lo si potrebbe considerare il canto del cigno di un mondo che ha popolato i sogni di molti italiani ma che sa anche di essere stato travolto da stuoli di Olgettine e veline che hanno modificato l’immaginario maschile e retrocesso loro a puro antiquariato. Né potrebbe essere altrimenti a osservare i volti di quelle che un tempo erano dee che oggi nessuno si volterebbe mai a guardare in strada Eva Henger, l’ex moglie da cui Schicchi ha avuto due figli, è ancora bellissima ma sulle altre il tempo ha lasciato i suoi segni impietosi e incancellabili.
Parla al passato, infatti, Ilona Staller quando sale sul pulpito alla fine della cerimonia ma le sue parole sono un pugno dritto contro chiunque abbia dimenticato. Parla di lei e di Schicchi, e di quello che hanno fatto insieme. «Abbiamo fatto tanta poesia, si può dire, perché anche se era erotismo e pornografia , per noi era poesia». Ma non è tutto, stretta in un corpetto leopardato, Ilona Staller conclude: «giocherellando, abbiamo fatto quello che, magari, tantissime persone hanno paura di fare».
Prima di lei dal pulpito aveva parlato Rocco Siffredi, insieme con Schicchi il nome maschile più famoso delle luci rosse made in Italy. «Mi dicono che ho fatto sdoganare il porno, ma io non ho fatto sdoganare proprio nulla. Riccardo ha iniziato ed è grazie a lui se sono qui e se sono quello che sono», spiega.
Il primo a prendere la parola era stato un altro amico e collega di lavoro di Schicchi, Pasquale Bruno, si avvicina al microfono con l’aria emozionata. «Riccardo è stato una persona eccezionale, ha fatto lavorare tante persone, tanti ragazzi in questo mondo che è un mondo pulito, molte persone pensano che sia chissà che ma è l’opposto e ci ha dato tante soddisfazioni».
L’ultimo è Gabriele Paolini, il profeta del condom per le sue battaglie a favore dell’uso del preservativo che nelle alte sfere vaticane non è molto ben visto. Ce l’ha con la politica, lui. Avrebbe voluto una presenza istituzionale perché «ha cambiato il costume italiano».
L’unico a misurare un po’ di più le parole è il parroco, padre Francesco Bartolucci. Durante l’omelia si limita a chiedere «al Signore che apra le sue braccia a Riccardo» e che gli mostri la sua «bontà paterna». Si lascia un po’ prendere la mano, però, perché aggiunge «perché ciò che è stato nella vita sia un premio per il Cielo».
È stata l’anziana mamma a chiedere a padre Francesco un funerale per il figlio nella parrocchia storica della famiglia. «Schicchi non l’ha mai frequentata», ammette il parroco che però precisa di essere lì da tre anni. Ma a considerare giusta la scelta di n funerale in chiesa sono in tante, come tante sono quelle che fanno la fila per la comunione, da Cicciolina a Eva Henger.
È l’una quando la cerimonia finisce. Le sue donne e i suoi uomini si stringono un’ultima volta intorno a Schicchi. Ma di fronte a una domanda su Berlusconi Ilona Staller non si tira indietro: «Con noi tutti gridavano allo scandalo, ma politici fanno sesso a volontà e portano le donne a palazzo Grazioli. La differenza? Che noi facciamo tutto alla luce del sole. Gli altri si nascondono».