VARIE 12/12/2012, 12 dicembre 2012
APPUNTI PER GAZZETTA - BERLUSCONI PARLA ALLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI VESPA
CORRIERE.IT
«Vuole la risposta di ieri sera, di stamattina, di oggi a pranzo, o di oggi pomeriggio?». Con questa battuta Silvio Berlusconi ha risposto a Bruno Vespa che, alla presentazione del suo libro «Il Palazzo e la Piazza» al Residence Ripetta a Roma, gli chiedeva se si candiderà per la sesta volta a premier.
DIPENDE... - Per rispondere Berlusconi da lontano: «Feci un passo indietro dal Governo per riportare Casini tra i moderati. Avevo pensato di non candidarmi premier per amor di patria. Se fai un passo indietro io sarò con i moderati mi disse Casini che ha un complesso verso di me, ed io feci un passo indietro e Alfano divenne segretario. Ci aspettavamo il ritorno di Casini, ma questo non avvenne. Casini ha continuato a dialogare con la sinistra. Io ho sempre mantenuto la coerenza guardando all’interesse del Paese. Ma caduto il motivo per cui ho fatto un passo indietro, ho accettato su richiesta dei miei di essere disponibile a un’eventuale candidatura, ma sono disposto anche a fare solo il leader del partito. Non ho nessuna ambizione personale con la storia che ho alle spalle. Sono a disposizione se serve nell’interesse del Paese e dei moderati. Il mio ruolo dipenderà da come evolvono le cose», ha spiegato.
MONTI - Conclusione: «Non credo che Monti accetti di diventare uomo di parte o di partito, non gli converrebbe. Ma se lo ritenesse opportuno, i moderati potrebbero rivolgersi a lui, io in passato lo proposi come federatore dei moderati. In quel caso io mi occuperei della mia formazione politica. Però non credo che Monti accetti di diventare uomo di parte. Se Monti cambiasse idea per quanto mi riguarda non avrei nessuna problema a ritirare la candidatura», afferma l’ex premier, e «potrei anche dedicarmi anche al solo mio movimento politico».
MA SI CANDIDA O NO? - Ma allora Silvio Berlusconi è pronto a un passo indietro? «No, non è così...», ha risposto il Cavaliere stizzito interrompendo Vespa sul nodo della premiership del Pdl nel 2013, ribadendo: «In questo momento sono candidato a palazzo Chigi». E parla di possibili scenari: senza un accordo con la Lega «cadrebbero immediatamente Piemonte e Veneto», spiegando che questo accadrebbe se non ci fosse un accordo sulla sua candidatura a premier, quella di Maroni alla Lombardia e se la Lega decidesse di correre da sola alle elezioni. Ai giornalisti Massimo Franco e Marcello Sorgi che chiedono chiarezza in merito alla sua candidatura a premier replica: «La politica non è così semplice, senno la fareste anche voi....». Allora interviene Vespa: «È un discorso complesso ma forse prima di notte riusciremo a capirlo», scherza. Dunque la Lega le ha chiesto di fare solo il leader della coalizione ma non il candidato? Questa è una novità, osserva Vespa. «Per chi non lo sapeva è una novità», conferma Berlusconi. E un’allenza nel nome di Monti? «È possibile» e spiega che rinuncerebbe alla candidatura a palazzo Chigi nel caso in cui Mario Monti si dicesse disponibile farsi leader di una coalizione moderata, che però dovrebbe tenere insieme «tutti i moderati» compresa la Lega. Altra possibilità: «Se il partito di Montezemolo si unisse a noi certamente vorrebbe un candidato diverso da me e io, nell’interesse del Paese, nell’interesse dello schieramento dei moderati, sono pronto a fare qualsiasi cosa». Quindi anche un passo indietro. Infine a sorpresa: «Non è affatto escluso che Angelino Alfano, che ha tutta la mia stima e che considero tra i migliori protagonisti della politica italiana, è assolutamente possibile che sia lui il candidato premier e ieri sera ho avuto l’ok della Lega, quindi la sua candidatura è in pole position».
