ANTONIO CIANCIULLO, la Repubblica 25/11/2010, 25 novembre 2010
CONTROLLI E DEPURATORI COSÌ L´ACQUA CHE BEVIAMO SARÀ SEMPRE PIÙ SICURA - ROMA
Circa un milione di italiani vive in zone in cui aprendo il rubinetto si rischia di mettere nel bicchiere un´acqua che ha qualcosa che non dovrebbe avere: un eccesso di arsenico, fluoro o boro. La notizia è arrivata da Bruxelles, da un no europeo all´ennesima proroga chiesta da sei Regioni, e ha messo in discussione l´universo di certezze dei consumatori alimentando gli interrogativi. La nostra acqua è sicura o no? Come fa l´arsenico a finire negli acquedotti? Che pericoli comporta?
Dal punto di vista dei numeri ieri il ministro della Salute Ferruccio Fazio, rispondendo al question time alla Camera, ha ridimensionato l´allarme parlando di 100 mila persone a cui verranno chiusi i rubinetti per eccesso di arsenico nell´acqua potabile (sopra i 20 microgrammi litro).
E sulla provenienza dell´arsenico è intervenuto Roberto Passino, presidente della Commissione di vigilanza sulle risorse idriche: «Ci sono alcune aree in cui questa sostanza è presente in natura», spiega. «Poi ci sono cause legate a episodi di inquinamento: può essere un´industria metallurgica o uno scarico abusivo di rifiuti tossici. In tutti e due i casi si può intervenire con efficacia trovando forme di approvvigionamento alternativo, magari sfruttando l´acqua piovana, o utilizzando sistemi di depurazione».
Nonostante l´allarme che evoca la parola "arsenico", non si tratta comunque di un pericolo immediato: deroghe temporanee sono ammesse perché il problema sanitario nasce dall´accumulo. Ma proprio sull´interpretazione dei limiti temporali della proroga è sorto il contenzioso.
Il caso arsenico nasce infatti sette anni fa, quando 13 Regioni hanno fatto richiesta di deroga per 10 parametri. La deroga è stata concessa. Ne hanno chiesto una seconda. Ed è stata concessa. Alla successiva scadenza sei Regioni (Lazio, Campania, Lombardia, Trentino Alto Adige, Umbria e Toscana) hanno chiesto una terza deroga per tre parametri (boro, fluoro, arsenico). E questa volta Bruxelles ha tirato fuori il cartellino rosso. La deroga è stata negata ai 128 Comuni che chiedevano di portare l´arsenico oltre i 20 microgrammi litro, il doppio del limite.
Per risanare le aree compromesse sono già stati previsti interventi per 175 milioni di euro. Ma che effetto avrà sul piano dei consumi questo ennesimo ritardo della pubblica amministrazione di fronte a un atto dovuto? «Non credo che un problema circoscritto possa mettere in discussione il fatto che nelle case degli italiani ci sia, di regola, un´acqua sicura», osserva Aldo Soldi, il presidente delle Coop che il mese scorso hanno lanciato una campagna di informazione sull´acqua. «Anzi, il fatto che le irregolarità siano state denunciate con grande tempestività dimostra che il sistema di monitoraggio funziona e ci avverte quando qualcosa non va».
«Bisogna sanare subito le situazioni irregolari, senza dimenticare che ci sono 59 milioni di italiani che hanno i rubinetti perfettamente in regola», aggiunge Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente. «Sarebbe una follia far salire i consumi di acqua minerale che sono già a livello di record e comportano un impatto ambientale molto pesante».