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 2010  novembre 24 Mercoledì calendario

“MONNEZZA E CAMORRA SONO SOLO NOSTRE”

Non sono mai stato una persona normale. E ho due categorie di amici: i grandi intellettuali e i grandi ignoranti. Uno di quelli intelluttuali mi ha fatto notare uno scritto di Giampaolo Pansa su un giornale: “I rifiuti? Napoli si arrangi”. Sono sobbalzato: mi sono sentito senza Patria. Un emigrante in Italia. Fa comodo generalizzare, creare la figura immaginifica del “napoletano unico” per scaricare tutti i problemi sui più deboli, sul popolino. Quando si tratta delle cose belle di Napoli sono di tutti, monnezza e camorra sono sempre solo nostre. Vorrei ricordare – con l’umiltà dovuta da uno come me di fronte a un grande intellettuale – a Giampaolo Pansa e a tutti quelli che la pensano così, che la pizza oggi si mangia più a Milano che a Napoli. Che non esiste più il menestrello con il mandolino, che il loro immaginario, la loro semplificazione di comodo, non serve neppure quella a risolvere il problema della spazzatura. Mi sembra piuttosto persegua un disegno preciso: dividere l’Italia. Vorrei in proposito ricordare che il ministro dell’Interno, il leghi-sta Roberto
Maroni, si è appropiato anche
del palco di Roberto Saviano e
Fabio Fazio, per ripetere a un pubblico più vasto, quello che già ci raccontava da giorni e giorni a reti quasi unificate: un comizio, per prendersi i meriti di aver migliorato l’Italia. Ma dove? Qui la spazzatura è per strada, vorrei dire al signor ministro, la camorra prospera insieme ai sacchetti di rifiuti, mentre la disoccupazione cresce e la gente è disperata. Qui siamo rovinati, signor ministro. È la prima cosa che mi viene in mente quando esco di casa al mattino, mi trovo davanti al panorama della spazzatura: siamo rovinati.
LA COLPA è dei napoletani, i napoletani in quanto tali? Ma che significa? Avrà delle responsabilità la politica? Avrà delle responsabilità un governo che si vantava di aver brillantemente risolto tutto con la bacchetta magica di Guido Bertolaso, che ora si prenderà la meritata pensione. Che dobbiamo fare noi napoletani? Prenderci questa colpa? Possiamo anche farlo, ma la politica non si può auto-assolvere. Devono smetterla di raccontar frottole: l’inceneritore di Acerra doveva esser una meraviglia, ma pare non funzioni così bene; Berlusconi lo scorso 29 ottobre aveva promesso che la situazione per le strade di Napoli sarebbe ritornata alla normalità in tre giorni. Sono passati tre giorni, altri tre, poi tre ancora. E la normalità? La normalità è diventata questa: avere tutti i giorni a tutte le ore i rifiuti per le strade. Forse ora non c’è più tempo per pensare, forse ora bisognerebbe curare la malattia, non chiedersi ancora di chi sia la colpa, per poi assegnarla come premio speciale a chi non si può difendere dalle colonne di un giornale o da un palco televisivo. A proposito di tv, ho letto che il mio amico Pino Daniele ha detto che se Saviano fosse davvero pericoloso lo avrebbero già ucciso. Mi auguro, come sono sicuro anche Pino, che Saviano non lo uccidano mai. Con Gomorra si sarà anche arricchito, ma non credo sia una colpa: ha avuto il coraggio di dire cose che altri non dicevano, ma che qui a Napoli, sia chiaro, sapevamo tutti, nulla di nuovo. Anzi, mi stupisco della meraviglia, anche qui, della politica, che avrebbe dovuto conoscere Gomorra ben prima dell’uscita del libro.
CHIUDO la parentesi e ritorno ai rifiuti, il concetto che ho d’Italia intesa come comunità mi fa respingere al mittente, ma con grande umiltà ripeto, l’idea di Pansa: napoletani vedetevela voi, pensateci da soli, arrangiatevi. No, aiutateci invece. Noi faremo il nostro. Ogni napoletano, ogni italiano dovrebbe stare vicino a questa città. Gli intellettuali, troppo a lungo in silenzio, dovrebbero ricominciare a parlare. Le persone che godono di notorietà, come me, dovrebbero prendere un impegno, che può essere questo: esser protagonisti di una campagna (senza intascare un euro) per spiegare come si fa la raccolta differenziata, poi toccherà alla politica, alle istituzioni lanciare un grande piano di raccolta differenziata in tutta la Campania.