A cura di Jattarelli, Mocci, Urbano, Il Messaggero pag. 5 24/11/2010, 24 novembre 2010
I COMMENTI DEI PREMIATI
(Ieri al Quirinale, Giorgio Napolitano ha consegnato il Premio De Sica, giunto alla 35ma edizione) -
ANDREA CAMILLERI
Con la cultura si mangia, eccome.
MARIO MARTONE
La cultura è un settore legato alla scuola, alla ricerca, all’università. Al futuro di tutti, dei giovani in particolar modo. E’ una speranza, è un’opportunità, è democrazia. La cultura è libertà di espressione.
CARLO VERDONE
Lo stato culturale di un Paese è anche il suo stato di salute. Dal che si deduce che noi in Italia abbiamo una febbre attorno ai 38 gradi e mezzo.
ANTONELLO VENDITTI
Per far capire l’importanza della musica nella nostra vita, proporrei la giornata del silenzio. Una giornata senza musica, senza canzoni in radio e in televisione, neanche negli spot pubblicitari. Pensate sia possibile immaginare una vita così, senza anima né immaginazione?
GIOVANNI VERONESI
Tre cose sono le più importanti in Italia: l’Istruzione, la Salute e la Sanità. Due su tre sono state boicottate dalla Finanziaria. Pensate in che mani siamo!
LINO BANFI
Il Paese deve essere coeso e riflettere, come dice Napolitano. Questo grande Presidente che se la prende a cuore per la Cultura e lo Spettacolo.
ALESSANDRO GASSMAN
Giorgio Napolitano è uomo intelligente. E ha ragione quando parla delle generazioni future: non devono scontare gli errori commessi nel presente. Non possiamo lasciargli debiti culturali, ma un’eredità culturale.
RICCARDO SCAMARCIO
Il nostro settore genera ricchezza, la cultura è un’industria fatta di artigiani, tutti professionisti, che si tramandano il lavoro di generazione in generazione, e creare lavoro per i giovani che vogliono apprenderlo, come le antiche botteghe di una volta. Solo il settore dell’audiovisivo conta tante persone, circa 250 mila, paragonabile allo stabilimento Fiat di Torino. L’Italia vive storicamente di turismo e di cultura, di cui ne è ricca. Che senso ha non investire sopra? Mi sembra autolesionismo.
DONATELLA FINOCCHIARO
La cultura va preservata perché è il nutrimento dello spirito, soprattutto per le nuove generazioni.
RAFFAELE PAGANINI
La cultura è il petrolio dell’Italia. Ma devono darci le raffinerie, e invece ci stanno chiudendo tutti i tubi. Il mondo della danza, nella fattispecie, è in ginocchio. Siamo sempre stati considerati l’ultima ruota del carro, ora con i tagli siamo crollati nello strapiombo. Non riusciamo a programmare la prossima stagione, siamo allo sbando totale. Dateci le raffinerie, noi siamo il petrolio.
PIERS HAGGARD
In Francia e più in generale in Europa si segue con apprensione e sconcerto il futuro della cultura italiana.
DARIO EDOARDO VIGANO’
Di fronte a una situazione di crisi, la soluzione non sta nella mortificazione, piuttosto nell’enfatizzazione del settore, perché il sistema cultura è una risorsa su cui investire, sia da parte dello Stato che dei privati. Servono utili sinergie, piuttosto che frammentari distinguo o nocive frammentazioni: per definizione, la cultura è collettiva, gestaltica.
LUCA VERDONE
Il nostro paese per la sua storia e per la sua tradizione dovrebbe valorizzare soprattutto le proprie risorse culturali. E’ deprimente ripeterlo ad ogni vigilia di legge finanziaria, ma è così.
ANDREA PURGATORI
Negli Stati Uniti dove il cinema è un’industria seconda solo a quella delle automobili, ci sono 22 leggi di sistema sulla defiscalizzazione: permettono ad aziende, sponsor, piccole imprese e privati in genere, di investire nel cinema, nella tv e nell’arte pagando in sostanza meno tasse. Qui da noi ce n’erano due ottime, il tax credit e il tax shelter, bloccate senza motivo. Che ci ridiano almeno quelle.
VINCENZO CERAMI
La crisi economica è una scusa. Mandare in rovina la cultura e i beni archeologici è rinunciare alla nostra più preziosa ricchezza.
VALERIA SOLARINO
La scorsa estate ero a Londra e vagavo un po’ triste per la città. Sarà stato il cielo grigio o la nostalgia di casa. Stancamente decisi di visitare il Tate Modern e subito dopo mi infilai in un cinema. Non ho capito molto, Né di quell’arte moderna, né del film. Ma la tristezza era passata, mi sentivo bene. Qualcuno ha detto che “con la cultura non si mangia”. Usando un altro slogan rispondo che “non si muore solo di fame”.
ENRICO PIERANNUNZI
Ridurre le risorse culturali uccide le speranze di chi decide di dedicarsi a queste attività, specie i giovani che iniziano o vorrebbero iniziare ora. Stanno buttando via talenti, ci stanno trattando come la spazzatura di Napoli. Di questo passo, anche noi musicisti, teatranti, artisti e attori, saremo costretti a lasciare il nostro paese e andare all’estero, come gli scienziati e i ricercatori universitari.
MASSIMO MONACI
Le imprese private che fanno cultura non vengono considerate legislativamente alla pari di tutte le altre. Così gli attori, non equiparati a tutti gli altri lavoratori. Mi chiedo il perché. Lunedì sera, girando per la città senza spettacoli e con le insegne dei locali spente, mi è sembrato tutto più triste
ELEONORA DANCO
L’arte vede in anticipo la realtà. Il teatro, nella fattispecie, deve sforzarsi di stare un passo avanti, di essere l’anima critica della società. Non so se questo passa attraverso l’istituzione, ma in questo modo le istituzioni chiudono in modo violento e umiliante un confronto.