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 2010  novembre 23 Martedì calendario

TOPOLINO ERA UN CONIGLIO. E ORA (VIDEO) GIOCA CON LUI

Oswald è un coniglio. Ma se non fosse per le orecchie troppo allungate assomiglierebbe molto a Topolino. E non è un caso: Oswald è uno dei primi personaggi creati per la Universal da un giovanissimo Walt Disney, in collaborazione con l’amico e collega Ub Iwerks nel 1927, prima della fondazione della sua compagnia. Scanzonato protagonista di fumetti e cartoni animati, Oswald riscosse immediatamente il gradimento del pubblico dell’epoca, tanto che la Universal, quando Walt Disney decise di separarsi dalla compagnia, ne mantenne i diritti. A Walt Disney non rimase allora che arrotondare le orecchie del suo personaggio, trasformandolo in un topo, e chiamarlo Mickey Mouse. Oswald, doppiato in alcuni cartoni animati dalla voce del celebre attore Mickey Rooney, fece la sua ultima apparizione sul piccolo schermo nel 1951 in compagnia del picchio Woody Woodpecker, per poi finire dimenticato ed oscurato dal successo del suo stretto discendente Mickey Mouse, tradotto in italiano come Topolino dall’editore fiorentino Giuseppe Nerbini nel lontano 1932. Solo nel 2006, la Walt Disney Company è riuscita a riacquistare i diritti per questo personaggio dall’attuale Nbc Universal, recuperando un pezzo della sua storia e potendo nuovamente impiegare l’immagine di Oswald.
Oggi, per la prima volta, Mickey Mouse e Oswald appaiono insieme, a lavorare a braccetto al centro di un ambizioso progetto: Disney Epic Mickey, un videogioco. Lontano dagli stereotipi del genere, questo progetto di intrattenimento elettronico, sviluppato per la console Wii di Nintendo, vuole rappresentare un percorso istituzionale della multinazionale per traghettare Topolino, inossidabile filo conduttore, e tutta la Walt Disney Company verso il futuro attraverso la riscoperta del passato. Dal bianco e nero al colore, dall’ingenua semplicità dei tratti a matita sino alla complessità della grafica tridimensionale, Mickey sarà invitato ad un lungo viaggio attraverso Rifiutolandia, la terra dei personaggi dimenticati. Divertente e a tratti cupo, come le più classiche produzioni Disney, questo videogioco avrà il compito di riunire adulti e bambini alla riscoperta delle origini della compagnia e di personaggi come Oswald, il primo Pietro Gambadilegno (Peg Leg Pete, 1928) del celebre cartone animato Steamboat Willie, e Mad Doctor (1933), lo scienziato pazzo inventato dall’indimenticato maestro del fumetto Floyd Gottfredson, le cui tavole cronologiche sono in edicola ogni lunedì con il Corriere della Sera.
Disney Epic Mickey, che sarà presentato oggi a Palazzo Reale a Milano, procederà attraverso un processo creativo inverso rispetto alle consuetudini editoriali e solo dopo aver vestito i panni elettronici sarà trasformato in un fumetto, una graphic novel realizzata in Italia, Paese che più di ogni altro ha saputo reinterpretare nel corso degli anni l’insegnamento d’oltreoceano. In sintonia con lo scopo della sua visionaria creazione, il fumetto sarà solo in parte pubblicato sulle pagine del settimanale Topolino, mentre la sua versione integrale sarà resa disponibile in tutto il mondo in formato digitale (Disney DigiComics), da leggere sullo schermo di iPhone e iPad.
La realizzazione di questo ambizioso progetto ha richiesto una lunga e approfondita ricerca tra le tavole più nascoste dei Disney Archives, quegli archivi segreti di Burbank, nelle vicinanze di Los Angeles, dove sono gelosamente custoditi circa sessanta milioni di disegni, bozzetti, schizzi e dipinti utilizzati in oltre ottant’anni di storia della compagnia. Gli archivi Disney nascono dalla volontà di Dave Smith, il loro fondatore: era solo un ragazzo quando, in visita a Disneyland, il parco a tema californiano, incontrò Walt Disney e gli chiese un autografo. Walt, con un sorriso, negò la sua richiesta ma lo invitò a scrivergli una lettera presso il suo ufficio a Burbank, cosa che il ragazzo si affrettò a fare. In risposta, Dave ricevette a casa una cartolina firmata dal suo amico Walt e intuì che il suo sogno sarebbe stato quello di lavorare con lui. Entrò a far parte degli Studios di Burbank nel 1966, lo stesso anno della scomparsa di Walt, ma solo quattro anni più tardi, il 22 giugno 1970, riuscì a inaugurare gli archivi Disney, nati allo scopo di recuperare, catalogare e preservare tutto il materiale iconografico prodotto dagli anni Trenta in poi. «Non era un vero e proprio lavoro — racconta oggi Smith —. Entravo al mattino e non sapevo che cosa avrei fatto nel corso della giornata, in quale nuova sorpresa mi sarei imbattuto. E ogni giorno ho fatto qualcosa di completamente diverso dal giorno precedente, per oltre quarant’anni, sino al mio settantesimo compleanno, data in cui ho deciso di ritirarmi. Penso proprio di potermi ritenere un uomo fortunato».
La maggior parte del materiale custodito negli archivi Disney (di cui esiste anche una versione elettronica in lingua inglese consultabile sul web all’indirizzo http://d23.disney.go.com/wdarchives.html) è inedito e sconosciuto al grande pubblico: vi sono progetti e idee per produzioni che non hanno mai visto la luce, le comunicazioni interne tra le differenti divisioni degli Studios e pure la corrispondenza privata tra Walt Disney e suo fratello Roy. Vi sono bozzetti di personaggi mai nati e schizzi di personaggi sbagliati, con colori e vestiti differenti da quelli poi scelti per divenire celebrità. E tra i tanti tesori ci sono anche i dipinti di Salvador Dalì, realizzati nel 1946 per la produzione di un cortometraggio dal nome di Destino, un progetto sospeso per oltre 60 anni che vedrà la luce solo con la prossima pubblicazione dei classici Fantasia (1940) e Fantasia 2000 (1999), restaurati in alta risoluzione.
Massimo Triulzi