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 2010  novembre 25 Giovedì calendario

LA RUSSA VOLA SU KABUL. «MI SENTO D‘ANNUNZIO» E FORSE C’È DEL VERO


Ignazio La Russa ogni tanto mi dà una consolazione e di questi tempi politicamente sconsolanti non è cosa da poco.Lo definiscono luciferino ma no nhanno capito niente, quei lombrosiani da strapazzo. Il pizzetto non fa il demonio (fosse così facile!), al contrario il furbissimo Maligno ha imparato a mimetizzarsi e oggi preferisce nascondersi dietro facce neutre, tranquillizzanti e ben rasate: avete presente quant’è liscio Zapatero?
Invece (ecco la consolazione) La Russa è l’ultimo dei dannunziani e lo ha dimostrato ieri lanciando volantini nel cielo dell’Afghanistan. Sento già i disfattisti ironizzare: Bala Murghab non è Vienna!I nfatti, Bala Murghab oggi è molto più pericolosa di Vienna allora, la contraerea del 1918 era una barzelletta rispetto ai missili in mano ai guerriglieri, sofisticati ordigni che la Cina nega di fornire ma che ciò nonostante si materializzano sulcampo di battaglia. Non so i disfattisti ma io, che disfattista non mi ritengo, sono ben contento di essermene rimasto a casa, non mi sono offeso quando il ministro si è dimenticato di invitarmi alla trasferta: mi piacciono i fuochi d’artificio però non intorno alla mia carlinga. È legittimo segnalare che dal punto di vistapoetico Ignazio non è Gabriele e su questo siamo tutti d’accordo, di D’Annunzio ce n’è uno, passeranno secoli prima che nasca un italiano che gli si possa anches olo accostare. Il volantino di La Russan on è destinato alle antologie perché privo di ambizioni letterarie, i suoi obiettivi sono militari e umanitari, il suo messaggio è “Il benessere proviene dalla pace”. Ovviamente tradotto nelle lingue del posto, il Dari( una variante del persiano) e ilPashtu (che sarebbe l’afgano vero e proprio). Vi si spiega come i talebani, che spesso non sono nemmeno afgani bens ìpachistani, siano un problema innanzitutto per la popolazione locale, vittime delle mine antiuomo più dei soldati della Coalizione. Fra l’altro anche il lancio su Vienna non fu tutto poetico come si pensa: il volantino firmato D’Annunzio venne giudicato intraducibile in tedesco per via del linguaggio troppo aulico e perciò gli venne affiancato un altro testo, più prosaico, composto dal giornalista Ugo Ojetti poi direttore del Corriere della Sera (ve li immaginate Paolo Mieli o Ferruccio De Bortoli scrivere volantini a sostegno del nostro esercito? Io proprio non ci riesco). Si poteva pensare a un lavoro dicoppia anche in Afghanistan, un volantino lirico vergato da Sandro Bondi e uno più tecnico affidato alle cure di La Russa ma è mancato il coordinamento interministeriale o più semplicemente il titolare dei beni culturali in questo momentoha delle gatte da pelare. Sarà per un’al -tra volta. Quello che conta, quello che resta,è il bel gesto, l’alone di impresa romanticae cavalleresca che fatalmente circonda questi voli coraggiosi che non portano morte ma cercano di instaurare una relazione. “Noi voliamo su Vienna, potremmo lanciare bombe a tonnellate. Non v ilanciamo che un saluto a trecolori: i tre colori della libertà. Voi avete fama d’essere intelligenti. Ma perché vi siete messi l’uniforme prussiana? Volete continuare la guerra? Continuatela. È il vostro suicidio. Popolo di Vienna, pensa ai tuoi casi. Svegliati!” c’era scritto nel volantino lanciato sulla capitale austriaca. Quello per l’Afghanistan contiene un invito non troppo dissimile a sganciarsi dai guerrafondai e oltre che alla popolazione civile si rivolge direttamente ai ribelli affinché tornino alle proprie case per impegnarsi nella ricostruzione.
Speriamo che venga accolto e intanto godiamoci un ministro della difesa come Marte comanda, credibile in tuta mimetica al fronte almeno quanto in giacca e cravattaa Porta a Porta. Si dice sempre, è quasi unacantilena, che nonci sono più i politici di una volta, che la Prima Repubblica poteva vantare personalità di ben altro livello .Non ne sono tanto sicuro e comunque nel caso specifico sono certo che un ministro di aspetto fiero come La Russa non lo abbiamo avuto mai. Possibile che nessuno si ricordi di Giulio Andreotti, ArnaldoForlani, Vito Lattanzio, Remo Gaspari? Se c’era qualcuno con la faccia del riformato, se non addirittura dell’imboscato, ecco che la Democrazia Cristiana lo spediva a sovrintendere le forze armate.E che dire di Spadolini ministro dell’apparato bellico? Il rotondo repubblicano si muoveva a fatica nella biblioteca di casa, su un elicottero militare in Afghanistan come avrebbe potuto salirci? Con l’argano? Invece guardi La Russa e ti viene voglia di arruolarti.