VEDI NEL TESTO, 23 novembre 2010
SCHEDONE SULLA CRISI IRLANDESE
(Sotto la situazione in Irlanda e commenti su Grecia e Portogallo - Breve ritratto di Cowen e di Lenihan) - Agg. al 23/11
LA CRISI
• «Ci servono 90 miliardi per non morire» Brian Cowen, primo ministro irlandese al Fmi e all’Ue (Fonte: Andrea Malaguti, La Stampa 23/11/2010)
• DEBITO Il costo del salvataggio dell’Irlanda viene stimato in 80 miliardi di euro, con 30 miliardi di debiti personali, privati, che si aggiungono a quelli degli istituti di credito. Oltre alle banche, rischia il fallimento quasi un terzo della popolazione. In Irlanda ci sono appena 4 milioni e 200 mila abitanti. (Enrico Franceschini, La Repubblica 19/11) Caroline Atkinson, portavoce del Fmi: «L’Irlanda rappresenta solo l’1% del Pil europeo». (Andrea Malaguti, La Stampa 19/11)
• DEFICIT Pil Il deficit irlandese per il 2010 è al 12% del Pil secondo le stime ufficiali, ma sale al 32% considerando gli interventi pubblici straordinari per salvare le banche. (Il Sole 24 Ore 18/11). È dieci volte il limite massimo fissato dal Patto di Stabilità (Ste. Fel., Il Fatto Quotidiano 18/11). Adrianna Ceretelli: «Il deficit si è andato aggravando a causa della scarsa crescita del paese. Nel 2010 sarà intorno allo 0,25 per cento (rispetto al 13,3 ipotizzato dodici mesi fa). Nel 2011 dovrebbe raggiungere l’1,75 per cento». (Il Sole 24 Ore 18/11)
• MANOVRA Il primo ministro, Brian Cowen, propone una manovra da 15 miliardi in 4 anni, di cui 6 da trovare entro il 2011. Sono previsti pesanti tagli sulla spesa pubblica e aumento delle tasse. Nicol Degli Innocenti: «le previsioni parlano chiaro: entrate per 35 miliardi e spese per 54 miliardi con un buco di 19 miliardi, pari a 4.200 euro per ogni singolo abitante, bambini compresi» (Fonte Il Sole 24 ore 22/11/2010). Il piano verrà presentato nel dettaglio il 7 dicembre, il varo definitivo dei disegni di legge a fine marzo. (Il Sole 24 Ore 18/11)
• COMPLEANNO Il 6 dicembre l’Irlanda compie 88 anni di vita (Cds 14/11)
• RIDUZIONI A giugno l’Irlanda aveva già ridotto tra il 5% e 15% gli stipendi pubblici, che riguardano un decimo della popolazione, e tagliato gli investimenti sulle infrastrutture. (Il Sole 24 Ore 18/11)
• AIUTI L’Unione Europea propone aiuti all’Irlanda: Klaus Regling, capo della Efsf (Fondo europeo anti-crisi) sostiene di poter raccogliere gli aiuti se Dublino farà il primo passo, la gestione della crisi verrà lasciata nelle sue mani. (Ste. Fel., Il Fatto Quotidiano 18/11). Carole Atkinson, portavoce del Fondo Monetario: L’Fmi concede prestiti solo quando le autorità di un Paese ne fanno richiesta» (Andrea Malaguti, La Stampa 19/11)
• Da dove vengono i soldi per aiutare l’Irlanda?
