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 2010  novembre 23 Martedì calendario

BAMBINI IN CASERMA SE MAMMA O PAPA’ LI DIMENTICANO A SCUOLA


Cosa mai sarà un ritardo di 25 minuti. Visto che, nella peggiore delle ipotesi, invece che pranzare con mamma e papà, al bambino toccherà mangiare la pastasciutta con il maresciallo. A Varedo, a una ventina di chilometri da Milano, la dirigente dell’istituto comprensivo della cittadina si è stufata dei genitori ritardatari. Che lasciano i figli nell’androne della scuola dopo la fine delle lezioni, dimenticandosi di andare a prenderli in orario.
Ed ecco allora che ha deciso:con una bella circolare, che si rifà a una legge del 1930, ha annunciatoa madri e padri che non guardano l’orologio che la prossima volta i figli dovranno andare a prenderli dai vigili urbani. Con tanti saluti al “quarto d’ora accademico” di ritardo.S uccede a Varedo, a 16 chilometrid a Milano e 28 da Como. E a soli 33 dal confine elvetico. Una vicinanza, questa, che però non ha trasmesso ai genitori dei bambini che frequentan ol’istituto comprensivo “Bagattie Valsecchi” il dono della puntualità. Alla faccia dei famosi orologi svizzeri.
«Dall’inizio dell’anno, ogni settimana un gruppetto di alunni non iscritti al post scuola devono aspettare, a volte anche per 25 minuti, l’arrivo di qualcuno che li venga a prendere ascuola» ha dichiarato al “Giornale di Desio” la direttrice della scuola, la professoressa AnnaMaria Rita Spena «si può anche tollerare un ritardo di una decina di minuti, ma quando l’eccezione diventa regola, io la considero una mancanza di rispetto nei confronti di collaboratori ed insegnanti». Detto, fatto. Le mamme ritardatarie i figli non li troveranno più all’ingresso della scuola: se non saranno lì quando suona l’ultima campanella ,dovranno andare a prenderei bimbi al vicino comando dei vigili urbani. Che, dell’ini -ziativa della scuola, non sarebbero stati proprio avvertiti, cos ìcome l’amministrazione comunale. «Non ne sapevamo niente», ha spiegato l’assessore all’Istruzione, Ruggero Dascanio. Che, però, è tutt’altro che sfavorevole all’iniziativa: «Pu òfunzionare come deterrente», ha dichiarato.
La scuola “Bagatti e Valsecchi”ospita diverse fasce d’età, dai bimbi iscritti alla scuola dell’infanzia fino ai ragazzini delle medie: una bella confusione badare a tutti questi alunni. Soprattutto dopo la fine delle lezioni. Ecco, quindi, la decision edella preside, in ossequio a una legge - del 1930: proprior ecente non è - che prescrive di accompagnare i minori lasciati incustoditi al più vicino comand odei vigili urbani. Una soluzion eche a Varedo, 12mila abitanti o poco più, è facilmente attuabile. Visto che tutto il territorio comunale - periferia compresa- non raggiunge i cinque chilometri quadrati. Discorso diverso in altre città. A Torino gli istituti comprensivi sono 17, tra statali, paritari e privati. A Verona sono 21, a Napoli 46 e aTreviso 54. Per non parlare di Roma e Milano: nella capitale le scuole che ospitano alunni dai 3 fino ai 13 anni sono 87, mentr enel capoluogo lombardo raggiungono quota 62 per 184 chilometri quadrati di superficie. Con una media di 25 studenti per aula. Se anche solo uno o due per classe dovesseroe ssere accompagnati al comando dei vigili urbani a causa deiritardi dei genitori all’uscita da scuola, sarebbe il caos. Con buona pace di traffico e ingorghi stradali da aggiustare.