Luigi Grassia, TuttoScienze, La Stampa 12/12/2012, 12 dicembre 2012
LA TOMBA MALEDETTA DI QIN
Se avete visto il film «Hero» (2002) vi siete già fatti un’idea del personaggio di Qin Shihuang, cioè del capo militare che nel III secolo avanti Cristo si è dato la missione di unificare i regni cinesi in un unico impero, e ci è pure riuscito, ma facendo scorrere un oceano di sangue. Poi Qin ha cinto il suo dominio con la costruzione della Grande Muraglia. E infine si è predisposto una tomba monumentale, a cui fa la guardia il famoso esercito di terracotta, un’armata fantasma di 7 mila guerrieri con armi, cavalli e carri da guerra. La novità è che nei pressi del tumulo sepolcrale di Xian sono stati scoperti i resti di un palazzo imperiale molto esteso (690 metri per 250), la cui pianta, sia pure su scala minore, «ha fatto da modello alla Città Proibita di Pechino», secondo l’archeologo Sun Weigang. Con questa scoperta Qin Shihuang si conferma come l’uomo che ha forgiato la Cina in tutti i suoi elementi costitutivi: l’unità politica, la Muraglia e gli stili artistici e architettonici. E alla Cina ha dato pure il nome, visto che Qin si pronuncia «cin» (e da qui Cina).
Sulla carta questo personaggio dovrebbe essere più famoso di Alessandro Magno, Cesare Augusto e Gengis Kahn messi insieme, perché la Cina è l’unico dei grandi imperi a essere durato nei millenni fino a oggi (e restando per quanto possibile uguale a se stesso fino a tempi recenti). Un lascito durevole, quello di Qin. E invece fuori dalla Cina non è che sia proprio famosissimo, e dentro ai confini del suo Paese è esecrato come tiranno sanguinario, per quanto gli si renda merito di aver svolto il lavoro sporco ma necessario di unificare il Paese.
Alla sua leggenda nera non manca (ovviamente) l’elemento fondamentale, cioè la tomba maledetta (oltreché misteriosa). La camera sepolcrale di Qin, a cui fa la guardia l’esercito di terracotta, è ancora inesplorata, e per dei buoni motivi. Si teme di danneggiarla con uno scavo affrettato. E poi, secondo gli storici cinesi antichi, è stata costruita con una serie di trappole che possono fare molto male. Per esempio, gli antichi libri riferiscono di macchine irte di frecce pronte a scattare contro gli intrusi. Ma dopo più di 2 mila anni funzioneranno ancora? Uno studioso cinese di oggi, Guo Zhikun, ritiene che sia possibile: «A Xian abbiamo trovato frecce ricoperte di zinco cromato con ottime tecniche di fusione, che le hanno protette dalla corrosione. È probabile che i meccanismi di lancio siano altrettanto ben preservati». E fra altre cose c’è la minaccia del mercurio, riscontrato in forti quantità nel terreno del mausoleo: il mercurio e alcuni suoi composti erano considerati simboli di immortalità e nella camera mortuaria ce ne sarebbero taniche piene. I loro vapori, anziché regalare l’immortalità, potrebbero avvelenare i malcapitati Indiana Jones locali.