60 miliardi vengono dal meccanismo di stabilità finanziaria (dotazione garantita dell’esecutivo comunitario) e dal fondo anticrac (Efsf Fondo europeo di stabilità finanziaria) da 750 miliardi lanciato in maggio con l’Fmi. Fondi triennali, condizionati e a tassi molto alti. (Fonte: Marco Zatterin, La Stampa 23/11/2010) Patrick Honohan, governatore della Banca centrale d’Irlanda «il tasso di interesse dovrebbe aggirarsi attorno al 5%, in linea con quanto solitamente richiesto dal Fondo monetario» (Andrea Malaguti, La Stampa 19/11). Giorgio Dell’Arti: «I soldi si danno in prestito un po’ per volta e, alla vigilia di ogni tranche, c’è una verifica. La Grecia, soccorsa 6 mesi fa, s’era impegnata a portare il deficit all’8,1% entro la fine dell’anno. Il deficit sarà invece del 9,4%. Questa notizia, di pochi giorni fa, ha fatto pensare che la prossima tranche del prestito non sarebbe stata erogata o sarebbe stata erogata più tardi. Pare che non sia così e Olli Reh, commissario dell’Ue, ha detto che "la data prevista per l’erogazione è sempre stata gennaio"»
• TUTELE Olli Rehn, commissario dell’Unione Europea: «Se ci sarà una richiesta di aiuto dovrà essere tramite un programma Ue-Fmi, anche se il focus sarà sul sistema bancario». Infatti né la Ue né la Bce possono intervenire direttamente. Quest’ultima agisce solo nei limiti del suo statuto, quindi sostiene le banche per tutelare i sistemi dei pagamenti, non per salvarle. (Ste. Fel., Il Fatto Quotidiano 18/11)
• DELEGAZIONE Da giovedì (18/11) una delegazione composta da Commissione Ue, Fondo monetario e Banca centrale europea è a Dublino. Brian Lenihan, ministro delle Finanze irlandese: «La delegazione avrà il compito di esaminare i problemi strutturali delle nostre banche alla luce delle recenti pressioni sui mercati valutando quello che è necessario fare». Ci vorranno almeno due settimane (Adrianna Ceretelli, Il Sole 24 Ore 18/11). Inoltre la delegazione concorderà le modalità di un eventuale intervento di sostegno «se l’Irlanda lo richiederà». (Luigi Offeddu, Corriere della Sera 18/11).
• IMPOSTA SOCIETARIA Imprese Il ministro Lenihan ha fatto sapere giovedì 18 che la richiesta di prestito arriverà. Andrea Malaguti: «Ma le tasse sulle imprese non saranno toccate, quelle resteranno al 12,5% e non importa se l’Ocse, per voce del suo capo economista, Pier Carlo Padovan, dice che l’Irlanda deve mostrare al mercato il proprio impegno per “riequilibrare la fiscalità e riguadagnare una crescita positiva”». (Andrea Malaguti, La Stampa 19/11). La tassa sulle imprese è stato lo strumento con cui l’Irlanda ha attirato capitali e imprese dal resto d’Europa, innescando il boom degli ultimi decenni. Andrea Bonanni: «Per gli altri governi europei è invece una forma di dumping fiscale inaccettabile e non vedono l’ora di avere gli strumenti per costringere l’Irlanda ad allinearsi». (Andrea Bonanni, la Repubblica 18/11)
• MULTINAZIONALI Il responsabile della Hewlett-Packard di Dublino «Se la tassa verrà aumentata dal 12,5% rivedremo il nostro investimento» (Fonte: Andrea Malaguti, La Stampa 23/11/2010). Brian Lenihan: «Le multinazionali hanno garantito settemila posti di lavoro negli ultimi dodici mesi» (Fonte: Andrea Malaguti, La Stampa 23/11/2010)
• PRESSIONE Christine Lagarde, ministro dell’Economia francese: «Sarei stupita se gli irlandesi non utilizzassero lo strumento di un aumento della pressione fiscale per riequilibrare i conti pubblici» (Fonte: Andrea Malaguti, La Stampa 23/11/2010)
• USA Dublino si aspetta un aiuto, non un commissariamento. Patrick Honohan, governatore della Banca centrale d’Irlanda,: «Qualcosa di simile a quanto fecero gli Stati Unti nell’autunno del 2008 quando annunciarono alle loro banche che c’erano fondi a disposizione anche se gli istituti di credito credevano non fossero necessari» (Leonardo Maisano, Il Sole 24 Ore 19/11)
• PROTEZIONE Nel primo pomeriggio di giovedì 18 novembre, davanti al National Convention Centre, il primo ministro Brian Cowen si è presentato alla stampa: «Il nostro compito è quello di proteggere chi paga le tasse. Per questo fino ad oggi abbiamo parlato poco». Andrea Malaguti: «Cowen vuole i soldi ma tutti devono sapere che sono state le banche ad avere una gestione sballata, non il suo governo: "Qui non stiamo parlando in nessun modo di una perdita di sovranità da parte dell’Irlanda” afferma il primo ministro». (Andrea Malaguti, La Stampa 19/11).
