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 2015  dicembre 10 Giovedì calendario

Travaglio prende in giro il Corriere, Renzi e la «generazione Leopolda»

Fermi tutti, nessuno si muova! “Le chiacchiere e le polemiche stanno a zero”, comunica il presidente del Consiglio tramite l’apposita Maria Teresa Meli sul Corriere della Sera: “Il 2016 sarà l’anno della ‘visione’: immagineremo finalmente l’Italia del futuro, l’Italia dei nostri figli, e inizieremo a costruirla insieme”. Roba forte. “Spesso – chiosa la cronista ventriloqua – viene rimproverato al segretario-premier di non essere stato in grado di creare in questi due anni una classe dirigente capace di prendere in mano la guida del Paese e quella del partito”. Vergogna, chi mai può seminare tali ignobili sospetti antipatriottici? Pussa via, brutto gufaccio zozzo. Chiunque egli sia, ora avrà pane per i suoi denti: arriva quel gran pezzo della Leopolda, “la grande kermesse che da sempre anticipa i temi e le battaglie che il premier intende portare avanti”. Pancia in dentro e petto in fuori, Sua Eccellenza Renzi – ci svela sempre la Meli – “con la tre giorni che si aprirà venerdì, intende dimostrare il contrario: ‘C’è una generazione Leopolda che ha scardinato e rivoluzionato il sistema politico’”. Al posto del vecchio De Luca, per dire, adesso c’è De Luca. Al posto del vecchio Fassino, ora c’è Fassino. Al posto di Alfano, ora c’è Alfano con tutto il cucuzzaro. Al posto del vecchio Verdini, ora c’è Verdini. Ed è arrivato pure Bondi. Una rivoluzione.
Manca purtroppo all’appello Francantonio Genovese, ma era inevitabile: dopo l’arresto, gli è arrivata la tessera di Forza Italia honoris causa. “Ma il premier – prosegue la cronista leopoldata – com’è sua abitudine, intende andare avanti ugualmente”. Ed “è proprio a questa generazione, che ‘ormai è al potere’, che intende affidare i prossimi compiti. Per il governo del Paese, ma anche per la creazione di un partito che non sia più il Pd degli iscritti”. Ecco: siccome gl’iscritti non si iscrivono più, lui punta ai non iscritti, che sono comunque 58 milioni di italiani. “Renzi – prosegue sobria la Meli – immagina i circoli del ‘suo’ Pd come tante piccole ‘Leopolde’. Ossia luoghi di incontro e di confronto tra donne e uomini che si interessano di politica, ma nelle modalità d’oggi”. Happy hour? Hafa Café? Discoteche? Pub? Club privé? Spritz bar? Il dibattito è aperto e Sua Eccellenza ha parlato chiaro: “Niente tavoli”. Solo sedie, qualche sgabello non di più. Più che un partito, un apericena. “Infatti il logo del Partito democratico non c’è mai”. E ci mancherebbe: mettere alla kermesse del segretario del Pd il simbolo del Pd pare brutto.
“Questo non significa però che Renzi snobbi il suo partito”. Questo mai: “Lui lo nega decisamente”. È che “il tema di quest’anno” il premier l’ha tratto dal libro di un suo amico, renziano della prima ora: Antoine de Saint-Exupéry. E non dalla biografia di Renzi da lui scritta in tempi non sospetti (Il piccolo Principe), ma da La terra degli uomini. Ergo ad alternarsi sul palco non saranno polverosi politici, geneticamente incompatibili con la categoria “uomini”: ma “donne e uomini che sono riusciti a compiere delle vere e proprie imprese”. Ad esempio Antonio Campo Dall’Orto che, dopo aver portato La7 al minimo storico di ascolti e al massimo buco di bilancio, ha compiuto un’altra impresa titanica: diventare direttore generale della Rai nonostante l’amicizia con Renzi, che anzi l’ha proprio nominato. Questa Leopolda sarà il suo personale Giubileo, e si spera che nessuno vorrà eccepire sul suo presunto conflitto d’interessi di capo del servizio pubblico e di uomo-sandwich di una corrente di partito: queste son cose che si sarebbero dette di B., roba superata. La nuova classe dirigente leopoldina, stando al Corriere, annovera le tenniste Pennetta&Vinci, riuscite nella doppia impresa di andare in finale agli Open e di incontrare il premier: una fortuna negata alle popolazioni alluvionate e alle vittime delle banche. Oltre alla nuotatrice Federica Pellegrini, che si porta su tutto, è citata l’astronauta Samantha Cristoforetti, curiosamente autosoprannominata Astrosamantha (come se Buffon si facesse chiamare “Gianpallonluigi” e Camilleri “Giallandrea”).
Nei giorni scorsi era filtrato anche il nome della fiorettista Valentina Vezzali, ma tendiamo a escluderlo. Ancora troppo vivo il ricordo dei suoi squittii a Porta a Porta al cospetto del premier B.: “Presidente, le ho portato un fioretto per scambiare due stoccate con lei, ci ho fatto incidere ‘Al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, con sincera stima, Polizia di Stato e la mia firma…’. Io sono sicura che con persone come lei e come me che tutti i giorni si allenano con fatica e sacrificio, ma credono nei grandi traguardi, l’Italia un giorno potrà guardare a testa alta tutte le altre nazioni… Presidente, io da lei mi farei veramente toccare!”. Quattro anni dopo Fiorettovalentina passò arma e bagagli alla lista Monti e ora è deputata e vicepresidente nazionale di Scelta Civica, o di quel che ne resta. Dovesse mai salire sul palco della Leopolda per dire a Matteo “Presidente, io da lei mi farei veramente toccare!”, non passerebbe inosservata. Qualcuno potrebbe ricordare la velina emanata dal Minculpop nel 1935: “Vietato pubblicare fotografie di Primo Carnera a terra”. Altri potrebbero osservare che dalla “nuova classe dirigente” ci si attenderebbe un filino in più di coerenza. E poi s’ingelosirebbero troppi leopoldi, da Rondolingua a Giuliano Ferrara, da Andrea Romano a Johnny Riotta, celebri per aver leccato qualunque governo passasse il convento: “Chi è adesso questa Vezzali che ci ruba il pane di bocca? Presidente, se proprio vuole toccare qualcuno, ci siamo qua noi”.