Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Time, il prestigioso settimanale, pensa che Angela Merkel sia la persona dell’anno, la persona cioè di quest’anno, dato che ha pilotato l’Europa fuori dalle secche della crisi greca (e sia pure a costi proibitivi) e dato che ha preso la decisione epocale di tenere aperte le porte ai profughi accogliendone, solo quest’anno, altri 600 mila. Una decisione quest’ultima che l’ha fatta scendere nei sondaggi e nei consensi all’interno del suo partito, al punto che è possibile, secondo qualche analista, che rinunci a presentarsi alle elezioni politiche del 2017. Il riconoscimento del settimanale americano arriva proprio mentre i tavoli delle redazioni hanno ricominciato a riempirsi di foto e dispacci che parlano di migranti, dall’inizio dell’anno i bambini morti mentre tentavano di fuggire all’Apocalisse sono 700, ancora l’altro giorno sei corpicini sono stati ripescati al largo della Turchia, e uno di questi apparteneva a un piccolo di appena sei mesi. La stessa cosa era accaduta nel mare greco un mese prima.
• Commenti della Cancelliera al premio?
Per ora nessun commento. Tra l’altro la notizia non è ancora ufficiale. L’ha data in anteprima la dentuta direttora del settimanale, Nancy Gibbs. «Nessun leader mondiale è stato messo alla prova quest’anno come lei. Si è opposta fermamente alla tirannia e ha fornito una leadership morale decisa in un mondo che ne è a corto». In copertina hanno piazzato un ritratto (bruttarello) e il titolo «Angela Merkel, cancelliera di un mondo libero». La motivazione completa dice: Merkel è stata premiata «per aver accolto centinaia di migliaia di rifugiati e per aver gestito la crisi del debito europea». Per «aver chiesto più di quanto la maggior parte dei politici del suo Paese avrebbe osato». «Per aver dato prova di una leadership morale risoluta in un mondo dove essa scarseggia». E per «la sua leadership nell’aver promosso e mantenuto un’Europa aperta e senza confini di fronte alla crisi economica e a quella dei profughi».
• D’accordo?
Ho come l’impressione che il premio - molto prestigioso - sia un contentino dopo lo scherzetto che gli americani hanno fatto alla Volkswagen, scherzetto tutto politico dato che la faccenda dei dati taroccati era nota fin dal 2007.
• E quale sarebbe stato lo scopo degli americani?
Avvertire la Kanzlerin che con Putin non bisogna farci troppo all’amore. La politica estera tedesca è storicamente filorussa, Angela parla russo con Putin e i due s’intendono parecchio, nonostante gli apparenti contrasti sull’Ucraina. Ma nella politica pro-immigrati della Merkel non tutto è così splendente come sembrerebbe dalle motivazioni di Time. Direi, anzi, che l’afflato etico c’entra fino a un certo punto. Prima di tutto la Cancelliera non ha aperto le porte ai migranti, ma solo ai siriani, insistendo sul concetto poco cristiano (la Cancelliera è protestante e figlia di un pastore), che c’è disperato e disperato, e se uno è disperato perché scappa dalla guerra va bene, ma se uno è disperato perché fugge dalla miseria allora deve tornarsene indietro. Casualmente, i siriani sono i fuggitivi più colti e più danarosi. A questo si deve aggiungere che i politici tedeschi, a differenza di quelli italiani, sono ben consapevoli della loro debolezza demografica.
• Cioè?
Dati dello scorso maggio mostrano che la Germania è il Paese che fa meno figli al mondo, meno ancora dei giapponesi e degli italiani. Il ministero degli Interni di Berlino prevede che, ai tassi attuali (1,4 figli per donna, 8,2 nati ogni mille abitanti), nel 2060 la popolazione tedesca sarà scesa dagli attuali 81 milioni a 65-70 milioni. Con conseguenze molto gravi sull’economia: meno consumatori, meno lavoratori. A quel punto gli inglesi saranno ridiventati, economicamente, più forti dei tedeschi. Quindi i tedeschi, o si rimettono a far figli, o aprono le braccia agli immigrati, etichettandoli come “nuovi giovani”.
• Perché mi sembra di ricordare che anche Mario Monti venne dichiarato uomo dell’anno dal Time?
No, a un certo punto (era l’aprile del 2012) Time proclamò Monti «uomo più influential del pianeta», e gli dedicò la copertina». Il ragionamento, non so quanto condiviso tre anni e mezzo dopo, è che Monti, con i suoi interventi sulle pensioni e sul fisco, aveva salvato i conti italiani, e salvando i conti italiani aveva salvato i conti europei, e salvando i conti europei aveva salvato la finanza planetaria, dato che a un defautl italiano sarebbe venuto giù tutto. Monti vinse, ma gareggiavano anche papa Francesco, Obama, la Clinton e, pure quella volta, la Merkel. Però erano considerati influential persino Messi e Rihanna. Alla fine, di queste graduatorie, non bisogna tenere troppo conto. È sempre roba da giornalisti.
(leggi)