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 2010  novembre 24 Mercoledì calendario

NIENTE SOLDI, SIAMO SCIATORI


Dieci anni di carriera, tre Olimpiadi, cinque Mondiali, cinque vittorie, quattordici podi e zero sponsor. Non fosse che la situazione è tragica e dannata, la congiuntura di Max Blardone avrebbe decisamente qualcosa di comico. La crisi morde tutti, si sa; bambole non c’è una lira è lo slogan ricorrente nel circus; persino l’eterea e detentrice della Coppa Lindsey Vonn per far parlare di se deve posare lasciva, vestita di bianco e con le gambe accavallate come Sharon Stone; ma insomma che uno dei più talentuosi gigantisti del mondo, e uno degli azzurri più estrosi e vibranti, parta per la nuova stagione praticamente senza nemmeno uno sponsor personale, è senza dubbio qualcosa di sorprendente. Eppure succede. Non conta niente che agli ultimi Giochi di Vancouver Blardone abbia chiuso la prima manche a 20 centesimi da una medaglia olimpica; e non conta nemmeno che la sua ultima vittoria sia quella indimenticabile del 20 dicembre 2009 addirittura sulla Gran Risa in Alta Badia. La recessione non fa sconti e paga solo i grandissimi; quanto agli altri, pedalare per la gloria e a testa bassa senza lamentarsi.
La situazione nello sci è generalizzata, eppure questa va raccontata perché per smuovere le montagne il trentunenne Blardone le ha provate davvero tutte. Quest’estate, per esempio, annusata l’aria che tirava, si è messo al computer e ha spedito in giro la bellezza di 170 richieste di sponsorizzazione. Bene. Anzi male. Perché molti non hanno nemmeno risposto; alcuni hanno risposto ma dicendo che per questa stagione non c’erano soldi in budget; uno invece ha risposto sì, ok, parliamone, ma poi non se ne è fatto più nulla. Un disastro.
Il risultato finale è stato che un mese fa, per andare da casa sua a Soelden, in Austria, per l’apertura della Coppa del Mondo (poi la gara è stata persino annullata per nebbia dopo la prima manche), Blardone ha preso la macchina - questa si offerta in comodato d’uso dallo sponsor della FIS - e si è fatto il pieno da solo. Nè la situazione è più incoraggiante con il suo fornitore di sci e scarponi che gli offre in gentile concessione i materiali, oh sì, ma quanto a denaro zero. Nella migliore delle ipotesi, Blardone prenderà soldi a fine stagione: ma ovviamente (ovviamente...) a patto di chiudere tra i primi tre la Coppa di specialità, oppure arrivare almeno sul podio nelle singole gare. Tanto per dire, Max nella coppetta di gigante arrivò terzo nel 2004 e poi secondo nel 2006 e nel 2007. Insomma si può fare, anche se non sarà facilissimo.
Pare che nella situazione di Blardone ce ne siano altri, molti altri, diversi, certo non Giuliano Razzoli che ha capitalizzato al massimo il suo sorprendente oro in slalom alle Olimpiadi di Vancouver e ora vola alto sul movimento, anche se per la verità al debutto in Coppa due settimane fa è volato anche fuori dalla pista dopo dieci secondi di gara. Blardone a 31 anni è invece davanti a un bivio, continuare a rischiare la ghirba ogni giorno per la gloria e nel segno di De Coubertin, oppure continuare a spingere al massimo sperando in una stagione esaltante e in qualche modo gratificante (ma solo in primavera, alla fine, come abbiamo visto). Per Blardone lo sci è passione e lavoro insieme, vedremo in prossimo 5 dicembre a Beaver Creek, in America, dove si riprenderà il discorso Gigante e dove Blardone ha bei ricordi visto che vinse la prova nel 2006. Bei tempi: i soldi giravano, le aziende investivano e un campione non doveva prepararsi gli sci da solo...