• Edna Kenny, leader di Fine Gael, il partito d’opposizione, considera i rappresentanti europei «becchini in doppiopetto. Burocrati gelidi pronti a prendere le misure del Paese e a infilarlo in una cassa. Il governo ha alzato bandiera bianca». (Andrea Malaguti, La Stampa 19/11)
• ISOLA DI SMERALDO Qualche giorno fa (il 16/11) al vertice di Ecogroup che si è tenuto a Bruxelles Brian Lenihan affermava: «Non ho ricevuto mandato dal mio governo per negoziare un piano di aiuti» e Brian Cowen giurava che l’Irlanda non avrebbe chiesto «l’aiuto della Ue e del Fondo monetario internazionale». Luigi Offeddu: «Solo 5 anni fa l’Irlanda era considerata la “tigre di smeraldo” delle economie europee» (Luigi Offeddu, Corriere della Sera 14/11)
• TIGRE CELTICA Per anni il Paese si è proposto come un modello economico di crescita e di sviluppo al resto dell’Europa. Andrea Bonanni: «Finire sotto tutela come la Grecia è un duro colpo che l’opinione pubblica farà certamente pagare nelle imminenti elezioni al primo ministro Brian Cowen». (Andrea Bonanni, la Repubblica 18/11)
• UBRIACO Due mesi fa Cowen, 50 anni, diede un’intervista in stato di ubriachezza, dopo una notte passata al pub per vincere lo stress (Enrico Franceschini, La Repubblica 19/11).
• VIGNETTA pubblicata dall’Irish Times Il tavolo delle trattative arredato da un trono per l’Fmi, una poltrona per la Ue e uno scalcagnato sgabello per l’Irlanda. Nino Ciravegna: «Un insulto per il mai celato orgoglio irlandese». (Nino Ciravegna, Il Sole 24 Ore 16/11)
• SOVRANITÀ Secondo Kenneth Rogoff, Nobel per l’economia ed ex capo economista del Fondo monetario, i Paesi in forte debito sono recalcitranti a chiedere aiuto al Fmi perché temono di «perdere la loro sovranità. È sempre un rischio per un governo. Pensano che sia la fine del mondo, non è così. Anche se è solo l’inizio, perché nonostante gli aiuti, dovranno comunque ristrutturare il debito». (Antonia Jacchia, Corriere della Sera 16/11)
• FINANZIAMENTI Le banche irlandesi stanno esaurendo i finanziamenti della Bce. Andrea Bonanni: «La Bce è l’unica ad accettare ancora di prestare denaro agli istituti finanziari. Negli ultimi mesi il venti per cento della liquidità messa in circolazione da Francoforte è finita nelle casse degli istituti irlandesi. (Andrea Bonanni, la Repubblica 18/11)
• CREDITI Yves Mersch, presidente della banca centrale del Lussemburgo e membro del direttivo BCE, rivela che anche la Banca centrale europea potrebbe essere spinta a «rivedere» la sua politica di apertura di credito verso l’Irlanda. (Andrea Bonanni, la Repubblica 18/11). Marika de Feo: «Trichet ha avvisato che i provvedimenti straordinari in atto devono rimanere temporanei e non generare “dipendenza” nelle banche, come accade ora per Irlanda, Portogallo e Grecia, perché gli aumenti dei tassi di interesse (previsti nel terzo trimestre del 2011) possono arrivare durante l’exit strategy». (Marika de Feo, Corrire della Sera 19/11)
• BANCHE La Anglo Irish bank, nazionalizzata nel 2009, è tenuta in vita grazie ai prestiti della Bce. Leonardo Maisano: «Da sola la Anglo Irish ha spinto il rapporto deficit pil al 32%» (Leonardo Maisano, Il Sole 24 Ore 19/11). Secondo il professor Brian Lucey «salvare la Anglo Irish e assorbire i titoli tossici attraverso la bad bank statale Nama costerà 85 miliardi». Probabilmente anche la Allied Irish, seconda banca del paese, verrà presto nazionalizzata. Mauro Bottarelli: «Pareggiare le perdite in depositi patite dalla Bank of Ireland e dalla Allied Irish costerà allo Stato 15 miliardi di euro. E la Allied Irish inoltre dovrà ripagare 1,8 miliardi di dollari di bond entro l’anno» (Mauro Bottarelli, Il Riformista 19/11)
• LIQUIDITÀ La Bce ha confermato che negli ultimi mesi: «Ci sono stati costanti movimenti sui depositi». Sia Bank of Ireland sia Irish Life hanno visto ridurre dell’11 % circa la liquidità sui conti corporate. (Leonardo Maisano, Il Sole 24 Ore 19/11)
