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 2010  novembre 24 Mercoledì calendario

GARIBALDI SDOGANO’ MAFIA E CAMORRA

Mafia e camorra esistevanoda prima dell’Unità, ma eranolimitate nella loro azione dallapolizia borbonica, non sempreefficiente e corretta, ma efficacequanto bastava per contenere laprima nell’ambito di un fenomenodi campagna e circoscrivere laseconda ad alcuni quartieri napoletani.Con l’arrivo di Garibaldi,però, tutto cambia.
I Mille sono preceduti di circaun mese dal viaggio della paranza“Madonnadel Soccorso”, cona bordo alcuni emissari che hannoil compito di cercare gli appoggigiusti e di contattare alleatiin grado di fornire la manod’opera necessaria all’esanguespedizione garibaldina. L’opera -zione somiglia molto ai contattipresi dagli americani con CosaNostra in vista dello sbarco in Siciliadel 1943.
Il piccolo gruppo, guidato daGiovanniCorrao eRosolinoPilo,ha una dotazione di 250.000 lire(circa 700mila euro), messa a disposizionedalla loggia massonica“Trionfo Ligure” di Genovaper aiutare a riscaldare sopiti afflatipatriottici. Lacomitivasbarcaa Messina il 10 aprile 1860 e,con la complicità di tale Artale,prende contatti con notabili ecapi cosca. Il29aprile ilgruppettoè a Palermo. Gli effetti dei contattisi hanno quasi subito dopoCalatafimi, quando compaionogruppi di picciotti, e quando leretroguardie napoletane sonofatte a pezzi dai patrioti localicon modalità tanto barbare dasuscitare lo sdegno di uno comeBixio, che pure non ha mai avutofama di anima molto tenera. I“nuovi garibaldini” partecipanonumerosi alla presa di Palermosenza brillare per particolare ardoreo capacità militare: conmolta evidenza preferiscono icoltelli alle baionette e gli agguatialle cariche frontali.

L’APPOGGIO DEL BOSS

Nell’armata garibaldina, chesi ingrossa strada facendo, i sicilianicostituiscono la presenzameridionale più numerosa: cisono La Masa, Carini, Crispi e altriche riempiranno le cronache -non sempre commendevoli - delnuovo regno. Ancora più evidenteè lo sdoganamento garibaldinodella camorra. Il 6 settembredel 1860 Liborio Romano,ministro borbonico degli Internie della Polizia, manda untelegramma «all’invincibile GeneraleGaribaldi, Dittatore delleDue Sicilie», chiedendogli di entrarea Napoli al più presto e assicurandoglil’appoggio di SalvatoreDe Crescenzo (detto Tore ‘eCriscienzo), che è il capo riconosciutodella camorra e che è incarcere. Romano patteggia conDe Crescenzo la sua liberazionee quella di tutti i camorristi detenutiin cambio dell’aiuto “rivolu -zionario” a Garibaldi, consistentenell’eliminazione «per coltello» dei delegati di polizia e nellapresa di controllo della città.Il vertice camorrista si era giàriunito di sua iniziativa constraordinario tempismo fra il 27e il 28 giugno per definire la strategiadel sostegno a «don Peppino»: per il loro inusitato ruolo di“tutori dell’ordine”, i camorristivengonodotati nell’occasione diuna coccarda tricolore come segnodi riconoscimento. Rassicuratosulla riuscita dell’operazio -ne e sulla sua sicurezza personale,Garibaldi decide così di entrarein città senza i suoi soldati chesono ancora per strada: non hapiù alcun motivo di preoccuparsidelle guarnigioni borboniche(6.000 uomini fedeli al re) chepresidiano i forti cittadini.Il 7 settembre arriva a Napolicon l’unica ferrovia esistente, accompagnatosolo da AgostinoBertani, Enrico Cosenz, AlbertoMario, Giuseppe Missori e fra’Giovanni Pantaleo che ha addobbatoil saio con una fascia tricolore.Sono accolti da LiborioRomano, nella nuova veste diministro garibaldino. Davantialla stazione c’è una folla festosa:è il giorno che precede Piedigrotta.Garibaldi sale su una carrozza:con lui si accomodano fra’Pantaleo, Bertani, il conte GiuseppeRicciardi, Liborio Romanoe un patriota calabrese, DemetrioSalazaro.

CORTEO DI CAPIPANZA

A loro si affiancano con moltaostentazione i nuovi amici: inprima fila siede baldanzoso lostesso “Tore ‘e Criscenzo”, circondatodai suoi “capipanza”:“Michele ’o chiazziere” (l’incari -cato alla riscossione delle tangentidagli ambulanti), “’o schiavuttiello”,e Salvatore (fratello diMarianna, detta “la GiovannaaMarianna de Crescenzo (sorelladi Tore, pudicamente indicatasul documento con il soprannomedi Marianna la Sangiovannara),Antonietta Pace, CarmelaFaucitano, Costanza Leipnechere a Pasquarella Proto, e cioèall’intero vertice femminile dellacamorra. Anche questa organizzazioneviene così “normalizza -ta” e le viene attribuito per meritirisorgimentali un ruolo non piùeludibile nella nuova Italia.

CRIMINALI PATRIOTTICI

Uno degli effetti più duraturidell’Unità è stato proprio lo sdoganamentodelle organizzazionicriminali e l’allargamento anchegeografico delle loro aree di attività.Per questo esse oggi sonoinossidabilmente patriottiche efa benissimo uno come Savianoa proclamare il radicamento dimafia e camorra anche in Padaniaquale segno di raggiunta coesione:è il suo contributo ai festeggiamentidel 150° dell’Unità.