Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Gli ispettori dell’Unione europea sono andati ieri a Napoli per rendersi conto di persona della situazione rifiuti (per ora niente da fare) e delle multe da comminare (quasi sicuramente sì).
• Che hanno detto?
Ecco la dichiarazione di Pia Bucella, responsabile della Direzione generale ambiente della Ue e capo-missione: «La situazione non è molto diversa da quella di due anni fa. I rifiuti sono per le strade, non c’è ancora un piano di trattamento e gestione della differenziata. Siamo favorevoli a liberare i fondi non appena ci sarà un piano di gestione adottato e implementato. Non basta un piano sulla carta, ma deve essere realizzato fattivamente. Dobbiamo garantire che la nuova direttiva sui rifiuti, che entra in vigore il 12 dicembre e che l’Italia ha già recepito, sia pienamente rispettata».
• Le multe?
«Finora non ce ne sono state, ma ogni sentenza della Corte di giustizia deve essere eseguita in 12-24 mesi. Non è immaginabile che passino 15 anni». È sempre la Bucella che parla.
• Non hanno emesso un decreto nel Consiglio dei ministri della settimana scorsa?
Napolitano ieri ha dichiarato che a lui non è arrivato nessun decreto. «Il capo dello Stato si riserva pertanto ogni valutazione sui contenuti del testo quando gli verrà trasmesso». È la storia della Carfagna: il ministro, che si sente impegnata sui temi della Campania dopo il successo elettorale dell’anno scorso, aveva ottenuto da Berlusconi che la questione dei due termovalorizzatori di Salerno e Napoli-Est fosse affidata alla Regione, cioè al presidente Caldoro nella veste di commissario straordinario. C’è stata allora la rivolta degli uomini di Nicola Cosentino, coordinatore del Pdl in Campania, e del presidente della Provincia di Salerno, Edmondo Cirielli, che su questa materia, a quanto pare, vogliono mano libera. Si tratta di almeno un miliardo di euro. Cosentino è inquisito, come saprà, per collusioni con la camorra, e Cirielli è un suo uomo. Presunti innocenti, fino a prova contraria, però... Per bloccare la Carfagna e indurre Berlusconi a lasciare la cosa in mano alle Province, Cosentino avrebbe minacciato di far disertare ai suoi l’aula di Montecitorio, il giorno della fiducia. Il consiglio dei Ministri ha risolto la questione affidando i termovalorizzatori alle Province sotto il coordinamento della Regione. Un compromesso alla peggior democristiana che ha l’aria di poter paralizzare tutto. Caldoro ha detto che, se non succede niente, ci vorranno 36 mesi per mettere a posto la situazione.
• Com’è la situazione adesso?
In città ci sono tremila tonnellate di rifiuti non raccolti. In provincia si superano le ottomila. Cumuli di sacchetti appesantiti e sfaldati delle piogge, che occupano marciapiedi, strade, isolati e si innalzano fino a ricoprire le vetrine dei negozi con i primi addobbi di Natale o le facciate dei palazzi. Stanno arrivando animali randagi, topi, blatte, insetti. Maria Triassi, del Dipartimento di Igiene della Federico II, e Andrea Simonetti, membro della Società italiana di Igiene, dicono che «esiste un pericolo igienico-sanitario che può trasformarsi in un serio rischio per la salute. C’è un rischio di infezioni gastro-intestinali». Le televisioni hanno mostrato il caso della scuola Paisiello ai Quartieri Spagnoli: un pezzo di strada lungo cento metri invaso dalla spazzatura fino a un metro d’altezza. L’ingresso è bloccato e le mamme hanno comunque annunciato che i figli a scuola, in queste condizioni, non ce li mandano.
• Peggio di due anni fa?
Sì, è peggio. Due anni fa, per fronteggiare l’emergenza, vennero riattivate le due discariche di Savignano Irpino e di Sant’Arcangelo Trimonti, e si tenne aperta quella di Macchia Soprana. Ci si accordò con i tedeschi per mandare cinque treni a settimana in Germania, ciascuno ogni volta con mille tonnellate di rifiuti. Piemonte, Lombardia, Puglia e Veneto accettarono di smaltire altra immondizia. Inoltre, allora, vennero prese altre decisioni - all’apparenza tassative - e i due termovalorizzatori di cui si discute adesso avrebbero già dovuti essere realizzati. Adesso la Lega ha già detto che di rifiuti napoletani al Nord non se ne parla. Non ci sono posti dove portare i rifiuti. O, almeno, non in questo momento. Berlusconi ha la testa ad altre cose e il governo, allora talmente forte da permettersi di militarizzare la zona, adesso è debolissimo. Un minimo passo falso e di casi Carfagna potrebbero essercene decine. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 23/11/2010]
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