• VICINI Anche la Gran Bretagna, che si era rifiutata di aiutare Atene, è pronta a fare la sua parte con 8 miliardi di sterline . George Osborne, cancelliere dello scacchiere: «L’Irlanda è il nostro vicino più prossimo. È nell’interesse nazionale britannico che l’economia irlandese si riprenda. Per questo siamo pronti a sostenere il paese» (Adrianna Ceretelli, Il Sole 24 Ore 18/11)
• UBRIACO/2 L’economista Jeremy Batstone-Carr in risposta ad Osborne: «Non si risolve una crisi legata al debito facendolo aumentare. È come dare un’altro drink ad uno ubriaco» Jeremy Batstone
• SOLDI «Non li vogliamo, i soldi della regina». Così un tassista a Enrico Franceschini mentre lo portava in città. (Enrico Franceschini, La Repubblica 19/11)
• Casa Giulio Tremonti sugli 80 miliardi di aiuti: «Quando va a fuoco la casa del vicino, si può anche scegliere di uscire di casa, ma non è che serva poi a molto». (Luigi Offeddu, Corriere della Sera 18/11)
• ESPOSIZIONE Gli istituti inglesi sono esposti in Irlanda per 150 miliardi di euro (Adrianna Ceretelli, Il Sole 24 Ore 18/11) (NOTA: 222 miliardi secondo il Giornale), quelle tedesche per 215 (NOTA: 138,6 miliardi secondo Gda sul Gds), le americane per 114, Parigi per 86, Roma per circa 30, Madrid per 16 e Tokio per 23. (Francesco Forte Il Giornale 27/11)
• EURO Herman Van Rompuy, il presidente del consiglio Ue: «Sul rischio irlandese e su quello portoghese, che a quanto pare ci aspetta dietro l’angolo, si gioca la sopravvivenza dell’euro».
(Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta della Sport 19/11)
• EURO/2«L’euro è sceso a 1,36 dollari» (Andrea Malaguti, La Stampa 23/11/2010)
• KENNEGH ROGOFF, Nobel per l’economia ed ex capo economista del Fondo monetario: «È solo questione di tempo, è inevitabile che l’Irlanda cada nelle braccia dell’Unione europea e dell’Fmi. Potranno durare altri cinque mesi ma il mercato immobiliare è al collasso, hanno bisogno di un supporto». (Antonia Jacchia, Corriere della Sera 16/11)
• MORGAN KELLY, docente di economia all’University College: «Eravamo la Tigre Celtica, il miracolo economico d’Europa, ora contendiamo a Grecia e Portogallo il posto di malato numero uno del continente. È dalla Grande Depressione degli anni ’30 che non subivamo un’umiliazione simile» (Enrico Franceschini, La Repubblica 19/11)
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LA SITUAZIONE IN IRLANDA
• Sanità Mary Harney, ministro della Sanità, ha inaugurato un reparto d’ospedale sotto una pioggia di uova e croste di formaggio, tirate dai dipendenti che urlavano «Bloody Mary», «Maria la Sanguinaria», per via dei tagli previsti alla sanità. (Luigi Offeddu, Corriere della Sera 14/11)
• Università Andrea Malaguti: «Il ministro del Tesoro Brian Lenihan aveva deciso di raddoppiare le tasse universitarie. Da 1.500 a 3.000 euro. C’è stata la rivolta. Lenihan ha fatto retromarcia. Ha aumentato le tasse. Ma di cinquecento euro, un terzo del previsto». (Andrea Malaguti, La Stampa 16/11)
• Studenti Gary Regmond, 24 anni, è il presidente dell’Unione Nazionale degli Studenti, colui che ha guidato la manifestazione studentesca: «Ogni settimana cento neolaureati partono per New York, per Toronto o per Melbourne, portandosi dietro anni di formazione e di studi pagati da tutti noi. Qui non troveranno mai lavoro». (Andrea Malaguti, La Stampa 16/11) Almeno 100 mila persone andranno a lavorare all’estero. (David Mahoney e Michael Savage, The Indipendent-Il Fatto Quotidiano 18)
• Disoccupazione La disoccupazione è schizzata al 12,5%, entro il 2011 sarà al 15. Il triplo di tre anni fa. (Andrea Malaguti, La Stampa 16/11). Un irlandese su otto è senza lavoro. La disoccupazione giovanile è al 30% e le stime dell’Economic and Social Research Institute dicono che il mercato non si riprenderà prima di due anni (David Mahoney e Michael Savage, The Indipendent-Il Fatto Quotidiano 18/11).
