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 2010  novembre 24 Mercoledì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Silvio Berlusconi
Il Ministro degli Interni è Roberto Maroni
Il Ministro degli Esteri è Franco Frattini
Il Ministro della Giustizia è Angelino Alfano
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Mariastella Gelmini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Maurizio Sacconi
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Giulio Tremonti
Il Ministro della Difesa è Ignazio La Russa
Il Ministro dello Sviluppo economico è Claudio Scajola
Il Ministro delle Politiche agricole è Giancarlo Galan
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Altero Matteoli
Il Ministro della Salute è Ferruccio Fazio
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Giancarlo Galan
Il Ministro dell’ Ambiente è Stefania Prestigiacomo
Il Ministro dell’ Attuazione programma di governo è Gianfranco Rotondi (senza portafoglio)
Il Ministro della Gioventù è Giorgia Meloni (senza portafoglio)
Il Ministro delle Pari opportunità è Mara Carfagna (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Innovazione è Renato Brunetta (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Elio Vito (senza portafoglio)
Il Ministro di Rapporti con le Regioni e Coesione territoriale è Raffaele Fitto (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme per il federalismo è Umberto Bossi (senza portafoglio)
Il Ministro della Semplificazione normativa è Roberto Calderoli (senza portafoglio)
Il Ministro di Sussidiarietà e decentramento è Aldo Brancher (senza portafoglio)
Il Ministro del Turismo è Michela Vittoria Brambilla (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Mario Draghi
Il Presidente della Fiat è John Elkann
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Presidente della Rosa per l’Italia è Savino Pezzotta
Il Segretario Nazionale dei Popolari per il Sud è Clemente Mastella

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Jean-Claude Trichet
Il Presidente della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Nicolas Sarkozy
Il Primo Ministro della Repubblica francese è François Fillon
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è José Luis Rodríguez Zapatero
Il Presidente dell’ Egitto è Hosni Mubarak
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Ieri le Borse sono tornate ad andar giù (Milano – 2,07%) e le spiegazioni sono due: il rischio di guerra tra le due Coree (ne parliamo a parte) e la crisi politica irlandese. L’opposizione in Irlanda chiede a gran voce che il governo si dimetta e sembra considerare il prestito da una novantina di miliardi una resa alle cattive potenze straniere che si impossesseranno del Paese e ne faranno un sol boccone.

È così?
Quando il Fondo Monetario Internazionale tira fuori i soldi, vuole che la nazione indebitata si metta a regime e controlla poi che le promesse fatte siano mantenute. La Ue, anche se con uno stile diverso, fa lo stesso. I soldi si dànno in prestito un po’ per volta e, alla vigilia di ogni tranche, c’è una verifica. Per esempio, la Grecia, soccorsa sei mesi fa, s’era impegnata a portare il deficit all’8,1% entro la fine dell’anno. Il deficit sarà invece del 9,4%. Questa notizia, di pochi giorni fa, ha fatto pensare che la prossima tranche del prestito non sarebbe stata erogata o sarebbe stata erogata più tardi. Pare che non sia così e Olli Reh, commissario dell’Unione europea, ha detto che «la data prevista per l’erogazione è sempre stata gennaio». Non mi faccia giurare che sia davvero così, per favore.

Come avvengono questi prestiti?
Il Paese che ha bisogno emette dei titoli, l’istituzione disposta a finanziare li compra e poi li negozia normalmente sul mercato. Nel nostro caso il finanziamento verrà dal fondo speciale da 720 miliardi messo in piedi tra i paesi Ue. Darà 8 miliardi anche la Gran Bretagna. L’Irlanda dovrebbe pagare un interesse simile a quello greco, cioè intorno al 5%. Molto meno di quello che dovrebbe riconoscere se si sottoponesse ai normali tassi di mercato (in questo caso starebbe intorno all’11). Il prestatore più forte è la Germania, segue la Francia, poi l’Italia. Per darle un’idea: la prima tranche del prestito greco fu suddivisa così: 8.3 miliardi la Germania, 6,3 la Francia, 5,5 noi. Non conosciamo ancora tutte le caratteristiche dell’erogazione irlandese, ma le proporzioni e le entità dell’esborso saranno all’incirca quelli.

Quand’è che un Paese capisce di essere sull’orlo del collasso? Glielo chiedo pensando ll’Italia…
Un paese lo capisce come si capiscono sempre queste cose, anche in una famiglia o in un’azienda: a un certo punto non ci sono i soldi per onorare una scadenza. Il governo irlandese ha nazionalizzato le banche, caricando lo stato dei loro debiti, e, per esempio, la Allied Irish deve rimborsare 1,8 miliardi di bond entro l’anno. Il sistema del debito finanziato col debito può sembrare folle, ed è effettivamente folle, ma è quello che seguono tutti, Italia Germania e Francia compresi. L’altro segnale di un prossimo collasso è infatti questo: tu ti presenti sul mercato, come fai – mettiamo - ogni tre mesi, e nessuno ti presta più niente oppure ti chiedono tassi impossibili. Non bisogna farsi ingannare dai tecnicismi: la storia irlandese, la storia greca sono uguali a quelle delle famiglie. Il frigorifero è stato preso a rate e a un certo punto a quelle rate non si possono più onorare. In Irlanda il 10 per cento di quelli che hanno contratto un mutuo non sta pagando, e tra questi morosi ce ne sono 10.900 (su 70 mila) che non stanno pagando da un anno. C’è un altro fatto: i mutui sono stati stipulati in base a una certa valutazione degli immobili. Ma il valore delle case – esattamente come è successo negli Stati Uniti – è oggi quasi sempre più basso del valore del mutuo. Alla fine pagare può non convenire più.

Ma allora dalla crisi non siamo usciti?
E come potremmo esserne usciti? Bisognerà che i debiti di tutti siano diluiti in decine e decine di anni. Oppure che siano polverizzati dall’inflazione. Gli americani stanno immettendo apposta altri 600 miliardi di dollari di liquidità nel sistema: tener basso il valore del dollaro, minimizzare la loro esposizione nei confronti del mondo. La svalutazione del dollaro però ancora non gli riesce. Ieri l’euro – depresso dall’Irlanda - è andato ai minimi di settembre, sotto quota 1,34. La Merkel si dà da fare per buttarlo giù, in modo da stimolare le sue esportazioni. Ieri la cancelliera tedesca se n’è uscita con questa frase: «L’Unione valutaria si trova in una situazione estremamente seria». Il suo ministro delle Finanze, Wolfgang Schäuble ha detto che in gioco c’è il futuro dell’euro. Teniamo conto che l’Irlanda rappresenta l’1% del Pil di Eurolandia. Sono quindi esagerazioni, per ora. Convinciamoci che la fine dell’euro sarebbe catastrofica. Il presidente dell’Unione, Herman Vam Rompuy (è belga), ha detto che la rete anti-crisi è sufficiente a risolvere i problemi dell’Irlanda, e che non c’è quindi da preoccuparsi troppo.

E se casca nella padella anche il Portogallo?
Vam Rompuy sostiene che il Portogallo non ha bisogno di aiuti perché gode di una posizione «sana, completamente diversa». [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 24/11/2010] (leggi)

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