Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  novembre 24 Mercoledì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "FIORINI

FLORIO"

2009
[...] Filippo Lamanna […] è stato giudice delegato nel crack della Sasea di Florio Fiorini agli inizi degli anni ’90 […].
Fonte: Stefano Elli, Il Sole-24 Ore/Plus 27/6/2009.

Nel ’94 Sanza [Angelo Mario, parlamentare] aveva avuto il privilegio di essere il primo onorevole indagato della seconda Repubblica. Tutta colpa di 200milioni di lire ricevuti dal finanziere Florio Fiorini, tramite una società svizzera.
Fonte: Peter Gomez, L’Espresso, 21 maggio 2009.

2008
[Tanzi rinviò il crack Parmalat ottenendo un finanziamento dal Monte dei Paschi, a condizione però che vendesse la televisione Odeon]. Odeon fu quindi ceduta a Florio Fiorini.
Fonte: Giorgio Dell’Arti, Vanity Fair 11/4/2008.

[Cesare Geronzi negli anni Sessanta è a capo dell’Ufficio italiano cambi, il fixing da cui si governa la difesa della lira dalle speculazioni internazionali]. Florio Fiorini, che all’epoca guidava un team di speculatori sulle valute, ogni tanto riceveva una telefonata di Geronzi – da loro soprannominato il dottor Koch – che gli diceva: «State esagerando» e Fiorini e i suoi prendevano subito qualche giorno di vacanza […].
Fonte: frammento 160956.

[Il finanziere Giancarlo Parretti] diede assalto nientemeno che alla Metro Goldwin Mayer. Finì arrestato assieme al socio, Florio Fiorini, ex direttore finanziario dell’Eni già passato dal carcere in Svizzera dopo precedente crac.
Fonte: Jacopo Iacoboni, La Stampa 25/6/2008, pagina 18.

2007
[Il Creédit Lyonnais col banchiere francese Jeane-Claude Trichet] cambia pelle e filosofia. Il nuovo slogan recita ”il potere di dire sì” e in effetti dice sì anche a Giancarlo Parretti e Florio Fiorini quando si mettono in mente di prendere al laccio niente meno che il leone della Metro Goldwyn Mayer.
Fonte: Stefano Cingolani, Il Foglio 28/12/2007.

2005
[È attraverso una sua filiale specializzata in finanziamenti con sede in Olanda che la banca francese Crédit Lyonnais] si è invaghita di personaggi come […] Florio Fiorini e della sua holding svizzera Sasea.
Fonte: Il Sole 24 Ore 27/12/2005, Michele Calcaterra.

2004
Se ha ragione il ”bucaniere” Florio Fiorini e «Parmalat è una Sasea industriale»; […] bisogna riprendere in mano il filo dei rapporti tra Collecchio e il sistema creditizio italiano e internazionale.
Fonte: Carlo Bonini, Giuseppe D’Avanzo la Repubblica, 26/03/2004.

Florio Fiorini è stato un «bucaniere» della finanza internazionale, un fantasioso «lavandaio» (è un’autodefinizione). Oggi, dopo quattro anni di prigione in Svizzera, assegnato (come si dice) ai servizi sociali per le condanne in Italia, è un pacioso signore innamorato di numeri e percentuali, apparentemente pacificato con se stesso e gli altri, alle prese con qualche acciacco del corpo e molti ricordi. Tra i suoi ricordi, c’è Calisto Tanzi. Florio Fiorini ebbe come socio don Calisto in una finanziaria che lanciò all’inizio degli anni Ottanta, la Sidit, Società italo-danubiana d’investimenti e trading. Ma soprattutto lo liberò del «vuoto a perdere» di Odeon Tv dove il Lattaio aveva versato in pochi anni 80 milioni di euro (anno 1988/89): era la condizione essenziale offerta a don Calisto per incassare un prestito di 120 miliardi dalla merchant bank del Monte dei Paschi di Siena. Le cose andarono così (Fiorini le ha raccontate in un interrogatorio, pubblicato da Milano Finanza). «Noi della Sasea, quando abbiamo acquistato Odeon Tv da Tanzi, l’abbiamo messa in fallimento e fatto il concordato fallimentare al 25 per cento, pagando cioè soltanto 25 miliardi anziché 100». Pagando? Si fa per dire. Fiorini: «I 25 miliardi ce li aveva dati il San Paolo. Ero andato a chiederli a Torino. Il vicedirettore della banca sentì il presidente Zandano e in mezz’ora ci concesse il credito. Naturalmente mi sono ben guardato dal restituire i 25 miliardi al San Paolo». In poche righe, avete letto del «metodo Sasea». Si tratta di questo. Fiorini fonda la finanziaria Sasea. Apre una sede a Ginevra e attende i clienti che non mancano. I clienti non sono altro che le banche alle prese con crediti inesigibili e un cliente «praticamente fallito». I banchieri vanno allora da Fiorini a Ginevra («C’era la fila davanti alla porta dell’ufficio») e gli propongono di acquistare - con un finanziamento della stessa banca - quella società a mal partito. Chiaro, no? La banca ha tra i clienti un’impresa che non è in grado rimborsare il debito concessole. Finanzia allora Fiorini che, con i soldi di quella stessa banca, compra l’impresa. La banca elimina dai suoi bilanci il credito inesigibile, incassa addirittura le provvigioni per il nuovo affare. Gli azionisti sono contenti. Il management anche. Fiorini intasca il denaro che «naturalmente» non pensa di restituire e, in più, prova a fare qualche soldo da quel che ha comprato, magari smembrandolo, infiocchettandolo e vendendolo. I «bucanieri» chiamano quest’operazione «il cambio di cavallo». Fiorini trova ora una posizione più comoda sul divano e dice: «Parmalat non è stata che una Sasea industriale». Come dire, una pattumiera dove le banche hanno scaricato imprese decotte e crediti inesigibili. In cambio, don Calisto ha potuto contare sul denaro fresco che lo ha tenuto a galla per 15 anni. Spiega Fiorini: «Parmalat è diventata una Sasea industriale soltanto nella fase terminale della sua lunga malattia. Conviene allora chiedersi che cosa ha provocato la malattia e, per rispondersi, bisogna conoscere la legge dell’interesse composto. Voi la conoscete, la legge dell’interesse composto?». […] Un’altra causa evidente dell’indebitamento [di Parmalat] è, secondo Florio Fiorini, la distribuzione indebita dei dividendi.
Fonte: Carlo Bonini, Giuseppe D’Avanzo la Repubblica, 23/03/2004.