• Dave O’Hara nei primi anni duemila ha abbandonato il mestiere di intagliatore di lapidi, che la sua famiglia svolgeva da 7 generazioni, per darsi al mattone. Nel giro di pochi anni la sua impresa fatturava milioni. Poi il tracollo, nel 2008 l’azienda è in liquidazione, e ora, a 41 anni e un figlio, vive col sussidio e un debito di 1 milione con la Banca di Scozia. (David Mahoney e Michael Savage, The Indipendent-Il Fatto Quotidiano 18/11)
• Tassa sulla casa La manovra dovrebbe prevedere una tassa sulla casa per aumentare le entrate del governo. Luigi Offeddu: «La tassa sulla proprietà della casa (ipotesi: mille euro ogni 250 mila di valore) già esiste per chi la casa la prende a scopi speculativi: ma è appena di 200 euro, cinque volte in meno della futura gabella destinata ai singoli proprietari; e ha una fascia di esonerati in partenza: i politici di un certo rango». (Luigi Offeddu, Corriere della Sera 14/11)
• Case fantasma In Irlanda ci sono 300 mila case fantasma. Palazzi interi che nessuno compra per via della crisi. (David Mahoney e Michael Savage, The Indipendent–Il Fatto Quotidiano 18/11)
• Senza tetto Joyce Loughnan, direttore della charity che si occupa dei senza tetto: «Sono più di cinquemila le persone che dormono all’aperto. Gli stessi che fino a pochi mesi fa riempivano i cantieri e costruivano l’avvenire mattone per mattone. E non in senso metaforico, fisicamente. Non gli è rimasto nulla. Con questo gelo rischiano di crepare. E il paradosso è che ci sono migliaia di abitazioni abbandonate». (Andrea Malaguti, La Stampa 16/11)
• Mutui In Irlanda sono in sofferenza 70 mila mutui su 780 mila stipulati, e per 10.900 le rate non vengono pagate da almeno un anno. (Luigi Offeddu, Corriere della Sera 14/11). Sono migliaia i proprietari di case che si trovano in «negative equity» ovvero il valore del loro immobile è inferiore al valore del mutuo. Questa intossicazione coinvolge una famiglia su sette. (David Mahoney e Michael Savage, The Indipendent–Il Fatto Quotidiano 18/11)
• Grafton Street è la seconda strada più cara d’Europa (dopo gli Champs Elysées di Parigi) e la quinta del mondo. Qui era possibile farsi un’idea del boom che la Tigre Celtica ha vissuto per oltre un quarto di secolo. Un concentrato di boutique di lusso che però dall’inizio della crisi (2007) sono costrette a chiudere per via degli affitti. (Fonte: Marion Van Renterghem, Le Monde 20/11/2010)
• Legge In Irlanda, fino a marzo scorso, era in vigore una legge che specificava che gli affitti rivalutati ogni 5 anni potevano essere rivisti solo in aumento. E i locatari sono obbligati a restare in quella sede per 25/30 anni a meno che l’azienda non vada in liquidazione. Questa legge dal marzo scorso è stata modificata e adesso autorizza rivalutazione al ribasso ma non per i contratti già firmati. (Fonte: Marion Van Renterghem, Le Monde 20/11/2010)
• John Corcoran ha un negozio di calzature a buon mercato per adolescenti in Grafton Street. Non paga l’affitto da 9 mesi «per poter mantenere i miei dieci impiegati» e ha fatto causa ai proprietari dei muri, un fondo canadese. Nel 1995 Corcoran aveva firmato il contratto di locazione per 100mila euro all’anno, nel 2005 l’affitto si è duplicato, 211mila euro, ed ora, 5 anni dopo, il fondo canadese vuole di 445mila euro all’ anno. (Fonte: Marion Van Renterghem, Le Monde 20/11/2010)
