BRUNO RUFFILLI, La Stampa 24/11/2010, pagina 21, 24 novembre 2010
La prima macchina di Steve Jobs all’asta per 156 mila dollari - Venduto all’asta da Christie’s, come un gioiello, e con un prezzo da gioiello: 156 mila euro
La prima macchina di Steve Jobs all’asta per 156 mila dollari - Venduto all’asta da Christie’s, come un gioiello, e con un prezzo da gioiello: 156 mila euro. Ad aggiudicarsi il primo computer Apple un italiano, l’imprenditore e collezionista torinese Marco Boglione, patron di BasicNet (Robe di Kappa, K-Way, Superga, Jesus Jeans). E’ un modello prodotto in soli 200 esemplari, dei quali oggi sopravvivono non più di una cinquantina, ma quello di ieri segna un record storico perché il prezzo di vendita è circa il triplo dell’ultima asta. Facevano parte del lotto, insieme al computer, un’interfaccia a cassette (quella che oggi sarebbe una memoria usb) e la confezione originale, ma soprattutto una lettera autografa di Steve Jobs che suggerisce all’acquirente gli accessori più adatti e offre consigli su come utilizzare al meglio l’apparecchio. C’è pure l’indirizzo: non il numero 1 di Infinite Loop, ma una strada di Palo Alto, dove risiedevano i genitori adottivi di Jobs. Apple nasce infatti in un garage, il primo aprile del 1976 e questo computer è il primo frutto della collaborazione tra Steve Jobs e Steve Wozniak. Seguiranno mille altri prodotti, più o meno fortunati, fino all’iPad, con cui parecchi dei potenziali acquirenti seguivano ieri in diretta l’asta. In termini pratici, anche se funzionante, l’Apple I di Boglione non potrà servire granché. E’ un pezzo da museo e in museo finirà, ma quando fu introdotto sul mercato i suoi 4 KB di memoria Ram erano parecchi per un computer, cui certo non era chiesto di riprodurre musica o video, ma di far funzionare software per usi professionali. Oggi il più piccolo degli iPod, il Nano, ha una memoria pari a 25 mila volte quella dell’Apple I, un iPhone arriva a 800 mila. E le differenze con i computer di oggi erano quasi più numerose delle affinità: niente touch screen, e anzi nemmeno il mouse (arriverà per Apple solo col Lisa, nel 1983), niente schermo (ma si poteva usare un televisore). E Jonathan Ive, il designer di tutti i prodotti della Mela a partire dall’iMac colorato, era ancora molto lontano: il primo computer Apple non aveva nemmeno uno chassis esterno. Ognuno poteva costruire il suo, oppure acquistarne uno in legno, una rozza scatola con il logo intagliato, che però faceva lievitare notevolmente il prezzo iniziale di 666,66 dollari. All’asta di ieri era presente Steve Wozniak, il cofondatore di Apple. Jobs, naturalmente, non si è fatto vedere: detesta celebrare il passato, e anzi quando tornò a Cupertino da presidente, dopo un esilio durato oltre dieci anni, per prima cosa chiese di sgombrare il magazzino dove veniva conservato un esemplare di ogni computer prodotto da Apple. Compreso il primo.