Piero Negri, la Stampa 12/12/2012, 12 dicembre 2012
L’OMBELICO DEL MONDO È NEI DETTAGLI
Ogni giorno una fotografia, per un anno intero: quattro stagioni, diverse città, infinite storie racchiuse in un dettaglio, spesso visto di lato, catturato quasi per sbaglio. Francesca Valiani ha pubblicato le foto contenute in «Tutti i giorni» (Skira, pp. 224, € 28,00) prima sul sito di suo marito, Lorenzo Cherubini, più noto come Jovanotti (www.soleluna.com) e ora le raccoglie in un libro, con didascalie brevissime, spesso composte da una sola parola. Sono foto perlopiù scattate con il cellulare, con i cellulari di oggi, che per definizione portiamo sempre con noi e che hanno una qualità superiore a quella delle prime macchine digitali, e perciò sono macchine strepitose per produrre immagini, e immaginario, con il materiale quotidiano della realtà.
Sono oggetti visti per strada, incontrati per caso, oppure soggetti ben noti alla fotografa - il marito, appunto, la figlia, amici - ma sempre raccontati attraverso un particolare, un gesto, un riflesso, un’ombra. «A un concerto io vedo la gente di fronte a me come fosse una cosa unica, una grande onda, una presenza con la quale mettermi in relazione, lei vede la scarpa da ginnastica di una ragazza in prima fila appoggiata alla transenna, che ha un fiorellino disegnato sopra con un pennarello, che racconta qualcosa di lei, di quella ragazza», scrive Jovanotti nell’introduzione al libro, e trae da esempi come questo lo spunto per ridefinire ancora una volta i due sguardi che lanciamo sul mondo, quello maschile e quello femminile. Le immagini di Francesca Valiani, scrive ancora lui, fermano un tempo «che è la sostanza stessa dell’essere femminile, e che in queste foto mi parla, mi commuove e mi accoglie senza consolazioni, mi mostra quello che mi sono perso, ma che qualcuno ha tenuto per me, al mio ritorno».
E l’effetto che il libro fa un po’ a tutti, non solo a chi ha un rapporto così personale con l’autrice delle immagini. È questa, naturalmente, è la magia della fotografia, che quando è bella, quasi ti costringe a costruire una storia intera a partire da poche e (fortunatamente) incomplete informazioni. Perché quel bambino indossa un costume rosso e chi è l’adulto che l’accompagna? Perché qualcuno sta stampando in serie immagini in bianco e nero del volto di Jovanotti? Dettagli, scorci, particolari che potrebbero anche sembrare insignificanti e cheinvece, colti dallo sguardo giusto, diventano rivelatori. Perché la questione sarà sempre quella, anche quando le macchine saranno incorporate in noi e non sarà neppure necessario muovere un dito per scattare una foto, sarà sempre, come è ora, una questione di sguardi.