Luigi Chiariello, ItaliaOggi 24/11/2010, 24 novembre 2010
UN SISTEMA SANITARIO A CANI E GATTI
Agli animali d’affezione sarà riconosciuto lo status di esseri senzienti. Per essi verrà costituita un’anagrafe regionale dedicata, in cui finiranno i dati di cani e gatti, censiti attraverso un microchip applicato entro il secondo mese di vita. Sugli animali veglierà il sindaco, ritenuto responsabile degli animali presenti sul suo territorio.
E i comuni dovranno garantire livelli essenziali di benessere, per le bestiole in custodia. La loro salute dovrà essere garantita anche in caso di produzioni televisive, pubblicitarie e cinematografiche: cani e gatti dovranno essere visitati da un veterinario nelle 48 ore precedenti la lavorazione e non potranno essere utilizzati in scene pericolose. Non solo: gli animali potranno usufruire di prestazioni sanitarie erogate da un sistema veterinario di base, come avviene per gli esseri umani col sistema sanitario nazionale. Quattro le tipologie di intervento coperte: la profilassi vaccinale, la profilassi e la cura di malattie zoonotiche, la prevenzione e il controllo delle nascite e, infine, l’identificazione elettronica e l’iscrizione all’anagrafe. Ma non finisce qui: verranno costituiti cimiteri e crematori dedicati. E sarà disciplinata l’eutanasia. Chi violerà gli obblighi potrà incappare in multe fino a 20 mila euro. Queste sono solo alcune delle novità contenute nel disegno di legge sulla tutela degli animali d’affezione, al vaglio del prossimo consiglio dei ministri. Un provvedimento che punta a istituire un vero e proprio codice, una legge quadro per la tutela degli animali d’affezione, la prevenzione e il controllo del randagismo. Il testo, però, contiene anche un articolato listino degli obblighi e delle relative sanzioni, da comminare a chi infrange i divieti imposti dal nuovo codice degli animali d’affezione. Vincoli, che devono rispettare tutti coloro che vengono identificati come «responsabili di animali d’affezione». Andiamo con ordine, allora. Le sanzioni. Chi è responsabile di cani e gatti detenuti a scopo di commercio deve identificarli, applicando un microchip, e registrarli nell’Anagrafe regionale degli animali d’affezione. Se non lo fa, entro il secondo mese di vita degli animali, potrà incappare in una multa tra 2 e 6 mila euro. La sanzione salirà a quota 15 mila euro se, poi, alle bestiole non saranno garantiti salute, benessere e cure medico-veterinarie. Altro fronte, il commercio. Il ddl prevede l’arresto fino a tre mesi o l’ammenda da 3 mila a 10 mila euro per chiunque produce, mette in vendita, distribuisce, cede o detiene microchip non registrati per l’identificazione degli animali d’affezione. Stessa pena per chi manomette i microchip, o lavora per impedire la rintracciabilità dei lotti. E ancora, il codice, si diceva, interviene anche in merito di eutanasia, che può essere comminata agli animali solo da un medico veterinario e solo mediante l’utilizzo di farmaci finalizzati alla soppressione eutanasica, dopo aver praticato un’anestesia profonda. Ma questa pratica potrà essere percorribile solo in due casi. Se l’animale è gravemente malato e sofferente con prognosi infausta certificata da un medico veterinario. Oppure, se esiste un rischio elevato per l’incolumità pubblica certificata dal Servizio veterinario ufficiale, dopo una valutazione dei comportamenti dell’animale e l’attuazione di interventi terapeutici dedicati. Detto ciò, il medico veterinario, che non rispetterà questi vincoli verrà punito con la reclusione da tre a 15 mesi o la multa da tremila a 18 mila euro. Tra l’altro, tra gli obblighi di legge a cui il medico verrà sottoposto, rientra anche la scrittura di un certificato, che dovrà riportare tutte le fasi di valutazione dell’animale e la diagnosi conclusiva che attesti la necessità di procedere all’eutanasia.
Multe da 3 mila a 15 mila euro, invece, toccheranno al gestore di un rifugio, che non rispetta l’obbligo di apertura al pubblico, non consente l’accesso alle autorità preposte ai controlli o esercita l’attività senza avere l’autorizzazione sanitaria o il supporto un medico responsabile. E sanzioni della stessa caratura colpiranno anche chiunque, senza l’autorizzazione sanitaria, eserciti attività economiche con gli animali d’affezione. E chi, senza nulla osta sanitario, utilizzi gli stessi animali per mostre, esposizioni, concorsi, prove, gare o altre manifestazioni. Mentre, sarà punito con l’arresto fino a sei mesi con un’ammenda tra 5 mila e 10 mila euro chi acquista, riceve in conto vendita o pone in commercio cani e gatti con meno di due mesi di vita, non identificati e registrati. O animali provenienti da allevamenti o rivenditori non autorizzati. Infine, la sanzione più «salata» scatta per prevenire gli avvelenamenti. In particolare, per i produttori di fitosanitari e sostanze pericolose appartenenti alle categorie dei rodenticidi e lumachicidi ad uso domestico, civile ed agricolo saranno soggetti ad alcuni obblighi. Dovranno cioè: aggiungere ai propri prodotti sostanze repellenti, che li rendano sgradevoli a bambini e animali non bersaglio; indicare modalità d’uso e smaltimento del prodotto, dei suoi residui e degli infestanti morti e rendere leggibile che il prodotto è tossico e pericoloso per persone e animali; garantire la tracciabilità dei prodotti sino all’acquirente finale. Chi non rispetta questi vincoli sarà colpito da una sanzione compresa tra 5 mila e 20 mila euro.