Edmund Ross, fotografo, ha sistemato il suo ufficio al primo piano per non dover pagare il passo carrabile, Michael Rock, proprietario della gioielleria omonima ha licenziato tre impiegati, la boutique di Laura Ashley ha chiuso, Hilfiger è in difficoltà: «Per 992 metri quadri paghiamo 1,672 milioni di euro all’anno ad una banca priva tedesca, ad Anversa per la stessa metratura paghiamo 300mila euro. Solo che qui siamo obbligati a restarci per 25 anni». (Fonte: Marion Van Renterghem, Le Monde 20/11/2010)
• Affissioni John Corocoran ha deciso di spendere 3mila euro per appendere un’affissione di 9 metri su un palazzo di tre piani con su scritto: «HIGH RENTS ARE KILLER OUR JOBS» (Gli affitti alti uccidono i nostri lavori); Gli ex dipendenti di Laura Ashley rimasti senza lavoro hanno appeso sull’ex vetrina del negozio, che ora è di Walt Disney (contratto ceduto per 500mila euro): «Questa favola qua non finirà con: "E vissero felici e contenti ed ebbero molti bambini». (Fonte: Marion Van Renterghem, Le Monde 20/11/2010)
• «Saranno degli economisti cinesi e indiani a spiegarci come raddrizzare la nostra economia, non è ironico?» Davis McWilliams, il 18 novembre, 4 giorni dopo la chiusura del suo festival comico di economia da lui ideato a Kilkenny. «Se il mondo fosse stato realmente darwinista, gli economisti sarebbero scomparsi» diceva alla presentazione David McWilliams.
Sophie Fay, Le Nouvel Observateur 1/12/2010
• Birra La pinta di Guinness resta salda a 4,50 euro. (Luigi Offeddu, Corriere della Sera 14/11)
COWEN
• Brian Cowen (Clara, 10 gennaio 1960) detto «Biffo». A chi gli dice che Biffo sta per «Big ignorant fellow from Offaly», la zona rurale dalla quale proviene, lui risponde che è l’acronimo di «Beautiful intelligent fellow from Offaly». A chi lo critica per il suo aspetto oltre che per le sue decisioni ribatte: «La politica non è un concorso di bellezza». È sposato con Mary Molloy, ha due figlie Maedbh 11 anni e Sinéad 18. Quando fu eletto ammise di aver fumato maryjuna. (Nicol degli Innocenti, Il Sole 24 Ore 18/11/2010)
• Carriera Nicol degli Innocenti: «La popolarità di Cowen è andata crollando da quando è diventato Taoiseach nel 2008. Cowen diventò famoso per la generosità dei suoi budget, definiti dei "regali": riduzioni delle tasse, aumenti delle pensioni e dei sussidi statali, forti incrementi della spesa pubblica. Una meraviglia, finché non è drammaticamente finita la festa». Eletto al Parlamento nel 1984, a 24 anni era il più giovane deputato di Dail Eireann. Ministro del Lavoro a 32 anni, degli Esteri a 40, delle Finanze a 44 e poi premier a 48. (Nicol degli Innocenti, Il Sole 24 Ore 18/11/2010)
• Colpe Cowen non si è reso conto della gravità della crisi. Nicol degli Innocenti: «L’accusa che viene mossa più frequentemente a Cowen è non avere agito in tempo sul mercato immobiliare. Oramai le sue decisioni da ministro delle Finanze vengono riesaminate alla luce della crisi e giudicate molto severamente. Il clamoroso No degli irlandesi nel referendum sul Trattato di Lisbona nel 2008 è stato visto come una protesta contro Cowen, che si era fortemente battuto per il Sí (pur sollevando una polemica con la sua candida ammissione di non avere letto il Trattato)». (Nicol degli Innocenti, Il Sole 24 Ore 18/11/2010)
LENIHAN
• Brian Lenihan, ministro delle Finanze dal 2008. Nicol degli Innocenti «Da quando l’Irlanda era diventato il primo paese a cadere in recessione». Il suo primo budget (ottobre 2008) era considerato il più «cattivo da un quarto di secolo», poi la Finanziaria d’emergenza del 2009 prevedeva tagli per 3 miliardi, così come quella di dicembre 2009 che ne prevedeva 4.
