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 2015  dicembre 10 Giovedì calendario

FERROVIE TEDESCHE SACCHEGGIATE

Berlino
Non sarà la Salerno-Reggio Calabria teutonica, ma la nuova linea ferroviaria tra Halle e Erfurt, inaugurata ieri dalla Merkel, è un trionfo dell’ingegneria e un disastro della politica, come commenta Die Welt. Gli Ice, i treni superveloci, copriranno i 123 chilometri risparmiando pochi minuti al massimo, ma al costo di 2,8 miliardi di euro, poco meno 230 milioni al chilometro.
Quanto fa per ogni metro di binario? Circa 230 mila euro, se non sbaglio i conti. Grazie alla nuova tratta, il tempo di percorrenza tra Lipsia e Francoforte sul Meno scenderà a circa tre ore, con un risparmio di 50 minuti. «La Germania diventa più piccola», scrive il quotidiano ma è un Planung-Desaster. Nel progetto e nella sua attuazione sono stati compiuti tutti gli errori possibili. Qualcosa di paragonabile all’aeroporto di Berlino, di cui viene di continuo rinviata l’inaugurazione, mentre i costi esplodono. Ne valeva la pena?
I responsabili della Deutsche Bahn, le ferrovie tedesche, si difendono: noi non c’entriamo, fin dall’inizio è stata una scelta dei politici. E quando s’immischiano, in Italia e in Germania, combinano guai. La tratta inaugurata ieri è una parte della linea Berlino-Monaco, come dire Roma-Milano, e quando sarà completata nel 2017, sempre se tutto andrà bene, cosa di cui Die Welt sembra dubitare, tra la capitale e la metropoli bavarese saranno necessarie solo quattro ore invece delle attuali sei. Meglio il treno dell’aereo, anche se un biglietto di seconda costa oggi più di un biglietto della Lufthansa.
Il progetto risale al 1991, e fa parte di nove linee programmate subito dopo la riunificazione. Quando di Germanie ce n’erano due, ovviamente, le reti ferroviarie si erano sviluppate separatamente, da Nord a Sud, e non da Ovest a Est. Occorreva un investimento di decine di miliardi, allora di deutsche mark. Ma la riforma dei binari sarebbe costata molto meno, e il tempo di percorrenza tra Monaco e Berlino, sarebbe stato ancor meno di quattro ore, almeno altri trenta minuti, se i lavori fossero stati programmati meglio, e compiuti nei tempi stabiliti. Se non ci fossero stati i politici che hanno cominciato subito a litigare per favorire i propri collegi elettorali, esattamente come in Calabria o nel Veneto.
Come se non bastasse, nel novembre del 1997, il Bundesverwaltungsgericht, il tribunale amministrativo federale, bloccò i lavori perché nel progetto non si era tenuto conto dei pericoli ecologici. I verdi volevano dire la loro. La Deutsche Bahn dovette rivedere i suoi piani. Un anno e mezzo dopo, nuovo stop: il ministro ai trasporti, Franz Müntefering, sostenne che le sue casse erano vuote. Vero, o un pretesto per guadagnare tempo, mentre infuriava la battaglia tra il Bund, la federazione, e i governi locali, tra politici nazionali e locali.
In realtà, Erfurt, capitale della Turingia, doveva essere tagliata fuori dalla linea diretta Berlino-Monaco, ma il premier locale Bernhard Vogel, si batté per il suo Land. Con successo alla fine, ma lo stop durò tre anni. E la deviazione costò altri milioni di euro, perché la linea attraverso i boschi della Turingia doveva superare monti e vallate. Altri tunnel, altri ponti, non previsti. La linea è un capolavoro d’ingegneria e un simbolo dello spreco di denaro pubblico. Colpevoli? Tutti i partiti, socialdemocratici e cristianodemocratici senza dimenticare i verdi. Quindi nessuno.
Roberto Giardina, ItaliaOggi 10/12/2015