Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  dicembre 10 Giovedì calendario

Sono nati i primi sette cani in provetta

Cani in provetta. È grazie all’abbattimento di questa ennesima frontiera scientifica che nei giorni scorsi negli Stati Uniti sono stati fatti venire alla luce sette cuccioli di beagle e cocker spaniel che godono di buona salute. Il lato certamente più positivo per chi ha a cuore le sorti del Pianeta e dei suoi abitanti – dalle piante agli animali – è che la nuova tecnica potrebbe aiutare a tutelare le specie di canidi minacciate di estinzione come per esempio alcune razze di lupo sempre più rare in natura, naturalmente a causa delle scellerate attività umane che stanno uccidendo la Terra.
Secondo gli esperti si tratta di «una via interessante anche per l’uomo, considerando che l’essere umano condivide con il cane ben 350 malattie ereditarie: circa il doppio rispetto a quelle che ha in comune con altre specie. Pubblicato sulla rivista Plos One, l’esperimento è stato condotto negli Stati Uniti, presso l’Istituto Baker per la salute animale della Cornell University. I sette cuccioli, nati da 19 embrioni impiantati, sono il risultato di una nuova tecnica che combina la tradizionale fecondazione artificiale con la riscrittura del Dna.
Per il direttore del laboratorio, Alex Travis, dopo decenni di tentativi, ora è possibile «congelare gli spermatozoi e conservarli in banche per utilizzarli nella fecondazione artificiale». «Grazie a questa tecnica – ha aggiunto – siamo in grado di conservare il patrimonio genetico di specie minacciate».
La prospettiva futura è ancora più ambiziosa e consiste nell’utilizzare la tecnica considerata la «forbice» naturale del Dna, la Crispr (Clustered Regularly Interspaced Short Palindromic Repeats) per rimuovere le sequenze di informazione genetica già nell’embrione. Nello stesso modo diventa anche possibile studiare le numerose malattie genetiche comuni a uomini e cani.