Carlo Tecce, il Fatto Quotidiano 12/12/2012, 12 dicembre 2012
LA LUNGA TELEMARCIA DEL PROFESSORE
Questa battuta, un anno fa, non l’avrebbe mai fatta: “Non capisco perché ci debba essere un interesse per il futuro di una persona ormai anziana”. Il 69enne Mario Monti scherza a Uno Mattina e scardina un sorriso che di solito non emana naturalezza. Il pubblico di RaiUno, in quel preciso momento, ore 9 e spiccioli, è soprattutto anziano. Il professore ci riprova, e snocciola aneddoti: “A scuola il mio nipotino più piccolo viene chiamato spread”, e ancora quel sorriso, il solito, poco naturale, si gonfia come un titolo in Borsa. Signori, il nuovo Mario Monti: un po’ politica e un po’ istituzione. Molto presente e molto disponibile: colloqui ai quotidiani, interviste in televisione, comunicati a raffica. La passione è un classico: la conferenza stampa, le domande dei cronisti, le risposte più o meno improvvisate. L’agenda Monti, esauriti i decreti salva o cresci Italia, prevede tre conferenze stampa in dieci giorni: due a Bruxelles per il Consiglio europeo, domani e venerdì; una il 21 a Palazzo Chigi per il bilancio di fine anno (quasi a reti unificate, diretta Rai, Sky, La7 e forse Mediaset). E poi l’ultima o la prima dichiarazione ai cronisti per svelare i programmi futuri: “Questa settimana è dedicata ai temi europei. Quando la legge di Stabilità sarà approvata e le Camere saranno sciolte, il presidente vi farà sapere cosa farà ancora per il Paese”, spiegano fonti ufficiali di Palazzo Chigi.
A PROPOSITO di agende, c’è un secondo quaderno che riassume le possibili apparizioni in televisione, che spaziano da Porta a Porta a Ballarò passando per i telegiornali. Prima di affrontare la campagna elettorale, in veste d’ispiratore e garante per i mercati (e le cancellerie europee), il professore organizza la squadra. La parte istituzionale sarà curata sempre da Betty Olivi, portavoce dai tempi di Bruxelles; mentre i testi più politici saranno scritti da Stefano Grassi, già collaboratore di Monti e oggi funzionario a Palazzo Chigi, ricercatore in politica e diritto internazionale alla Scuola superiore Sant’Anna di Pisa. Il tratto di Grassi s’intravede nei passaggi più graffianti, che qualche settimana fa non avrebbero inciso sul linguaggio lineare del prof: “In campagna elettorale c’è la tendenza a presentare soluzioni magiche per seguire gli istinti un po’ viscerali dei cittadini anziché proporre un programma per il loro futuro”. A chi si riferisce? E ancora, un mantra di questi giorni: “Gli italiani non sono sciocchi”. Il bocconiano Monti sta per cambiare abito, ma prima di rimuovere il loden, raccontano da Palazzo Chigi, vuole rivendicare il merito di aver messo l’Italia al sicuro. E che senza il prof, l’Italia al sicuro è un’utopia.