DELL’UTRI - Poi svela una novità importante: «Non possiamo candidare Dell’Utri», svela poi Berlusconi proprio nel giorno in cui il senatore siciliano ha annunciato la sua ridiscesa in campo. «Sicuramente ci sono persone che a torto o a ragione sono state aggredite dalla magistratura e dovremo spiegare loro che non possiamo permetterci di inserirle nelle liste, anche se riconosciamo che si tratta di un’ingiustizia, come nel caso di Dell’Utri. Le accuse di questa magistratura a Dell’Utri sono assolutamente infondate, ma non possiamo permetterci di candidarlo, ci spiace». Dell’Utri ha fatto immediatamente sapere che la cosa non è chiusa.
QUIRINALE - In un altro passaggio della sua lunga risposta alla prima domanda di Vespa, Berlusconi ha parlato anche del Quirinale: «Io ho avuto a che fare con presidenti della Repubblica tutti schierati dall’altra parte e ho avuto molte difficoltà a convincere questi presidenti che molte volte, troppe volte, mi hanno negato l’urgenza e quindi l’operatività dei decreti legge».
PUNTARE AL 42% - Capitolo voto. «Io spero di recuperare tutti i voti del 2008, come dicono i sondaggisti. Nel 2008 avevamo il 37,4 per cento dei voti. Dopo la fondazione del Pdl arrivammo al 42 per cento. Da focus fatti al nord, al centro, e al sud risulterebbe oggi che praticamente nessuno di quegli elettori che allora ci diedero fiducia sarebbero non disposti oggi a votarci».
GIUSTIZIA - Il governo Monti e la giustizia. I tecnici «sono venuti meno a un patto sulla giustizia, che prevedeva la legge anticorruzione, l’incandidabilità e legge sull’abuso delle intercettazioni e hanno fatto solo la prima». Ma Vespa lo corregge: «Il patto prevedeva non l’incandidabilità ma la responsabilità civile dei magistrati». E Berlusconi: «Sì, sì anche...», aggiunge il Cavaliere. Ma non basta. Durante l’incontro, in un altro momento, Berlusconi, riferendosi alla sua sentenza di condanna a 4 anni in primo grado (diritti tv Mediaset, ndr) ha detto che la magistratura è «un cancro della nostra democrazia», dove domina «una giustizia onnipotente, che se prende di mira uno lo distrugge. È uno schifo inaccettabile della democrazia. È una sentenza politica». E «domani ai miei amici del Ppe spiegherò in maniera esplicita quella che è la situazione comatosa della giustizia italiana che è onnipresente». Parole dure anche sul pm di Milano Ilda Boccassini: «La signora Boccassini che si permette di dire ai miei avvocati che voglio dilazionare l’esito del processo è un magistrato che interferisce in nelle elezioni democratiche».
EUROPEISTA - L’ex premier in precedenza aveva parlato di Europa. «Eufemisticamente si può parlare di malintesi. Penso che ci sia molta malizia nella presa di posizione» di alcuni esponenti europei. Berlusconi parlando delle critiche arrivate dopo la candidatura. «Io sono sempre stato europeista, ho sempre detto che non vorrei meno Europa, ma più Europa», osserva l’ex premier.
TREMONTI E MONTI - «Non ho mai detto queste cose, è il solito chiacchiericcio del teatrino della politica». Berlusconi smentisce di aver accusato Giulio Tremonti di «sputtanarlo» in Europa. «Non sono uno che usa termini come sputtanamento», assicura il Cav. «Questo può darsi che possa essere vero», replica invece alla domanda di Vespa se è vero che ha detto che se ci fosse stato Mario Monti come ministro dell’Economia l’ultimo suo governo non sarebbe caduto. Poi aggiunge. «Ebbi a offrire al Professor Monti di entrare nel mio governo come ministro dell’Economia perché ho una stima nei suoi confronti, non ho remore a dirlo».
SPREAD - Capitolo spread. «Io ho detto che è un imbroglio nel novembre 2011 e lo confermo perché su uno spread oltre 500 punti venne fatta una battaglia in Europa dando la colpa a me e si disse che avevamo portato il paese sul baratro e questa è stata una menzogna. Qualcuno disse che non si potevano pagare pensioni e stipendi statali, gli stipendi vennero pagati e non credo che i tecnici avessero portato loro i soldi nelle casse del governo». E attacca la Germania: «La Germania ha guadagnato a spese di tutti gli altri Stati. C’è un impoverimento dell’Italia e la liquefazione delle sue aziende che possono essere comperate da aziende concorrenti. La Germania ha approfittato dell’euro».
