GIOVANNI DEL GIACCIO e DANIELE SPERLONGA, Il Messaggero pag. 10 23/11/2010, 23 novembre 2010
UCCIDE A COLTELLATE L’EX RAGAZZA, CI AVEVA GIA’ PROVATO UN ANNO FA
L’aveva colpita al collo ed era fuggito, quindi si era costituito presso il carcere di Secondigliano. La ragazza lo temeva, non voleva più vederlo stando a quanto raccontano i familiari dopo la tragedia, ma l’altra sera è arrivata fino all’appartamento in centro dove lui era ai domiciliari. Doveva essere un tentativo di “chiarimento”, l’ennesimo. Una lite, forse, la discussione degenerata e poi un grosso coltello da cucina sferrato più volte sul corpo e sul viso di Emiliana. Decine di fendenti e, ancora una volta, la fuga. Verso casa, a Napoli, ma una mano sanguinante l’ha costretto a fermarsi in ospedale a Giugliano in Campania. Ha detto ai medici di essersi ferito accidentalmente, ma i sanitari non gli hanno creduto e hanno chiamato i carabinieri. Stavolta non c’è stato bisogno di costituirsi: di fronte ai militari il giovane avrebbe ammesso subito le proprie responsabilità, addirittura dicendo «ci avevo già provato l’anno scorso». E’ accusato di omicidio.
In piena notte i carabinieri di Terracina sono entrati nell’appartamento di via Capirchio e hanno trovato la povera ragazza in un lago di sangue, in cucina. L’assassino scontava i domiciliari grazie al fatto che la mamma aveva messo a disposizione quella residenza, ma stando a diversi testimoni in casa normalmente era da solo. Un particolare di non poco conto: ufficialmente il ragazzo doveva essere lì insieme ai genitori, ma sembra che loro lo raggiungessero soltanto nei fine settimana per portargli cibo e vestiti. Il beneficio dei domiciliari, prima della condanna emessa a fine ottobre con rito abbreviato, era stato concesso dal giudice perché incensurato e perché si era costituito spontaneamente all’epoca dei fatti. Ma chi è Faccetti e come si comportava a Terracina? «Lo vedevamo spesso sul balcone in pantaloncini e maglietta parlare al telefono - raccontano i vicini - mai una lite o uno screzio». E anche domenica nessun rumore strano da quella casa. Ma perché la ragazza era arrivata fin lì? E’ quello che gli investigatori stanno cercando di capire, anche se viene mantenuto stretto riserbo e una conferenza stampa convocata dai carabinieri è stata poi annullata per decisione della Procura. La mamma della ragazza racconta: «Si è allontanata dicendo che sarebbe andata a ballare con alcune amiche – dice Luisa Falanga – Ero contenta perché da quando fu accoltellata il 20 dicembre scorso non usciva quasi mai. Soprattutto aveva paura di quel ragazzo». Possibile che avesse accettato di incontrarlo? «Ne era terrorizzata – continua – E’ probabile che qualche amica, complice di Faccetti, l’abbia convinta a uscire e l’abbia condotta a Terracina». Una “trappola”, appunto, per questo i familiari chiedono agli investigatori di visionare le telecamere della zona dove viveva la vittima. Con chi è salita in auto? Perché non è andata in discoteca? E’ stata veramente una “trappola” o credeva di andare a chiarire definitivamente la vicenda con l’ex fidanzato e quindi ha inventato una scusa?. «A me ha detto di stare tranquilla - aggiunge la madre - e io non avevo motivo di preoccuparmi, invece...» La donna non l’ha vista rincasare e ha provato a chiamarla alle 4 , quando era già morta e il suo assassino in stato di fermo. «Non chiediamo vendetta, ma denunciamo l’incoscienza dei giudici che hanno rimandato a casa una persona così pericolosa - dice lo zio, Antonio Marauccio - è una sconfitta delle persone perbene». Com’era Emiliana, ricordata dagli amici che dopo il tentato omicidio avevano costituito il gruppo su facebook “siamo tutti kon te”. Oggi, attraverso la bacheca del gruppo stesso, la piangono. Ci sono i ricordi, i segni di lutto ma anche frasi che riguardano l’assassino: «angioletto riposa in pace ma da lassu punisci quel mostro!» oppure «non hai avuto giustizia, la tua vita è stata spezzata da un mostro...» o, ancora: «ora lassù nessuno ti potra piu fare del malee......»
Questa mattina, al cimitero di Terracina, l’autopsia affidata al medico legale Silvestro Mauriello che ieri ha eseguito un primo esame esterno della salma, confermando le numerosissime coltellate ricevute dalla vittima. L’assassino si è come “accanito” su di lei. E adesso rispuntano delle telefonate minacciose arrivate alla famiglia della ragazza. Chiamate alle quali non era stato dato particolare peso, la vicenda era considerata chiusa, a maggior ragione dopo la condanna. Era un’avvisaglia, probabilmente, perché quel ragazzo non s’era mai rassegnato alla fine della storia con Emiliana. Per l’avvocato Elio Palombi che assiste la famiglia Femiano: «Luigi è un ragazzo all’apparenza normale, ma evidentemente covava qualcosa di patologico nei confronti di Emiliana. Forse data la gravità dell’episodio il giudice avrebbe dovuto accertare bene i presupposti per la concessione dei domiciliari». Avrebbe.