Carolin Schober, ItaliaOggi 12/12/2012, 12 dicembre 2012
BERSANI, LO SPREAD FA PAURA
[Ecco perché è necessario dialogare con la Germania] –
Lo spread che torna a essere un incubo per l’Italia, la mancanza di crescita, misure per dare lavoro e attenuare la recessione. Se fosse già premier queste sarebbero le prime preoccupazioni del segretario del Pd. Di una cosa è convinto Pier Luigi Bersani: «La sola austerità non può bastare», dice in una intervista andata in onda ieri alle 19 su Class Cnbc (Sky 507) e alle 19.30 all’interno del programma Punto e a Capo, su Class TV Msnbc (canale 27 digitale terrestre) e visibile anche sui siti di ItaliaOggi e di Milano Finanza.
Domanda.
Onorevole Bersani, in merito ai commenti fatti dall’onorevole Silvio Berlusconi questa mattina (ieri per chi legge, ndr) sul fatto che gli spread non lo preoccupano e che Monti è germanocentrico, lei cosa ha da dire?
Risposta. Penso che siano stupidagini. Ritengo che lo spread sia preoccupante e che certamente sia necessario discutere con la Germania da amici, da pari a pari ma in modo amichevole.
D. Lei dice che lo spread è un fattore che preoccupa. A tale proposito, secondo lei il rialzo del differenziale Btp/Bund che si è verificato all’apertura dei mercati di lunedì mattina è un fattore preoccupante?
R. Si, ma penso che possa essere risolto e affrontato. Certamente non può essere sottovalutato e quindi richiede da parte di tutti, in Italia, dei comportamenti molto attenti e coerenti.
D. Lei attualmente è il candidato della sinistra, nonché il favorito nei sondaggi. Se lei venisse eletto, continuerà con le misure di austerity intraprese da Monti negli ultimi tredici mesi o possiamo aspettarci qualcosa di diverso?
R. Io sono candidato di una formazione di centro sinistra, che è la forza più europeista che ci sia in Italia e che ha portato l’Italia nell’euro. Non si può dubitare dell’europeismo del mio partito e del mio schieramento. Saremo certamente coerenti con gli impegni che abbiamo preso con l’Europa, ma cercheremo assieme agli altri partiti progressisti, di migliorare la politica europea perché non siamo convinti che la sola austerità possa bastare.
D. L’economia italiana deve affrontare dei grossi problemi. Abbiamo visto che il Pil stimato per l’anno prossimo è in caduta del 2,5%. Le misure introdotte da Monti hanno fatto crescere la sua popolarità. Lei può giustificare l’andare avanti con queste misure di austerity?
R. Queste misure sono necessarie, ma bisogna accompagnarle con altre politiche più favorevoli alla crescita. Intanto tutta l’Europa si avvia verso un percorso di recessione se non cambiano alcune politiche e quindi bisogna che il vecchio continente consenta dei margini di investimento per dare lavoro e attenuare la recessione. Si deve fare qualcosa in questo senso anche in Italia, perché senza contrastare la recessione anche i conti pubblici non possono essere in equilibrio.
D. Più specificamente lei ha intenzione di portare avanti un implementazione della Tobin Tax?
R. Credo che a livello europeo si debba fare assolutamente una Tobin Tax e che ci possano essere dei meccanismi per mettere in comune la gestione di una parte del debito, ottenendo un abbassamento dei tassi. Ritengo, inoltre, che ci possano essere dei Bond europei finanziati a livello europeo per investire in settori tecnologici, strategici e in infrastrutture e ricerca. Penso, infine, che ci possano essere molti strumenti che l’Europa potrebbe allestire per tronare ad essere protagonista della crescita e non un problema per il Mondo.
D. Se il suo partito vincesse le elezioni, cosa può aspettarsi l’Europa in termini del rapporto del vostro partito di centro-sinistra?
R. L’Europa ci conosce, conosce nomi come quelli di Ciampi, Prodi, Amato, D’Alema e Visco. Tutti grandi europeisti che hanno governato, dando una mano alla costruzione europea. L’Europa quindi sa che da noi verrà un presidio, un rafforzamento del progetto europeo e di questo credo che nessuno in Europa possa dubitarne.
D. Qualora doveste vincere le elezioni, la Camera dei deputati sareste in grado di controllarla con la vostra maggioranza, ma al Senato sembra più problematica. Come intendete poter governare con uno scenario cosi’?
R. Penso che faremo bene anche al Senato, francamente e ritengo che non ci sarà un problema numerico. Tuttavia, noi sappiamo di dover avere una politica aperta e ci rivolgeremo a formazioni di centro europeiste, costituzionali, che siano contro il populismo di Berlusconi e della Lega.
D. Se fino ad ora la posizione di Monti è stata abbastanza vaga sul suo futuro ruolo in politica, secondo lei quale dovrebbe essere?
R. Per come Monti si è presentato al mondo e ha raffigurato l’immagine dell’Italia, sarebbe buona cosa che Monti si tenesse fuori dalla contesa per vedere poi quale potrebbe essere un suo ruolo negli anni prossimi. Però, Monti deciderà liberamente e se decidesse di mettersi nella contesa politica avrà comunque sempre il nostro rispetto.
D. Alcuni direbbero che i problemi italiani degli ultimi vent’anni sono stati la mancanza di crescita e di produzione e questo ci fa pensare che non ci sia un candidato in grado di togliere questa medicina amara.
R. Le medicine non sono tutte amare, alcune lo sono altre no. L’Italia cresce poco per dei problemi di carico amministrativo, di burocrazia, di scarsità di risorse per l’innovazione e per la ricerca. In realtà l’Italia ha risorse enormi e ha una capacità di fare prodotti che il mondo vuole per qualità, per specializzazione e per gusto e quindi ci sono medicine amare, ma anche qualche buona medicina che dovrà essere data all’Italia per valorizzare la sua capacità di fare e di produrre e trasformare. Su questo voglio impegnarmi.