LITTIZZETTO - Infine un pensiero anche sulla Littizzetto che a «Che tempo che fa» ha detto che «Berlusconi ha rotto ilc...». Se siamo in un Paese in cui si «lascia insultare l’ex presidente del Consiglio senza nemmeno chiedere scusa o che si prenda un provvedimento, allora tutto è possibile».
IL CASO DELL’UTRI (REPUBBLICA.IT)
«Ho intenzione di ricandidarmi perché sono ancora perseguitato. Voglio lottare fino all’ultimo sangue, spero degli altri. Mi candiderò con Berlusconi». Nell’annunciare la sua presenza alle prossime politiche, Marcello Dell’Utri non demorde e attacca: una lunga filippica alla Zanzara su Radio24 , l’ennesima di questi ultimi giorni, contro (quasi) tutti. L’unico che si salva è, naturalmente, Berlusconi. Che, tuttavia, nel lungo intervento alla presentazione del libro di Bruno Vespa, non sembra voler esaudire il desiderio del vecchio amico: «È un’ingiustizia, ma non possiamo permetterci di candidarlo». Non l’ha presa bene il senatore a quanto pare che all’ex premier manda a dire: «Sono sorpreso, dobbiamo chiarire»
ALFANO NULLA ASSOLUTO - Ma quali sono stati i contenuti dell’invettiva da Cruciani? Il primo bersaglio è vecchio: nel senso che Dell’Utri ribadisce la pessima opinione che nutre nei confronti del segretario Angelino Alfano che gli aveva dato del "povero disgraziato": «Come segretario Alfano è stato il nulla, il nulla assoluto. Ma vi rendete conto? - incalza Dell’Utri- Alfano finora è stato zitto su una cosa importantissima, non ha preso le difese del partito dopo l’uscita del libro di Ingroia. C’è Ingroia che dice che Forza Italia, il partito che ho fondato con Berlusconi, è una diretta emanazione della mafia e lui sta zitto? Non dice niente, ma stiamo scherzando?». Perché, secondo il senatore «Ingroia è un pazzo, non è una persona normale. Lo porto in tribunale, lo querelo».
LA MELONI NON DECIDE NIENTE - Poi ne ha anche per la giovane pasionaria Meloni che pare non lo voglia candidato, (come il segretario, del resto): «Ma siamo noi che forse non ricandidiamo loro- ribatte il senatore - Alfano e la Meloni che diritto hanno a dire loro chi si deve candidare? Non decidono loro. E poi la Meloni non è neanche nel mio partito. Parlano così perchè pensano che io sia più debole. Come si dice...quando l’albero cade tutti corrono a far legna». Ma quando vede la vecchia guardia del Pdl in tv, La Russa, Gasparri e Cicchitto lei che fa? «Cambio canale» risponde. E rilancia: «Berlusconi dice che scende in campo per vincere e ci dobbiamo credere tutti. In pochi mesi ho visto grandi e clamorosi rivolgimenti».
LA RUSSA: «SBAGLIA»- La lunga tirata del senatore questa volta scatena innanzitutto la reazione di uno dei colonnelli del partito, Ignazio La Russa: «Con tutto il rispetto per Dell’Utri e le sue peripezie giudiziarie per le quali non abbiamo mai avuto remore a dargli solidarietà anche con il voto in Parlamento, credo che sbagli ad attaccare senza logica il segretario Alfano a cui dovrebbe semmai riconoscenza». E contrattacca: «Se vedo Dell’Utri in tv -conclude La Russa- magari lo guardo sperando che non sia solo cronaca giudiziaria. La sua pretesa di essere ancora candidato alle elezioni invece è del tutto inconcepibile per chi viene dalla mia storia politica».
