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 2010  novembre 23 Martedì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE “CHANEL

COCO”
- Philips nel ’95 si è ispirato alle parole di Coco («prima di me nessuno osava vestire di nero») per creare Rouge noir, nero unito al granato (Giancarla Ghisi, Corriere della Sera 20/11/2010)
- «Profumatevi dove vorreste essere abbracciate» (Coco Chanel) (Roberta Camesasca, varie)
- (Le perle) Contraffatte, truccate, taroccate, svendute nel bazar delle cineaste. Volgarizzate insomma tanto che, per distinguersi, già Jacqueline Kennedy e Coco Chanel ne indossavano di rigorosamente false (Alessandra Iadicicco, Il Sole 24 Ore 12/9/2010)
- «Non esistono donne brutte, solo donne pigre» (Coco Chanel) (APPUNTI PER VOCE ARANCIO 5/5/2010 -)
- «La moda passa, lo stile rimane» (Coco Chanel) (QUESTIONE DI STILE, PER VOCE ARANCIO)
- Le perle, secondo Coco Chanel, illuminano il viso attenuando le rughe. Fanno risaltare il candore dei denti (Antonella Amapane, La Stampa 19/10/2009)
- CHANEL N° 5 20 tonnellate Di gelsomini raccolti ogni anno per il N° 5 Ideato dalla celebre Coco Chanel nel 1921 è il primo profumo in classifica nelle vendite in tutto il mondo: ogni 30 secondi viene venduto un prodotto del N°5. La sua fragranza contiene 3 fiori: l’ylang-ylang ,il gelsomino di Grasse e la rosa di maggio (Il Sole-24 Ore 28/9/2009)
- Al posto d’onore c’è l’indiscusso classico di Chanel: la (borsa) 2.55, chiamata così dopo che Coco Chanel la lanciò nel febbraio 1955. Come molte altre icone di Chanel - soprattutto i profumi, il numero 5, il numero 19 - i numeri sono parte della mistica, codici legati all’origine dell’oggetto (il secondo mese del 1955, la quinta bottiglia di profumo, scelta da Mademoiselle in persona) e a volte al luogo dove l’oggetto ci condurrà (la prima fila di una sfilata). Eppure la 2.55 si è trasformata in un classico, i cui giorni non si contano più (Justine Picardie, La Stampa 28/3/2009)
- Un giorno (Paule Poiret, stilista) incontrò Coco Chanel vestita di nero e lui, che odiava sia quel colore che la nuova giovane diva della moda, le chiese ironico: per chi porta il lutto signora? «Per lei signore», fu la risposta crudele. (La Repubblica 29/04/2007, pagg.40-41 Natalia Aspesi)
- Coco Chanel, nella suite del parigino hotel Ritz dove viveva da anni, (nel momento della morte) si allungò sul letto vestita di tutto punto e alla cameriera sussurrò: «La morte è dunque questa». (Marina Verna, La Stampa 12/4/2007, pagina 38.)
- Tubino nero. Definito la ”Ford della moda”, per la sua linea slanciata e elegante, fu disegnato nel 1926 da Coco Chanel, ispirata dall’uniforme dell’orfanotrofio dove era entrata a dodici anni. Imitato e riprodotto in versioni meno care, Coco ne traeva motivo di vanto: "Se non fosse per le mie assistenti non ufficiali, mesdames les copistes, dove andrebbero tutte le signore che vogliono i miei modelli e che io non posso accontentare?". (Cinzia Felicetti, Assolutamente glam, Sperling & Kupfer Editori, 2005, 211 pagine, 14 euro.)
- «Ci si può abituare alla bruttezza, alla trivialità mai, disse un giorno Coco Chanel (Corriere della Sera 17/11/2005, pag.45 Paolo Isotta)
- La Garbo li usava sempre, con giacche di tipo maschile, scarpe basse, cappelli a tesa larga. Uno stile che ha ispirato Armani, moltissimi anni dopo. Inarrivabile modello d’eleganza, per quanto trascurasse l’abbigliamento e detestasse le boutique. ”Indossa una pelliccia come se fosse la giacca di uno scaricatore di porto e la giacca di uno scaricatore come una pelliccia”, la liquidò Coco Chanel (Il Foglio 08/10/2005, pag.III Giancarlo Dotto)
- Coco Chanel: ’Prima di uscire di casa togliti sempre una cosa per non essere mai eccessiva e per suggerire, più che esibire’”» (Giovanna Grassi, ”Corriere della Sera” 4/4/2006).
- nel 1920 Coco Chanel lanciò sul mercato pantaloncini sopra al ginocchio (Mitì Vigliero, Libero, 22/6/2003 pagina 14.)
- Diceva Coco Chanel: ”Non so come fanno le donne a farsi toccare e vestire da uomini che non le amano”. Alludeva agli omosessuali. Ma io le donne le amo anche fisicamente; con loro ho avuto storie: un bel seno, un bel culo sono sempre belli. Il bello non ha sesso. La verità è che la Medusa sono io». (Claudio Altarocca, La Stampa, 29/07/1994.)
- E poi, nel 1921, mademoiselle Coco Chanel, la famosa sarta, chiese a un «naso» di studiarle un profumo che portasse il suo nome, e che fosse «da ragazza», quindi poco costoso e poco «scenoso». Il profumiere Ernest Beaux usò allora molecole sintetiche che copiavano la fragranza dei fiori, esasperandola: nacque il primo profumo moderno della storia, il celebre N°5. L’impatto fu tale che i famosi profumi dell’epoca (quelli di Guerlain, in assoluto i migliori) si dovettero adeguare alla novità. (Salute di sorrisi e canzoni n. 34 Febbraio 2002 pag. 76-77)
- (Fernanda Gattinoni) Dopo Londra avrebbe dovuto andare da una ”mademoiselle” che era la più grande, Coco Chanel: ”Quelle mani così nodose e gialle dalla nicotina. Le continuava a muovere: esprimevano che era una donna imperiosa, sprezzante. Non saremmo andate d’accordo”.
- Visconti era partito per Parigi con i suoi cavalli. Il campione non conquistò Longchamps, ma il padrone, bellissimo, affascinante, conquistò Parigi. Coco Chanel se ne invaghì, visse con lui una storia molto accesa, e gli parlava di continuo di Léon Blum e del Front Populaire. (Aldo Cazzullo, ”Corriere della Sera” 9/12/2003).