Gabriele Parpiglia, Chi, n. 47, 24/11/2010, pp. 60-64, 24 novembre 2010
Giuseppe Scopelliti, per due mandati sindaco di Reggio Calabria (nel 2007 ottenne oltre il 70 per cento dei consensi) e oggi governatore della Regione
Giuseppe Scopelliti, per due mandati sindaco di Reggio Calabria (nel 2007 ottenne oltre il 70 per cento dei consensi) e oggi governatore della Regione. «Ogni momento potrebbe costarmi la vita. Ma non mollo. Non è incoscienza, ma la voglia di rinnovamento, la voglia di non deludere […]. Poche settimane fa ho ricevuto per posta, al Palazzo della Regione, due proiettili. Per prima cosa ho chiamato mia moglie Barbara, volevo che lo sapesse dalla mia voce e non dalla stampa. Poi ho allargato le spalle e ho continuato a lavorare. Ripeto: non mollo, non mollerò mai». Contro chi combatte? «Contro quella che io chiamo la zona grigia ovvero la borghesia mafiosa. Non la vedi, non la tocchi, non la senti, ma c’è. Sono quegli intrecci perversi, quelle lobby che s’innestano nel quadro istituzionale calabrese. Per questo io miro a colpire le lobby. Lo Stato sequestra i beni alle famiglie mafiose e poi le stesse persone, che ti stringono le mani per il lavoro compiuto, le vedi passeggiare sul lungomare con questo o con quell’affiliato. Una situazione paradossale».[…] Lei nasce come delfino di Gianfranco Fini. Oggi, periodo di grande crisi politica, con chi si schiera? […] «Ho sempre sognato il Pdl con due grandi leader: Fini e Berlusconi. Credevo che Gianfranco fosse il naturale erede di Silvio. […] A Gianfranco, non lo nego, mi lega un grande affetto. Ma politicamente ho scelto Berlusconi. Gli italiani hanno bisogno di lui e non vogliono andare al voto […]. Nella mia famiglia si respirano grande amore e grande complicità. Dietro ci sono un ideale e un’idea che né io, né la mia famiglia vogliamo tradire. Sogniamo di cambiare la Calabria e lo faremo in silenzio, perché, se lo ricordi, la ’ndrangheta fa rumore, i calabresi, invece, sono silenziosi».