GASPARRI: «SILVIO ATTENTO»- Anche Gasparri è molto piccato per le dichiarazioni dellutriane: «Più che i gusti televisivi del senatore Dell’Utri, mi meraviglia che rivendichi un ruolo nella stesura delle liste elettorali». E dà un consiglio all’ex premier: «Credo, inoltre, conoscendo l’antica amicizia che intercorre tra Silvio Berlusconi e Dell’Utri, che per Berlusconi, al quale sono legato da sincero affetto, si addica in questo caso l’antico detto: dagli amici mi guardi Dio, che dai nemici mi guardo io». Insomma, è guerra aperta.
Matteo Cruccu
REPUBBLICA.IT (BERLUSCONI E VESPA)
ROMA - "Io in questo momento sono candidato a palazzo Chigi". Silvio Berlusconi risponde così all’ennesima richiesta di chiarimento sulla sua posizione durante la presentazione del libro "Il Palazzo e la Piazza" di Bruno Vespa. Ma invece di chiarire, aumenta la confusione, mentre all’interno del Pdl l’aria è sempre più tesa. L’area ex An si organizza, in vista di una scissione ormai probabile. Mentre crescono i contrasti interni, con un nuovo attacco di Marcello Dell’Utri ad Angelino Alfano.
Passo indietro, ma forse no. All’inizio del suo discorso, l’ex premier - dopo giorni di attacchi furiosi - candida Monti a palazzo Chigi. "Il mio passo indietro o avanti dipende da come si sviluppano le cose. Io non credo che Monti accetti di poter diventare uomo di parte e di partito, ma ove Monti decidesse di aderire a questa richiesta, tutto lo schieramento moderato arriverebbe a questa possibilità". E specifica che rinuncerebbe alla candidatura nel caso in cui il professore si dicesse disponibile a "tenere insieme il rassemblement dei moderati", tutti compresi, dunque anche la Lega Nord, "perché se la Lega non ci stesse avremmo un frazionamento che non garantirebbe la governabilita". E rivela: ’’Ebbi a offrire al professor Monti di entrare nel mio governo come ministro dell’Economia perché ho una stima personale molto elevata nei suoi confronti, non ho remore a dirlo’’, così come non ho remore a dire che lo ’’ho invidiato’’
perché ha avuto ’’la possibilità di fare decreti su tutto, anche su materie ordinarie’’. Ma alla precisazione di Vespa su un Berlusconi pronto a un passo indietro, l’ex premier, stizzito, interrompe il giornalista: "No, non è così...". E ancora: "La politica non è così semplice sennò la fareste anche voi....’’, ha detto rivolgendosi ai giornalisti Massimo Franco e Marcello Sorgi. ’’È un discorso complesso ma forse prima di notte riusciremo a capirlo’’, ha scherzato.
Infine, per agitare ancora di più le acque, Berlusconi rilancia anche Alfano: "Non è affatto escluso che Angelino Alfano - che ha tutta la mia stima e che io considero il migliore protagonista della politica e una persona importante per il futuro del paese - sia il presidente del consiglio. È assolutamente possibile, anche la Lega accetterebbe sua candidatura. Alfano è quindi in pole position", ha detto, lasciando aperto lo spiraglio anche al segretario del Pdl.
Minaccia al Carroccio. A chi ricorda a Berlusconi l’ultimatum di Maroni - niente alleanza se il Cavaliere è candidato premier - ha risposto con una minaccia: "Con la Lega stiamo trattando e stiamo trattando il riconoscimento a Maroni come candidato presidente della Lombardia, se la Lega non arriva con noi a un accordo sulla mia candidatura alla presidenza del Consiglio o noi non arriviamo a un accordo sulla candidatura di Maroni presidente della Lombardia, immediatamente cadrebbero i governi di Veneto e Piemonte guidati da uomini della Lega".
