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 2010  novembre 25 Giovedì calendario

L´IRLANDA VARA LA MANOVRA BORSE E UE TIRANO IL FIATO - LONDRA

L´Irlanda presenta il budget a base di «lacrime e sangue» che dovrebbe portarla fuori dalla crisi, ma dove la porterà esattamente ancora non è chiaro. Il 7 dicembre si vedrà se la manovra sarà approvata da un Parlamento in cui non sembra esserci più maggioranza. Opposizione e sindacati la criticano e chiedono elezioni anticipate subito. L´agenzia internazionale Standard and Poor´s, il cui giudizio è cruciale per gli investimenti, abbassa il rating dell´Isola di Smeraldo da AA ad A per il lungo termine.
Il primo ministro Brian Cowen per il momento tiene duro: «Le dimensioni della crisi significano che nessuno sarà esentato dai sacrifici necessari alla riscossa nazionale», dice con piglio churchilliano. «Queste misure genereranno fiducia nel Paese e all´estero». Ma gli analisti si chiedono a cosa servirà una finanziaria all´insegna della più severa austerità, basata su previsioni di crescita economica che risalgono all´inizio del mese e che molti a questo punto giudicano eccessivamente ottimistiche. Il piano prevede tagli alla spesa per il welfare, perdita di 25 mila posti di lavoro nel settore pubblico, aumenti delle imposte indirette e sul reddito, per un risparmio complessivo di 15 miliardi di euro in quattro anni, di cui 6 miliardi nel primo anno. Cifre pesantissime, per un paese di appena 4 milioni e mezzo di abitanti, reduce da tre bilanci precedenti all´insegna della forbice. La manovra è così suddivisa: tagli totali alla spesa pubblica per 10 miliardi, aumento di entrate fiscali per 5 miliardi, decurtazione del salario minimo di un euro a 7,65 l´ora, tagli al welfare per 2,8 miliardi e agli investimenti pubblici per 3, taglio del 10 per cento al salario dei neo-assunti nel settore statale, 24750 posti di lavoro eliminati nel settore pubblico, aumento dell´Iva dal 21 al 23%, entrate extra di 1,9 miliardi da imposte su redditi, mentre viene invece mantenuta l´aliquota fiscale del 12,5% sulle aziende.
E´ un budget basato su una previsione di media di crescita del Pil del 2,75% tra il 2011 e il 2014 che gli esperti considerano troppo rosea. «Non mi pare realistica», commenta Stephen Lewis, capo economista della Monument Securities. Dopo una flessione in mattinata forse influenzata dalla riduzione del rating irlandese da parte di Standard and poor´s, l´euro ha chiuso a livelli stabili e le Borse sono risalite quasi ovunque, segnalando almeno temporanea fiducia nella manovra presentata a Dublino (anche il commissario Ue agli Affari Economici, Rehn, ha giudicato il piano di Dublino una manovra solida), con la vistosa eccezione delle banche irlandesi: le quotazioni della Bank of Ireland hanno perso un altro 36% del valore e quelle dell´Allied Irish il 16, dopo il forte declino registrato il giorno prima. In merito, ci sono crescenti segnali che, dopo il soccorso internazionale, probabilmente tutte le banche irlandesi saranno parzialmente o completamente nazionalizzate, «il governo vuole la maggioranza della Bank of Ireland», dice una fonte governativa. E i rendimenti sulle obbligazioni decennali irlandesi sono arrivati al 9,23%, livello a cui Dublino difficilmente potrebbe emettere bond. La situazione rimane perciò quanto mai incerta. Il primo ministro Cowen ha indicato per la prima volta esplicitamente che il pacchetto di aiuti discusso con Ue e Fmi si aggira intorno agli 85 miliardi di euro. La concessione del prestito, il secondo a un paese dell´euro dopo quello della primavera scorsa alla Grecia, è tuttavia condizionata all´approvazione del budget. E tra gli operatori finanziari ci si chiede a cosa serviranno quegli 85 miliardi, se l´Irlanda ha 138 miliardi di debiti con le banche tedesche e quasi 130 con quelle britanniche.