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 2015  dicembre 10 Giovedì calendario

Umberto Bossi ha qualcosa da dire sulla Lega e sul M5s

«Ma chi lo dice? Non credo che ci sia qualcuno incerto se votare Lega o Movimento 5 stelle». Umberto Bossi, come al solito, dal toscano si stacca pochissimo. Ma è di buon umore e non rinuncia ai suoi centomila caffè.
Lo dicono i sondaggi. In un eventuale secondo turno, alle amministrative, e magari anche alle politiche, i leghisti potrebbero votare uno stellato. Non ci crede?
«No. Tra noi e loro esiste una differenza gigantesca».
E cioè?
«Noi eravamo, siamo e resteremo autonomisti. Loro sono e restano centralisti. Chi vota Lega lo fa perché ha quello in mente, l’autonomia».
Anche adesso che la Lega è meno padana e più nazionale?
«Anche adesso. Noi siamo ancora per l’autonomia. Loro, poi, i 5 stelle, continuano a votare con la sinistra. Anche sull’immigrazione: con la sinistra. Un leghista non credo che apprezzi».
Lo dicono anche di Renzi: conquista voti del centrodestra. È possibile?
«Non voti leghisti. Lui non otterrà mai la fiducia degli artigiani, delle piccole imprese. Semmai quella dei grandi, le grosse società che si vedono arrivare soldi e aiuti. Ma i piccoli non daranno mai il voto a sinistra. Perché la sinistra per loro non fa nulla. Il problema è che Renzi è spregiudicato, i voti li sa acchiappare. Poi, se fa il Partito della Nazione, potrà fare un bell’accordo con Marine Le Pen...(ride)».
Marine Le Pen continua a lasciarla freddo?
«Perché lo dice? A me, lei non dispiace».
Un tempo diceva di Marine quello che dice degli stellati: lei è centralista e la Lega autonomista.
«E lo penso ancora. Le Pen è stata premiata dalla strage di Parigi, la gente ha fatto due più due: se voto a sinistra, voto per l’immigrazione».
E quindi, negli Usa ha ragione Donald Trump? Chiudere ai musulmani gli farà vincere le elezioni?
«Macché, lui è uno a cui piacciono le sparate. Roba elettorale, ma poi ci vuole spessore».
Le Pen, come Salvini, è spesso accusata di estremismo. Lei, da segretario, non lo era. Come mai?
«Non credo affatto che Salvini sia sentito dalla gente come un estremista. La gente del Nord, cuori caldi ma non disumanizzati, ritiene che dica cose giuste. Di noi dicono che aizziamo gli spiriti peggiori, ma la Lega mai ha fatto qualcosa di violento. Dicono che avremmo fatto cose illegali. Ma la gente, anche se ci accusano per motivi politici, sa che noi siamo persone oneste».
È preoccupato per il processo che la riguarda?
«Porterò le prove del fatto che quel che mi contestano non c’è».
Berlusconi sta perdendo il polso del suo partito?
«Io, l’ultima volta che l’ho visto, alla manifestazione di Bologna, l’ho trovato molto bene. Lì, ha tolto ogni alibi a quelli che volevano non fare l’alleanza».
Però, in Forza Italia c’è chi lo ha abbandonato...
«Chi, Verdini? Ma lui non può niente contro Berlusconi. Certo, può tradirlo momentaneamente dando qualche voto a Renzi. Ma dura minga... (non dura)».
La Lega è sulla cresta dell’onda. Come può Salvini consolidare il risultato?
«Lottando contro le tasse. Chiedendo che cambino le cose. La differenza tra tasse pagate e ritorno sui territori, il residuo fiscale, al Nord è di 100 miliardi. Di cui 60 da Santa Lombardia. Neppure sotto l’oppressione spagnola ci mungevano così».
Salvini non vuole avere a che fare con l’Ncd. Ha ragione?
«Il segretario è lui. Se avverte che sia meglio non fidarsi, credo che abbia le sue ragioni».
A Milano il centrodestra non riesce a trovare il candidato. Come mai?
«Prima bisogna fare il programma. Poi, il candidato si trova. Si dice Sallusti? Ma il problema è quello che vuole fare. Essere tutti d’accordo su quello che si vuole fare».
È possibile che il commissario Expo Giuseppe Sala, se candidato dal centrosinistra, possa piacere anche al centrodestra?
«Il centrodestra avrebbe dovuto rivendicare di più l’aver ottenuto l’Expo. Io spero che qualcuno se ne ricordi».