Dell’Utri scaricato. Niente candidatura per Dell’Utri: "Le accuse di questa magistratura sono assolutamente infondate, però non possiamo permetterci di candidarlo, ci spiace, ma non possiamo", ha detto l’ex premier. "Sicuramente ci sono delle persone che a torto o ragione sono aggredite dalla magistratura, ma noi dovremmo spiegare che non possiamo permetterci di inserirle nelle nostre liste, pur sapendo che è un’ingiustizia...", ha aggiunto Berlusconi, proprio il giorno in cui il senatore aveva dichiarato alla Zanzara su Radio24: "Ho intenzione di ricandidarmi perché sono ancora perseguitato. Voglio lottare fino all’ultimo sangue, spero degli altri. Mi candiderò con Berlusconi". In serata Dell’Utri non nasconde la sorpresa per le affermazioni del Cavaliere: "Sì, lo ammetto sono un po’ sorpreso dalle parole di Berlusconi, dobbiamo vederci e chiarire. Anche se, a dire il vero, ero stato io tempo fa a chiedergli di non ricandidarmi, ma nel frattempo ho cambiato idea e ancora non ho avuto modo di dirlo a Berlusconi". E stamani Dell’Utri aveva sferrato un nuovo attacco contro il segretario del Pdl: "Come segretario Alfano è stato il nulla, il nulla assoluto. C’è Ingroia che dice che Forza Italia, il partito che ho fondato con Berlusconi, è una diretta emanazione della mafia e lui sta zitto? Non dice niente, ma stiamo scherzando?". E rincara: "Non ha avuto il coraggio di dire niente. Gli mancano gli attributi. Come diceva il Manzoni se uno non ha il coraggio non se lo può dare. Pazienza, rimane una brava persona".
Insulti in Rai. Il Cavaliere non ha mandato giù l’insulto di Luciana Litizzetto: "La tv pubblica lascia insultare
tranquillamente un ex premier, e i grandi giornali preferiscono la Germania al leader di un grande schieramento italiano", ha detto. Se siamo in un Paese in cui si "lascia insultare l’ex presidente del Consiglio senza nemmeno chiedere scusa o che si prenda un provvedimento, allora tutto è possibile", ha commentato.
"Mai detto che Tremonti mi sputtanava in Ue". "Non ricordo di aver mai pronunciato queste frasi, fanno parte del teatrino della politica. Il dottor Vespa è precisissimo nel riportare le frasi quando ci sono testa a testa tra noi. È attentissimo, ma ci sono anche parole che non ho mai usato come ’sputtanamento’, ha voluto precisare l’ex premier a proposito di un passaggio del libro di Vespa in cui avrebbe detto che Tremonti lo andava a ’sputtanare’ in Europa.
Ancora il 40%. Silvio Berlusconi si dice convinto di poter replicare alle prossime elezioni il risultato ottenuto alla fondazione del Pdl, intorno al 40%. "Nel 2008 avevamo il 37,4% dei voti. Dopo la fondazione del Pdl arrivammo al 42%. Da focus fatti al Nord, al Centro, e al Sud - sostiene il Cavaliere - risulterebbe oggi che praticamente nessuno di quegli elettori che allora ci diedero fiducia sarebbero non disposti oggi a votarci".
Ue: malizia e malintesi. ’’Per quanto riguarda l’Europa si può parlare di malintesi e di molta malizia da parte di qualche protagonista’’, ha precisato Berlusconi: "Io sono un europeista convinto - ha detto - , ma non mi si può convincere di un’Europa in cui ci sono paesi egemoni che colpiscono gli interessi degli altri Paesei. Sono invece convinto dell’Unione europea’’.
Spread, questo sconosciuto. "Nella mia lunga vita non avevo mai sentito parlare di spread e penso neanche voi". L’ex premier conferma quanto già aveva detto, cioè che lo spread è un imbroglio colossale: ’’Io ho detto che è un imbroglio nel novembre 2011 e lo confermo perché su uno spread oltre 500 punti venne fatta una battaglia in Europa dando la colpa a me e si disse che avevamo portato il paese sul baratro e questa è stata una menzogna. Qualcuno disse che non si potevano pagare pensioni e stipendi statali, gli stipendi vennero pagati e non credo che i tecnici avessero portato loro i soldi nelle casse del governo’’. Poi precisa: "È stato un imbroglio non lo spread, ma l’utilizzo dello spread per fare dimettere il mio governo".
Euro. "La Germania ha il terrore dell’inflazione per ragioni storiche, e alla Bce diede solo il mandato a combattere l’inflazione. Quindi l’euro non e’ una moneta vera, assistita da una banca centrale che possa garantire il debito pubblico e stampare moneta all’occorrenza".
