Guido Ceronetti, Corriere della Sera 23/11/2010, 23 novembre 2010
MILLE FRANCOBOLLI IN CERCA DI LETTERA
Incontenibile filatelia di Utente mi ispira un generoso applauso ai grafici sconosciuti delle Poste italiane. Le emissioni in francobolli della casa madre di tutti noi ultimi scriventi di lettere che appongono in alto a destra invece di uno squallido timbro, sulle buste della corrispondenza privata, un rettangolino illustrato di Stato, sono le migliori del mondo!
La vera filatelia è filantropia. Sono certo che un bel francobollo rallegrerà il destinatario, e ancor più certo se si tratta di una destinataria; ma stiamo attenti a non buttar via il mirabile prodotto, con persone insensibili, buone forse, ma incapaci di apprezzare il dono, siatene avari!
Non stagnante filatelia di collezionista (peggio se trafficante), quasi sempre inane accumulatore senza amore per la vaghezza umbratile del simbolino postale — ma vivo amore del prossimo perché col messaggio, e parte del messaggio contenuto nella busta sigillata, possa incontrare fin dalla figurina incollata la nostra solidarietà, la nostra voglia di procurargli — duro mestiere — gioia.
Tra le ultime splendide emissioni, ci sono musicisti come Puccini e Rota: eviterei di spedirli a chi non ama musica; a chi non ama la letteratura dal nobile senso civile, non spedirei l’effigie di Leonardo Sciascia. Riserverei a consumatori raffinati l’incantevole serie del made in Italy. Le commemorazioni filateliche sportive mi lasciano freddino, e così i monumenti cittadini. Il mio becco d’aquila piomba dritto là dove c’è più creatività, ciò da cui emana una raggio ancora dell’aura luminosa dell’effigiato.
E qui, tasto di duolo... Ci sono pi ù emissioni che utenti di francobollo: per le Poste l’affare sarebbe magro senza il mercato filatelico — acerrimo, senile, maschile — che prospera nei quartieri popolari, testimoniato da pazienti, lunghe, esasperanti code agli sportelli centrali; e costoro sono benemeriti, perché facendo guadagnare la Posta assicurano ai cultori di corrispondenza verace la sopravvivenza.
E-mail dilagante, fax e messaggistica in obbrobriosi gerghi di cellulari, hanno mutato in difesa di Termopili l’adorabile scambio da luogo a luogo, da confessione a confessione, da intimità di pensiero ad altra, che ha costituito una delle più straordinarie forme della comunicazione umana.
Mille, duemila, miriadi di francobolli in cerca di UNA lettera! Vale la pena di constatarlo per rattristarsene.
Un segno bruttissimo: agli uffici postali di provincia da tempo non arrivano più le emissioni nobili. A volte non trovi neppure le ignobili, le volgari, le comuni... Nell’usarle, in mancanza di meglio, sono cosciente di affidarmi al peccato necessitato. Tuttavia, questa privazione dì bellezza difficile, rafforza il ripudio della facilità, dà agli effimeri, che dappertutto ne cercano tracce, più ala. Avere un amico che lavori alle Poste ben fornite di città, può essere provvidenziale.
Non collezionate. Consumate francobolli vivi.
Osservazione di filosofia politica: ho notato che quando uno Stato nazionale è in deriva politica, sociale, economica, in mano a forze distruttive, emette infallibilmente francobolli magnifici. Dunque l’Italia è in forte regresso, e questo nella sua sorprendente grafica filatelica lo puoi leggere chiaramente. Emissioni come Sos... Ma la connessione è misteriosa. Mi duole l’Italia, ma mi rivolto contro i suoi mali inviando lettere bene affrancate . Spargo al vento delle Termopili o sulla linea di un indifendibile Piave luci notturne di francobollo patrio. Tanto i barbari feroci hanno ormai stravinto.
Guido Ceronetti