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 2010  novembre 25 Giovedì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE “FORMENTON, LUCA”


«Girava la voce che Berlusconi stava concludendo un accordo con Cristina e Luca Formenton nonostante i Formenton avessero firmato un accordo con De Benedetti. Un giorno Berlusconi mi invitò a cena. Io, prima della cena, vidi Luca Formenton il quale mi smentì le voci. Mezz’ora dopo Berlusconi mi disse: ”Carlo, abbiamo chiuso l’accordo con i Formenton”. Io gli dissi: ”Sei un mascalzone e finiremo davanti al giudice”. E lui: ”Deciderà il giudice”». (intervista a Carlo Caracciolo) (Claudio Sabelli Fioretti, La Stampa 10/1/2008)

Luca Formenton, figlio di Cristina, è al vertice del Saggiatore dal 1994. (Corriere della Sera 29/01/2008, Benedetta Argentieri)

on una decisione a sorpresa la famiglia Mondadori-Formenton con­suma lo strappo con l’alleato De Benedet­ti, decidendo di vendere a Fininvest e schierandosi con Berlusconi e Leonardo Mondadori. Il ribaltone dà inizio alla guerra di Segrate. (…)Nel gennaio 1990 il Cavaliere si insedia alla presidenza del­la casa editrice. Ma l’Ingegnere contrat­tacca e chiede al tribunale di Milano il sequestro delle azioni dei Formenton, che non avrebbero rispettato i patti sot­toscritti con la Cir: i Formenton si erano impegnati a vendere a De Benedetti il lo­ro pacchetto, pari al 26% di Amef, la fi­nanziaria che controllava Mondadori. Lo ottiene. Così il tribunale per qualche mese, con i titoli sequestrati ai Formen­ton, determina gli assetti di controllo del gruppo editoriale. Nel frattempo però si avvia la macchi­na del procedimento arbitrale, che in so­stanza deve rispondere all’interrogativo sulla validità del contratto Formen­ton- De Benedetti. Il giudizio affermati­vo, che annulla il ribaltone a favore di Berlusconi, arriva il 21 giugno 1990, fir­mata dal collegio composto da Carlo Ma­ria Pratis, Natalino Irti e Piero Rescigno. De Benedetti perciò acquista il controllo del 50,3% del capitale ordinario Monda­dori e del 79% delle privilegiate. E Berlu­sconi perde la presidenza, che passa al commercialista Giacinto Spizzico, uno dei quattro consiglieri espressi dal Tribu­nale, gestore delle azioni contestate. Ma la battaglia non è ancora finita. An­zi. Luca Formenton annuncia: «Faremo ricorso». E la Corte d’Appello di Roma presieduta da Arnaldo Valente, mentre relatore è Vittorio Metta (che nel 1993 lascerà la magistratura per lo studio di Cesare Previti), stabilisce il 24 gennaio 1991 che la decisione degli arbitri è nul­la: una parte dei patti del 1988 tra i For­menton e la Cir è in contrasto con la di­sciplina delle società per azioni, perciò è nullo l’intero accordo, lodo compreso (Sergio Bocconi, Corriere della Sera 4/10/2009).

Quella gran litigata di vent’an­ni fa verteva sul controllo del gruppo Mondadori-l’Espresso, a quell’epoca unito. Il pacchet­to di azioni che decideva sul ve­ro padrone del gruppo era nelle mani di Luca Formenton, figlio di Mario Formenton, che era stato genero del grande Arnol­do. Il giovane Formenton ave­va stipulato un accordo con Car­lo De Benedetti, in base al qua­le, a un certo punto, De Bene­detti sarebbe entrato in posses­so delle sue azioni. Però, un giorno, stanco delle scortesie di De Benedetti, siglò un altro ac­cordo con Berlusconi, che lo corteggiava invece con tutte le squisitezze di cui è capace. Qua­le dei due accordi era valido? Una sentenza di Milano sosten­ne che era valido l’accordo con De Benedetti. Ma subito dopo una sentenza di Roma sostenne che invece l’accordo valido era quello con Berlusconi. Una se­rie di processi hanno poi messo in chiaro che il giudice di Ro­ma, per pronunciarsi a favore di Berlusconi, aveva preso 400 milioni di lire. E perciò l’altro giorno un altro giudice ha stabi­lito che la Fininvest (la società del Cavaliere) rimborsi alla Cir (la società dell’Ingegnere) la somma di 749 milioni e 955 mi­la euro, come risarcimento dan­ni. una sentenza di primo gra­do, però immediatamente ese­cutiva. La Fininvest ricorrerà, ci saranno altri gradi di giudi­zio, ma intanto per il premier è uno smacco. Smacco che forse preannuncia ben altre tempe­ste. (Giorgio DellཿArti, Gazzetta dello Sport 05/10/2009)