Magistratura, cancro della democrazia. Non è mancato il consueto attacco alla magistratura che, per l’ex premier, è ’’il cancro della nostra democrazia’’ e ’’domani ai miei amici del Ppe spiegherò in maniera esplicita quella che è la situazione comatosa della giustizia italiana che è onnipresente’’. E insiste: "La signora Boccassini che si permette di dire ai miei avvocati che voglio dilazionare l’esito del processo è un magistrato che interferisce in nelle elezioni democratiche".
Primarie. Non crede nell’utilità delle primarie e, comunque, non ci sarebbe il tempo: "Credo che non siano utili per il Paese e poi non c’è tempo, perché dobbiamo presentare le liste a gennaio". Così Silvio Berlusconi, ha risposto a Vespa che gli ha chiesto se il Pdl potrebbe fare le primarie per la scelta dei candidati. "Dovremmo forse - ha aggiunto - fare come Grillo?".
L’ira del segretario. E, a quanto pare, aumenta il risentimento di Alfano nei confronti di Berlusconi tanto che, secondo la Velina rossa di Pasquale Laurito, il segretario del Pdl starebbe per lasciare il partito: "Con insistenza negli ambienti di montecitorio - si legge sulla Velina - si parla di una decisione imminente da parte di Angelino Alfano: l’uscita dal Pdl. Diamo questa notizia per avere sia una conferna che una smentita, proprio per fermare le voci che di ora in ora si fanno sempre più insistenti". La decisione di Alfano, spiega Laurito, "non nascerebbe da una questione politica, ma soprattutto dal mancato intervento di Berlusconi a sua difesa dagli attacchi rivoltigli da Marcello Dell’Utri". La notizia della Velina rossa è stata accolta prevalentemente da "no comment", ma il portavoce del segretario smentisce le voci di un addio: ’’’Ricostruzioni surreali. Suggerimento: cambiare le fonti’’. si legge in una nota.
La Russa. Una riunione degli eletti e dei dirigenti regionali, circa cento persone. Ignazio La Russa, parlando a ’28 minuti’ su Radio due, parla dell’incontro di stasera e assicura: "Non è una congiura, le congiure non si annunciano. Si tratta di un appuntamento tradizionale. Ci sarò io, Gasparri, Corsaro, Beccalossi". Una riunione per fare il punto e parlare di nuovi progetti. Ma gli ex An lasciano il Pdl? "Non ci sono risposte in un momento così fluido, quel che è certo è che c’è una storia che è cambiata in questi ultimi mesi", con sensibilità diverse all’interno del Pdl che hanno avuto "sempre meno la possibilità di essere riconosciute dai propri elettori". E dice: "soggetto politico al momento non c’è", ma poi accenna a un nome di una possibile formazione: "Centrodestra nazionale - svela - è il nome che gira". Una riunione di 100 persone, deputati nazionali o europei o consiglieri, per fare il punto. La possibilità di mantenere in piedi il Pdl "è una delle opzioni sul tavolo", ma tra i punti irrinunciabili per restare uniti "mai con la sinistra - indica - e mai più con Monti".
Meloni sempre più verso l’addio. E la Meloni? "L’appello è aperto a tutti quelli che provengono da una certa area", ha detto La Russa. D’altronde Meloni sembra ormai vicinissima all’addio al partito e, dopo la bocciatura delle primarie, ha organizzato per domenica 16 dicembre, al Teatro Brancaccio di Roma, una manifestazione. E vicina all’addio è anche l’ala europeista e filomontiana, a partire dal capogruppo Pdl all’Europarlamento, Mario Mauro, ormai in rotta con l’ex capo del governo.
La Lega si allontana. Anche la Lega nega il suo appoggio all’ex premier. Ieri da Maroni, a cui Berlusconi aveva proposto l’appoggio del Pdl alla sua candidatura in Lombardia a patto di una rinnovata alleanza tra i due partiti anche alle politiche, ieri è arrivato un ultimatum: nessun accordo, se il Cavaliere scende di nuovo in campo.
