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 2010  novembre 24 Mercoledì calendario

Il Fatto. Libro in gocce. Puntata numero 18 - Ebla. La città del trono di Paolo Matthiae, Einaudi, 2010

Il Fatto. Libro in gocce. Puntata numero 18 - Ebla. La città del trono di Paolo Matthiae, Einaudi, 2010. 34 euro. Rif. Database libro 139556 Rif. Biblioteca 1385669 TRONO Ebla, sessanta chilometri a sud di Aleppo, nella Siria settentrionale, definita “città del trono” nel Poema della Liberazione, una decina di canti in hurrito scritti nel XIV secolo a.C. EBLA Il nome di Ebla, sparito con l’età del Bronzo e ricomparso alla fine dell’Ottocento, dopo trenta secoli, in copie d’iscrizioni della dinastia di Akkad. L’immagine della città è stata ricostruita negli ultimi anni grazie a scavi cominciati nel 1964 e ancora in corso. DISTRUZIONI Nell’arco della sua storia, quasi mille anni, Ebla fu distrutta tre volte: nel 2300 a.C., nel 2000 a.C. e, definitivamente, nel 1600 a.C. VOLONTÀ La distruzione della città, percepita come segno della volontà divina d’annientamento. CINQUANTA Igrish-Khalab, Irkab-Damu e Ish’ar-Damu, i tre sovrani di Ebla, nel complesso regnarono per una cinquantina d’anni. Il primo per più di cinque, il secondo per meno di dieci, il terzo per più di trenta, forse 36. SCRITTURA La scrittura cuneiforme, inventata nella seconda metà del IV millenio a.C. nella Bassa Mesopotamia, adottata per la prima volta in modo diffuso ad Ebla. AFFARI Ebla faceva affari con l’Egitto e gestiva il commercio dei lapislazzuli. In cambio riceveva profumi ed essenze che viaggiavano in coppe di diorite e alabastro. LAPISLAZZULI Il lapislazzuli, la pietra più pregiata nel mondo orientale antico. Si diceva che di lapislazzuli fossero fatti capelli e barbe degli dèi. CEREALI Altre attività su cui si reggeva l’economia eblaita: produzione di metalli, coltivazione di cereali, ulivo e vite e controllo dell’approvvigionamento di legno, argento e rame. In questo modo la città del trono divenne centro politico ed economico del III secolo a.C. CEDRO Nelle valli di Nilo, Tigri ed Eufrate, prive di alberi dal fusto lungo e resistente, Ebla mandava legno di cedro. CONTABILITÀ Messaggeri e mercanti, inseriti nel libro paga del Re. Il personale femminile del Palazzo, le “donne del Re”, erano oggetto di contabilità separata. DONNE Le “donne del Re” si dividevano in “donne del Re” e “giovani donne del Re”. Le prime avevano diritto a razioni più elevate delle seconde. Alcune passavano dal secondo al primo gruppo non si sa in virtù di quali qualità. TRE I tre protagonisti della comunicazione nella cultura eblaita: dèi, sovrani, sudditi. Gli dèi potevano accettare o respingere quanto i re riferivano, premiando o punendo le loro azioni. RAPI ‘RUNA Il primogenito e la primogenita del re erano i responsabili del rito funebre del padre. Il sovrano morto entrava a far parte dei rapi ‘runa, gli antenati divinizzati che proteggevano la comunità. ALDILÀ Credenze mesopotamiche e babilonesi raccontavano che dopo il funerale il re galoppasse nel deserto come un toro selvaggio. Il deserto alludeva alla regione desolata dell’Aldilà, prefigurazione degli Inferi. KURA Il dio Kura era il capo del Pantheon eblaita nell’età degli Archivi (III millennio a.C.). Si diceva dispensasse fertilità e dominasse gli abissi. ISHKHARA Nel pantheon eblaita dopo Kura c’era Ishkhara, dea della fertilità e dell’amore, protettrice della regalità, signora degli scorpioni. Altre divinità: Adda, Rashap, Saza, Ishtar, Ashtabil, Gamish, Shamash, Agu ecc. SCOMPARSA Nei primi secoli dell’età del Ferro il nome stesso di Ebla era già stato dimenticato. Secondo antiche fonti aramaiche la regione di Ebla si chiamava, ormai, La’ash. ONORARE Ad Assur, capitale dell’Assiria, parecchi decenni dopo la distruzione della città del trono si onorava ancora Ishtar Elbaitu, la Ishtar di Ebla.