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 2010  novembre 23 Martedì calendario

Emiliana Femiano, 26 anni. Napoletana, volto bellissimo incorniciato da una massa di lunghi capelli corvini, figlia di Luisa Falanga e del commerciante di abbigliamento Luigi, per un anno e mezzo era stata fidanzata con un Luigi Faccetti di anni 24, poi non potendone più della sua violenza e della sua gelosia l’aveva lasciato e allora lui, il 20 dicembre del 2009, l’aveva spettata nell’androne del suo palazzo, aveva cercato d’ammazzarla colpendola quattordici volte, al viso e al collo, con un coltellino-portachiavi (Emiliana s’era salvata solo perché la lama era piccola e perché era corso in suo aiuto il vigilante del palazzo) e tre giorni dopo s’era andato a costituire

Emiliana Femiano, 26 anni. Napoletana, volto bellissimo incorniciato da una massa di lunghi capelli corvini, figlia di Luisa Falanga e del commerciante di abbigliamento Luigi, per un anno e mezzo era stata fidanzata con un Luigi Faccetti di anni 24, poi non potendone più della sua violenza e della sua gelosia l’aveva lasciato e allora lui, il 20 dicembre del 2009, l’aveva spettata nell’androne del suo palazzo, aveva cercato d’ammazzarla colpendola quattordici volte, al viso e al collo, con un coltellino-portachiavi (Emiliana s’era salvata solo perché la lama era piccola e perché era corso in suo aiuto il vigilante del palazzo) e tre giorni dopo s’era andato a costituire. Condannato a otto di galera, in cella c’era rimasto appena nove mesi: lo scorso agosto i magistrati, siccome era incensurato e s’era costituito, gli avevano concesso i domiciliari in un re­sidence di Terracina, il paese in provincia di Latina dove vivono i suoi genitori. La Fermiano dopo quella storia non l’aveva più voluto vedere perché di lui aveva il terrore tanto che dormiva tranquilla solo coi suoi santini sotto il materasso e alla madre diceva di continuo: «Ho sempre paura di trovarmelo alle spalle». La mamma le rispondeva sempre «la tua è una psicosi, deve farti aiutare da un medico» e così fu tutta contenta quando domenica scorsa la figlia, che da quando era stata accoltellata la sera non usciva mai, verso le 22 le disse che sarebbe andata a ballare con le amiche. Invece a una cert’ora, accompagnata da due cugini del Faccetti, Giuseppe e Marco Prisco, di 21 e 19 anni, andò nel suo appartamento «per un chiarimento». A un certo punto tra i due scoppiò una lite, forse perché lui voleva tornare con lei, forse perché voleva vendicarsi del fatto che l’anno scorso l’aveva denunciato, e a un certo punto l’uomo, afferrato un grosso coltello da cucina, le infilò la lama sessantasei volte sul corpo e sul volto, fino a renderla irriconoscibile. Quindi scappò via, lasciando Emiliana sul pavimento della cucina in una pozza di sangue, e accompagnato dai suoi cugini andò a farsi medicare una mano sanguinante nell’ospedale di Giugliano in Campania: ai medici disse «hanno cercato di rapinarmi», quelli non gli credettero e chiamarono i carabinieri (il Faccetti è finito in galera, i fratelli Prisco, accusati di favoreggiamento, sono ai domiciliari). Nella notte fra domenica 21 e lunedì 22 novembre in un residence nella zona di via Capirchio a Terracina, Latina.