(Fonte: Nicol degli Innocenti, Il Sole 24 Ore 22/22/2010)
PORTOGALLO GRECIA ITALIA
PORTOGALLO
• Il ministro delle Finanze lusitano, Fernando Teixeira, martedì (16/11) ha rivelato di prendere in considerazione l’ipotesi dichiedere aiuto pure lui: «Il rischio è elevato, perché è un problema che non riguarda solo noi». Bruxelles minimizza: «Il Parlamento del Portogallo ha appena approvato il budget 2011 e le misure ci sembrano adeguate». E tutto questo parlare? «Politica interna», ribatte una fonte diplomatica. (Marco Zatterin, La Stampa 16/11/2010). Luigi Offeddu: «Il ministro portoghese delle finanze ha confermato che il Portogallo continuerà per ora a finanziarsi sui mercati e che non ricorrerà al fondo». (Luigi Offeddu, Corriere della Sera 18/11/2010)
• Il Ministro degli Esteri, Luis Amado ha evocato la possibilità di abbandonare la moneta unica. Michele Calcaterra: «Una provocazione ma anche un malessere diffuso in un paese dove la crescita è stata modesta e i vantaggi della stabilità derivanti dall’euro non sono stati sfruttati a sufficienza». (Fonte: Michele Calcaterra Il Sole 24 Ore 22/11/2010)
• Francesco Franco, economista, professore all’Universidade de Nova de Lisbona: «Credo che il problema andrebbe affrontato al contrario: nel caso del Portogallo bisognerebbe incentivare sin da subito la crescita dell’economia, per occuparsi successivamente del riequilibrio delle finanze pubbliche»
(Fonte: Michele Calcaterra Il Sole 24 Ore 22/11/2010)
• La Finanziaria 2011 prevede tagli alle pensioni (-1 miliardo rispetto al 2010) alla sanità (-1,2 miliardi rispetto al 2010), taglio degli stipendi pubblici (-5%), blocco delle opere pubbliche, aumento dell’Iva (dal 21 al 23%) e dell’Irpef (+2,5% per le imprese che superano i 2 milioni di utili). Tutto per ridurre il disavanzo pubblico dall’attuale 7,3% del Pil al 4,6%.
(Fonte: Michele Calcaterra Il Sole 24 Ore 22/11/2010)
GRECIA
• Grecia La Grecia, che chiuderà il 2010 con un deficit del 9,4% invece che dell’8,1, come aveva promesso a Bruxelles. Il governo greco si appresta ad una manovra suppletiva di 4 miliardi, che andranno ad aggiungersi al già pesantissimo taglio di 9 miliardi (Andrea Bonanni, la Repubblica 18/11/2010). Olli Rehn, commissario Ue smentisce la notizia secondo la quale la terza tranche di aiuti alla Grecia sarebbe stata rimandata a gennaio: «È gennaio la data da sempre prevista per l’erogazione». (Adrianna Ceretelli, Il Sole 24 Ore 18/11/2010)
• Per rispettare gli impegni presi con Ue e Fmi, il premier socialista George Papandreu ha previsto tagli alle imprese pubbliche, ai trasporti (soprattutto alle ferrovie che ad oggi hanno un buco di 11 miliardi) e alla sanità. La manovra complessiva è a quota 14,3 miliardi (le prime previsioni erano di 8,2 mld)
• Giorgio dell’Arti: «Ci sono anche voci sulla Grecia, che non sarebbe in grado di ridurre il suo deficit come promesso mesi fa al momento in cui gli furono prestati 45 miliardi. L’Austria ha annunciato che, in questo caso, non verserà la sua parte dei 9 miliardi della terza tranche del prestito» (Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta della Sport 19/11/2010)
• Nei primi 9 mesi del 2010 il Nucleo di polizia tributaria ha erogato multe per 3,1 miliardi di euro. Ionnis Kapelaris, il direttore: «Ci viene chiesto oggi di correggere gli errori di un decennio. C’è stata una mancanza di riscossione delle imposte per molti anni. il ripristino del sistema non può essere rimesso in moto da un giorno all’altro» (Fonte: Vittorio da rold, Il Sole 24 Ore 22/11/2010)
