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 2015  dicembre 10 Giovedì calendario

Van Gaal, il Manchester United e un flop da 345 milioni di euro

L’autobiografia di Sir Alex Ferguson si chiude con una sentenza: «Con le squadre e i giocatori a mia disposizione avremmo potuto e dovuto fare meglio». Non una provocazione, ma un’ostentata spocchiosa umiltà se detta da chi ha vinto 13 Premier League, 5 Coppe d’Inghilterra, 4 Coppe di lega, 2 Champions League, 2 Coppe Intercontinentali, 1 Coppa delle Coppe e 1 Supercoppa Uefa e ha una statua fuori da Old Trafford, accanto al mito di Sir Matt Busby e alla trinità di George «The» Best, Denis «The King» Law e Sir Bobby Charlton.
Martedì sera alla Volkswagen Arena di Wolfsburg, Ferguson era una statua senza cera in tribuna, impotente davanti al fallimento del fu grande Man Utd. Sguattero nel gruppo delle cenerentole, battuto 3-2 e sbattuto fuori dalla Champions, e vergogna dell’Inghilterra tutta. «Imbarazzante» e «straziante» gli epiteti più soft della stampa di Sua Maestà, al solito ferocemente squilibrata nel raccontare le sconfitte, vissute Oltremanica con isteria mista a disprezzo. L’imputato, già processato e condannato, è il tecnico Louis Van Gaal, olandese per nulla volante e con la panchina schiodata. Ingiustificabile l’eliminazione dopo aver speso 345 milioni di euro per costruire una squadra «costretta ad affidare l’attacco al ragazzino Martial», come ha sottolineato Paul Scholes, e che avrebbe invece dovuto contendere a Barcellona, Bayern Monaco e Real Madrid lo scettro d’Europa. Rio Ferdinand forse esagera, ma l’ex difensore che con i Diavoli Rossi vinse la coppa nel 2008, ha affondato: «So cosa vuol dire retrocedere in Europa League con il Manchester, non puoi uscire più di casa e girare in città per la vergogna».
«I fatti dicono che stiamo facendo meglio dell’anno scorso. Possiamo ancora conquistare Coppa d’Inghilterra e Premier League», ha abbozzato in sua difesa il 64enne manager olandese forte di un contratto fino a giugno 2017, ma crocifisso dai tifosi su web e radio. Il club più sfarzoso del mondo, con lo stadio esaurito per i prossimi due anni, non può accettare di non essere tra le prime sedici d’Europa. Ora spunta il nome di Carlo Ancelotti, atteso come il messia per arginare il crescente potere dell’odiato Manchester City qualificato nel girone di ferro, e riportare lo United tra le Fab Four del continente.
L’Inghilterra però ha finito i processi. Non andrà alla sbarra l’Arsenal di Wenger. Il francese Arsenio ha arrestato ad Atene la corsa dell’Olympiacos, staccando il biglietto per gli ottavi di Champions e lasciando al solo United l’onta della retrocessione in Europa League. Il professore di Strasburgo è una sicurezza in Europa: non ha mai alzato una coppa, ma l’Arsenal i gironi li passa sempre. È lui l’allenatore dei Gunners con la bacheca più guarnita, abbonato alla Coppa d’Inghilterra (ne ha vinte 6), resta il nemico giurato di José Mourinho. Anche il portoghese, massacrato dai tabloid, s’è preso la sua rivincita qualificando il Chelsea agli ottavi. L’Inghilterra ha perso la sua corazzata rossa ma la flotta è ancora ben nutrita.