(12 dicembre 2012)
REAZIONI (REPUBBLICA.IT)
ROMA - Votazioni anticipate senza farne una "tragedia". Candidature, dalla sua a quella di Alfano o di Monti, la giustizia "senza controllo", "l’errore colossale" dello spread. Berlusconi alla presentazione del libro di Bruno Vespa ha parlato un’ora e mezza. Di tutto. E mentre il mondo politico ha ascoltato, per poi cercare punti fermi tra le parole del Cavaliere, in Rete fioriscono video e commenti sulle varie incoerenze. Su Twitter le frasi dell’ex premier girano come boomerang: "Sono stato io a nominare Monti in Ue e con lui ho un eccellente rapporto personale e vedrei come un bene per il Paese se si candidasse alla guida di un rassemblement dei moderati". O anche "Io in questo momento sono il candidato a palazzo Chigi" con sotto, il carpiato finale: "Angelino Alfano è assolutamente il candidato premier ed è in pole position per palazzo Chigi".
Berlusconi ha confuso anche i deputati del Pdl. Dopo aver candidato Monti alla guida dei moderati, Deborah Bergamini in aula alla Camera interveniva contro il governo e il suo presidente del Consiglio. Una contraddizione ravvisata su Twitter dal deputato Pd Andrea Sarubbi, che ha tentato di avvertire la collega del cambio di linea. E la deputata Pdl ha risposto: "La prossima volta gesticola con più convinzione".
Senza ironia i commenti politci. "Il presidente Berlusconi è in evidente stato confusionale se manifesta la possibilità di fare l’ennesima giravolta di un passo indietro in caso di candidatura di Monti a cui la scorsa settimana ha tolto la fiducia in Parlamento. Su una cosa però è pienamente lucido: Monti a Berlusconi ha detto no. Questo a noi basta", ha affermato in una dichiarazione il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini.
Per Gianfranco Fini Berlusconi ha dimostrato "disperata inaffidabilità". "Dopo avergli tolto la fiducia ora considera Monti una pedina da muovere sullo scacchiere di Arcore", ha scritto su Twitter il presidente della Camera che aggiunge: "Così facendo Berlusconi dimostra solo la sua disperata inaffidabilità".
Confuso dopo la conferenza stampa anche il senatore Marcello Dell’Utri (Pdl): "Sì, lo ammetto sono un po’ sorpreso dalle parole di Berlusconi, dobbiamo vederci e chiarire. Anche se, a dire il vero, ero stato io tempo fa a chiedergli di non ricandidarmi, ma nel frattempo ho cambiato idea e ancora non ho avuto modo di dirglielo", ha detto commentando le parole dell’ex premier che questa sera ha annunciato di non volere ricandidare l’amico di vecchia data. Dell’Utri si è detto dispiaciuto delle parole di Berlusconi: "Devo chiarire con Silvio".
Che la "bussola del Pdl e di Silvio Berlusconi" sia "impazzita" è anche il pensiero di Benedetto Della Vedova, capogruppo di Fli alla Camera. "L’ex premier - ha sottolineato Della Vedova - fino a ieri considerava Monti responsabile dei mali italiani, quando è invece stato il rimedio ai mali prodotti dall’inazione e dal discredito di chi lo aveva preceduto. Oggi dichiara invece di poter sostenere un eventuale impegno diretto di Monti. La sua abitudine è di considerare le persone a lui vicine pedine da muovere sulla scacchiera, ma - ha concluso - è chiaro che sta sbagliando tempi e persone con effetti grotteschi".
"Berlusconi è rimasto al secolo scorso. Quando parla ripete sempre le stesse cose, dal ’94 ad oggi. Non si accorge che non solo l’Italia, ma il mondo intero è cambiato. Replica all’infinito lo stesso copione facendo finta di ignorare di essere il principale responsabile politico della crisi sociale ed economica italiana. Non fa più paura, ma quasi tenerezza", ha detto il portavoce nazionale di Diritti e Libertà Massimo Donadi.
Duri anche i Verdi. "Qualcuno fermi Berlusconi. Ormai le sue dichiarazioni assomigliano a un tuffo carpiato rovesciato con triplo salto mortale e doppio avvitamento", ha scritto su Twitter Angelo Bonelli concludendo: "Dichiarazioni che smentiscono affermazioni precedenti e scenari politici che cambiano di minuto in minuto. L’Italia allo stremo".
(12 dicembre 2012)