[Già alla fine degli anni Ottanta la Parmalat era quasi fallita, salvata dal finanziere Giuseppe Gennari]. Meno di pubblico dominio è che la società di Gennari, la Finanziaria Centronord (Fcn), come ricorda Florio Fiorini che vi investì una parte della sua liquidazione dell’Eni, fosse «più o meno una società di strozzo che erogava modesti prestiti a piccoli imprenditori, a commercianti e artigiani scontando i crediti presso il Monte dei Paschi di Siena dov’era direttore generale Carlo Zini che la Fcn aveva fondato e poi abbandonato».
Fonte: Carlo Bonini, Giuseppe D’Avanzo la Repubblica, 21/03/2004.

[…] rimangono oscuri i veri motivi che spiegano il viaggio a Londra di Calvi […] dopo l’ultima cena a cui parteciparono Florio Fiorini, ex direttore finanziario dell’Eni nonché fondatore della Sasea, rilevata dal Credito svizzero e dal Vaticano, e Karl Kahane […].
Fonte: Fabio Tamburini Il Sole 24-Ore, 14/01/2004.

[Scandalo Eni-Petromin, scandalo Ambrosiano e Conto Protezione a favore del Psi craxiano]. In due anni, Di Donna e Florio Fiorini, direttore finanziario dell’Eni, fecero transitare nella banca di Calvi e della P2 […] 167,5 milioni di dollari di allora, più 100 milioni di franchi svizzeri, con un collaudato sistema di speculazione sui cambi.
Fonte: frammento 110470.

Florio Fiorini, autore della bancarotta Sasea che gli è costata 4 anni di galera, rivela che Parretti [suo socio nella scalata alla Mgm] è sempre stato un megalomane: «Estate 1990. Sono a Linate. Sto aspettando Giancarlo che deve arrivare col suo Gulfstream IV. Dobbiamo chiedere aiuto a Berlusconi per la scalata Mgm. Lui atterra e nemmeno mi saluta: «Florio, hai visto l’aereo di Silvio? Ha comprato anche lui un Gulftream IV e ci ha messo sopra i colori Finivest. Appena compriamo la Mgm, io ci metto sopra il leone ruggente». I soldi per il jet se l’era procurati vendendo con Fiorini la compagnia d’assicurazioni Ausonia: 40 miliardi a testa […] la scalata alla Mgm, costellata di episodi grotteschi. Uno memorabile: il terzetto Parretti, De Laurentis e Fiorini si presenta, con una manciata d atricette, nel ranch di Ronald Reagan per offrirgli la presidenza della Mgm. L’ex presidente ce li manda senza tanti complimenti.
Fonte: Alberto Statera, "Affari e Finanza", 17/5/2004 pagina 11.

[L’esperienza Odeon tv di Tanzi] Chiuso con 30 miliardi di perdite e il passaggio di testimone a Florio Fiorini, chiamato con la sua Sasea a fare da "discarica" per molti dei crack dell’epoca.
Fonte: frammento 83306.

La sua strada [di Giancarlo Parretti] si incrocia per la prima volta con quella di un altro finanziere, Florio Fiorini, quando cerca di vendere il gruppo assicurativo milanese (Sapa, Ausonia, Intercontinentale e Veneta) rilevato da Pino Cabassi.
Fonte: frammento 66543.

[Geronzi neggli anni Sessanta all’ufficio cambi]. Florio Fiorini, grande esperto all’Eni di speculazioni sui cambi e fondi neri, quel periodo sul finire degli anni Settanta l’ha raccontato così: ”C’era una cordata di amici, ci avevano soprannominato la banda dei sette, eravamo il terrore delle banche centrali. Ogni tanto mi chiamava il dottor Geronzi, responsabile dei cambi di Bankitalia: dottor Fiorini - mi faceva - non le sembra che lei e i sui amici stiate un po’ esagerando? Io chiamavo gli altri: ragazzi, il dottor Koch - così lo chiamavamo in codice - è incazzato, qualche giorno di tregua, please”.
Fonte: frammento 13000.

1999
10 Febbraio [1993] - Florio Fiorini parla ai giudici di Milano del ’’Conto Protezione’’. Claudio Martelli, Psi, riceve un avviso di garanzia per il crack Ambrosiano e si dimette da Ministro della Giustizia.
L’Espresso del 18 novembre 1999 e archivio ANSA.