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 2010  novembre 25 Giovedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Silvio Berlusconi
Il Ministro degli Interni è Roberto Maroni
Il Ministro degli Esteri è Franco Frattini
Il Ministro della Giustizia è Angelino Alfano
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Mariastella Gelmini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Maurizio Sacconi
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Giulio Tremonti
Il Ministro della Difesa è Ignazio La Russa
Il Ministro dello Sviluppo economico è Claudio Scajola
Il Ministro delle Politiche agricole è Giancarlo Galan
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Altero Matteoli
Il Ministro della Salute è Ferruccio Fazio
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Giancarlo Galan
Il Ministro dell’ Ambiente è Stefania Prestigiacomo
Il Ministro dell’ Attuazione programma di governo è Gianfranco Rotondi (senza portafoglio)
Il Ministro della Gioventù è Giorgia Meloni (senza portafoglio)
Il Ministro delle Pari opportunità è Mara Carfagna (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Innovazione è Renato Brunetta (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Elio Vito (senza portafoglio)
Il Ministro di Rapporti con le Regioni e Coesione territoriale è Raffaele Fitto (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme per il federalismo è Umberto Bossi (senza portafoglio)
Il Ministro della Semplificazione normativa è Roberto Calderoli (senza portafoglio)
Il Ministro di Sussidiarietà e decentramento è Aldo Brancher (senza portafoglio)
Il Ministro del Turismo è Michela Vittoria Brambilla (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Mario Draghi
Il Presidente della Fiat è John Elkann
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Presidente della Rosa per l’Italia è Savino Pezzotta
Il Segretario Nazionale dei Popolari per il Sud è Clemente Mastella

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Jean-Claude Trichet
Il Presidente della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Nicolas Sarkozy
Il Primo Ministro della Repubblica francese è François Fillon
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è José Luis Rodríguez Zapatero
Il Presidente dell’ Egitto è Hosni Mubarak
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Università in piazza, ieri: si segnalano soprattutto un’irruzione al Senato, bloccata dalle forze dell’ordine, e qualche professore sui tetti per protestare contro la riforma universitaria (in dirittura d’arrivo alla Camera) e i relativi tagli.

Molti studenti?
Molte manifestazioni, ma non so dire se molti studenti. Credo che non si debba scrivere: «gli studenti protestano», «i professori protestano», «le università protestano». Ma: «alcuni studenti», «alcuni professori» eccetera. Del resto le rivolte contro la riforma Gelmini sono cominciate subito. Credo che il ministro, ormai, se ne faccia impressionare poco.

Beh, dopo quello che ho visto alla tv mi faccio impressionare io. Che cosa è successo, esattamente?
Gli incidenti più gravi sono accaduti a Roma. Un gruppo di giovani è riuscito a entrare nell’atrio di Palazzo Madama, sede del Senato. Sono stati fatti sgombrare con la forza, poi il portone è stato chiuso mentre venivano lanciate uova, un petardo e sparati fumogeni dalle forze dell’ordine. Altri scontri alla Camera, dove si stava discutendo la riforma universitaria: tentativo di entrare, cordone della polizia, manganellate. Dichiarazioni di solidarietà e di sdegno da parte di Fini e, in genere, di quelli del centro-destra, mentre Bersani andava a trovare gli studenti d’Architettura, che dall’altro ieri si sono appollaiati sul tetto della facoltà, rilasciando poi questa dichiarazione: «Il ddl Gelmini è un disastro omeopatico, smantella l’università pezzo a pezzo». Non mi chieda il significato dell’espressione «disastro omeopatico»: sto copiando quello che riferiscono le agenzie. I cartelli degli studenti, più comprensibili, recitavano: «Ridateci il nostro futuro», «No ai tagli», «Qui riposa in pace la scuola pubblica» eccetera. La natura di questi slogan fa pensare che desti scandalo soprattutto quella parte della riforma che riserva tre posti ai privati nei cda degli atenei. La Gelmini ha risposto sostenendo che la protesta è strumentalizzata dalla sinistra: «I soldi ci sono sempre stati, ma sono stati usati per moltiplicare posti, corsi di laurea inutili e sedi distaccate non necessarie».

Altre manifestazioni?
Cento persone, a Firenze, hanno circondato l’Ateneo, facendosi poi ricevere dal rettore Alberto Tesi («vi sono vicino» eccetera). Ricercatori sui tetti si segnalano a Torino, Perugia e Salerno. A Torino è stato occupato Palazzo Nuovo, sede delle facoltà umanistiche, ci sono picchetti all’ingresso, la porta della Palazzina Einaudi è stata chiusa con una catena. A Pisa sono occupate sette facoltà e un migliaio di studenti ha bloccato i ponti, mandando in tilt il traffico. A Siena – sede di uno degli atenei più disastrati (oggetto anche di indagini da parte della Guardia di Finanza) – cento giovani hanno occupato i binari. A Palermo è occupata la facoltà di Lettere ed è stato proclamato lo stato d’agitazione in 16 istituti superiori. Cariche anche a Padova, dove gli universitari hanno paralizzato il cavalcavia Borgomagno e quello della Chiesanuova.

È possibile che questa protesta, comunque impressionante, faccia saltare il progetto di riforma?
Non credo. Quando si decise di farlo slittare, un paio di mesi fa, ci furono parecchie, autorevoli proteste per il timore che, la possibile caduta del governo, vanificasse tutto. L’approvazione definitiva è prossima, questo spiega l’allargarsi della contestazione. Dopo il sì della Camera, previsto per oggi o al massimo per i primi giorni della prossima settimana, ci vorrà ancora un passaggio al Senato, che però si prevede veloce. I più ottimisti sperano che il ddl Gelmini diventi legge entro una quindicina di giorni al massimo.

Che cosa cambierà, alla fine?
Le università più piccole, che non hanno in realtà ragion d’essere, dovranno fondersi tra di loro. Un’indagine sui corsi di laurea taglierà quelli inutili. Il governo dell’università, per quanto riguarda la didattica, passa ai rettori e al Senato accademico: ma i rettori non potranno restare in carica per più di due mandati, mentre oggi possono governare (e in molti casi governano effettivamente) a vita. La gestione finanziaria è affidata a un cda di undici membri e a un direttore generale. Troppe università sono al collasso finanziario, per gli sprechi degli anni passati. Non si capisce niente della situazione se non si tiene conto del fatto che politici senza scrupoli, e tesi solo a contentar clientele, hanno moltiplicato negli anni scorsi sedi, facoltà, corsi di laurea senza alcuna analisi delle effettive necessità del territorio e del Paese. Un po’ quello che è successo con i piccoli aeroporti. La riforma prevede che nessuna università possa avere più di dodici facoltà. Ci sarebbe da dire altro, ma la cronaca delle proteste ci ha tolto lo spazio disponibile. Ne riparleremo quando il ddl sarà legge. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 25/11/2010] (leggi)

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