• Bond George Papandreou, premier greco: «Alcuni, come il governo tedesco hanno ipotizzato che le banche che finanziano i paesi con alti livelli di debito dovrebbero esser pronte a assumersi i costi di eventuali insolvenze sui pagamenti. Questo ha scatenato una spirale di rialzi sui rendimenti dei bond per paesi come l’Irlanda o il Portogallo, che appaiono in situazioni difficili. Come dire a qualcuno: visto che sei in difficoltà ti metto un carico supplementare sulla schiena. Ma questo rischia di romperla la schiena». (Sole 24 Ore 15 novembre - verificare nome su cataceo - )
• Germania Giorgio Dell’Arti: «La Merkel vuole che l’Unione si dia le regole per far fallire gli Stati dalla finanza allegra. Perché è chiaro che la garanzia di essere salvati spinge a ogni forma di furbizia gli uomini politici». (Fonte: Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta della Sport 19/11/2010)
• Marco Onado, economista esperto di diritto bancario, docente alla Bocconi: «La Merkel continua a non capire che c’è un problema nelle banche prima che nel debito pubblico; e che riguarda anche le banche della Germania. Più di un terzo di tutti i titoli di stato irlandesi, ben più di 10 miliardi, è concentrato nella tedesca Hypo Real Estate» •
• Italia Giulio Tremonti si è sentito chiedere un giudizio sulle ultime dichiarazioni preoccupate del presidente Giorgio Napolitano, a proposito dell’alto debito pubblico. Il ministro, come da prassi, ha declinato qualsiasi commento. E subito dopo ha aggiunto quel «l’Italia non collassa... Forse lei se lo augura, ma non è così. C’è in giro un certo cupio dissolvi, come quando si va al Gran Premio in attesa di vedere un incidente. Ma l’Italia “tiene” perché ha le famiglie, il risparmio, le banche solide, il lavoro, l a manifattura e non la finanza... [...] l’unica grande criticità che abbiamo è il debito pubblico [...] Non voglio dire che è tutto merito soltanto di questo governo. Dico però che dobbiamo continuare nella politica fatta finora, ringraziando gli italiani perché in questi anni hanno tenuto una condotta grazie alla quale, ripeto, l’Italia non è oggi un problema in Europa, ma è parte della soluzione». (Luigi Offeddu, Corriere della Sera 18/11/2010)
• Dati Ocse Giorgio Dell’Arti: «L’Ocse prevede nel 2010 un Pil dell’1% superiore a quello dell’anno scorso, all’interno di un’area che crescerà del 2,8. Il debito scenderà al 117,5% solo nel 2012. Rapporto deficit/Pil: 5% da noi, 32% in Irlanda, 9,3% in Spagna, 7,8% in Grecia, 7,7% in Francia, 7,3% in Portogallo. Debito: il saldo di Irlanda, Grecia, Francia, Spagna è nettamente superiore al nostro. Inoltre è basso il debito delle famiglie italiane: il 42% del Pil contro il 64% della media europea. I Btp italiani pagano un 1,6 in più rispetto ai Bund tedeschi. (Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 19/11/2010)
SPAGNA
• La Spagna ha un tasso di disoccupazione del 20% e la crescita del Pil sarà negativa per il 2010 e attorno all’1% per il 2011.
• Manovra Tagli del 16%: spesa pubblica -8%, ministeri -16% in media, stipendi pubblici -5%, tagli alle regioni e alle opere pubbliche. Già in vigore l’aumento dell’Iva di due punti e l’abolizione dell’assegno bebè (2.500 euro), mentre l’aiuto ai disoccupati di lunga durata verrà soppresso da febbraio 2011 (426 euro) Per diminuire il disavanzo pubblico dall’attuale 9,3% del Pil al 6%.