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 2010  novembre 24 Mercoledì calendario

Berlusconi, lite in tv “Ho mantenuto tutte le promesse” - Scontro in diretta tv sui rifiuti in Campania

Berlusconi, lite in tv “Ho mantenuto tutte le promesse” - Scontro in diretta tv sui rifiuti in Campania. In serata la polemica approda a «Ballarò». Il premier Silvio Berlusconi telefona per contestare un servizio che ritiene «mistificatorio», rivendica di aver mantenuto le promesse fatte a Napoli risolvendo i problemi per i quali si era impegnato, poi s’innervosisce, duella con il conduttore Floris, non risponde alle sue domande («questo era l’accordo», spiega il giornalista), infine accusa la Rai e chiude la telefonata. Nel frattempo, in Campania si continua a discutere di inceneritori. Se non fosse per lo splendido lungomare, per quel centro storico tipico di una città del sud, sembra di essere sbarcati in Svizzera. Città pulita, a quaranta minuti di treno da quel «disastro ambientale» che è diventata Napoli. Da quell’incubo dei rifiuti che non si sa dove mettere, anche se dovessero arrivare i militari. Che mal digerisce la ramanzina della Ue che prende atto dei ritardi e delle prese in giro di chi governa. L’artefice di questo miracolo salernitano è a palazzo di Città. Al secondo piano, il sindaco Vincenzo De Luca ha appena e amabilmente chiacchierato con il maestro Lorin Maazel. Ma quando si parla di inceneritori e monnezza, la sua pressione sanguigna deve subire dei picchi preoccupanti. E si sfoga De Luca: «Il governo si deve vergognare perché ha impedito che la gara per l’inceneritore andasse in porto. Dal luglio del 2009 Palazzo Chigi non ha mai risposto alla mia richiesta di avere la certezza che le province della Campania, naturalmente esclusa Napoli, dovessero conferire i loro rifiuti nell’inceneritore di Salerno. Senza la certezza dei conferimenti, quale imprenditore serio può decidere di investire 300 milioni di euro nell’impianto che può bruciare 350.000 tonnellate di rifiuti?». Accuse politiche molto circostanziate. E oggi che il nodo degli inceneritori è arrivato al pettine, il sindaco di Salerno si dice ottimista: «Gli inceneritori sono un diversivo. Domani Napoli dove porterà i rifiuti? Su questo il governo non è in grado di rispondere. Che sia chiaro che se puntano al bando di gara del presidente della Provincia, sappiano che l’inceneritore non si farà mai. Ma se le indiscrezioni sul decreto si riveleranno esatte, quel bando sarà annullato e spetterà al governatore Caldoro promuoverne un altro». Sull’inceneritore che ancora non c’è, si è aperto lo scontro politico interno al Pdl, con Mara Carfagna da una parte, e il coordinatore regionale Nicola Cosentino e i presidenti delle Province di Salerno e Napoli, Edmondo Cirielli e Luigi Cesaro. E se le indiscrezioni sul decreto approdato ieri sera al Quirinale si riveleranno esatte, Mara Carfagna (e il sindaco De Luca) potrà dichiararsi soddisfatta. Perché sarà il commissario governatore Caldoro a gestire la partita degli inceneritori e non i presidenti di Provincia. È infastidito il sindaco del miracolo salernitano («Facciamo il 72% di differenziata, a dicembre apriremo l’unico impianto di compostaggio della regione»). E poi, De Luca, si lascia scappare che il bando di gara del presidente della Provincia, Edmondo Cirielli, è destinato a essere impugnato dal comune o dalle imprese interessate. «Il bando prevede che la nomina di direttore dei lavori sia di competenza della impresa che fa i lavori. La legge stabilisce che la nomina venga fatta dalla stazione appaltante, in questo caso dalla provincia di Salerno». Ma mentre si consuma una guerra di potere attorno agli inceneritori che verranno («In gioco ci sono mille milioni di euro», dice il sindaco), Salerno si prepara a una battaglia per gestire l’inceneritore. Il decreto legge affida pieni poteri al governatore della Regione, Stefano Caldoro. «La Regione legifera - è la tesi di De Luca - la gestione spetta ai comuni». Il decreto legge a questo punto è pronto a entrare in vigore. Il timore è che sia un «decreto elettorale». E questo perché secondo chi ha partecipato alla riunione a Palazzo Chigi, proroga di un altro anno gli stipendi per le migliaia di dipendenti dei Consorzi, che avrebbero dovuto occuparsi di differenziata. Avrebbero. Poi si cancellano le discariche della discordia, e si affidano dal primo gennaio prossimo pieni poteri alle Province per la gestione del ciclo dei rifiuti.