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 2010  novembre 25 Giovedì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "DORIS, ENNIO"



•1997
«Come al solito i rialzi sono creati dagli investitori istituzionali, e i piccoli entrano quando il più è già stato fatto. Ma è una questione di ottica d’investimento: se un risparmiatore ”gioca” sull’azionario pensando di vendere entro un mese, allora è meglio che investa del denaro che è disposto a perdere, perché nessuno può prevedere il cammino dei mercati azionari. Se invece l’ottica è quella del lungo periodo, almeno otto-dieci anni, con possibilità di diversificare in tutto il mondo, allora negli ultimi venti anni nessuno ha perso mai» (Ennio Doris).
Fonte: Panorama, n. 29; Nino Sunseri, La Repubblica, 18/07/1997; A. Pal., Il Messaggero, 18/07/1997; Anna Patricia-Kahn, Panorama, n. 29, 1997.

•2000
Il mensile Eurobusiness ha pubblicato la lista dei 100 uomini più facoltosi d’Europa. [...] novantaduesimo Ennio Doris (Mediolanum) con 2,15 miliardi ed infine Luciano Benetton (imprenditore), novantaseiesimo con 2,07 miliardi.
Fonte: Il Giorno 12/1/2000

•2001
Secondo la classifica stilata dal settimanale "Donna Moderna", la donna più ricca d’Italia si chiama Lina Tombolato. Ha gusti semplici e modi riservati e nel 1998 ha dichiarato redditi per oltre ventitre miliardi di lire. E’ sposata con Ennio Doris, amministratore delegato di Mediolanum, e proprietario della più grande azienda agricola italiana, in Friuli.
Fonte: la Repubblica del 22/2/2001 a pagina 25.

•2002
nel 2002 con 2 miliardi di dollari di patrimonio è al posto 208 nella classifica Forbes dei più ricchi al mondo.
Fonte: E.C. sul Corriere della Sera del 01/03/02 a pagina 24.

•2003
[MARIO RESCA, NDR] con Ermolli, e con Ennio Doris, altro manager della più ristretta cerchia berlusconiana, si è ritrovato all’inizio di giugno 2002 nella lista dei 25 nuovi Cavalieri del Lavoro nominati dal presidente della Repubblica. Proprio come Berlusconi, a 25 anni di distanza...»
Roberto Rho, la Repubblica 27/2/2003

•2005
appassionati delle due ruote: il sindaco di Milano Gabriele Albertini e il regista nanni Moretti (entrambi amano e guidano solo la Vespa), Bobo Craxi, Lapo Elkann, Marco Tronchetti Provera, Vittorio Colao, Ennio Doris
Fonte: Gigi Sironi, Libero 13/3/2005, pagina 17.

[...] Probabilmente Maroni pensa alle sorti della sua banca leghista, Credieuronord, salvata da quel Fiorani della Bipielle che vorrebbe conquistare l’Antonveneta grazie ai buoni uffici della Banca d’Italia: è comprensibile che i leader leghisti cerchino di evitare uno scandalo e di finire sotto inchiesta della magistratura, ma questo interesse di bottega che cosa c’entra con la riorganizzazione del sistema bancario? Niente. Così come appaiono del tutto trascurabili l’editto di Ennio Doris, socio di Berlusconi nella Mediolanum azionista di Antonveneta ("Non venderò mai agli olandesi", vedremo...) o le tristi lamentele dei politici o delle imprese del nord-est che oggi si rinfacciano, come se fossimo tornati alle beghe di provincia descritte dai film di Pietro Germi, la responsabilità della perdita di una "banca veneta".
Fonte: Rinaldo Gianola, L’Unità 31/03/2005

[...] Ma va considerata una terza circostanza: l’appoggio dato a Fiorani dalla Mediolanum di Ennio Doris nella battaglia per AntonVeneta.
Fonte: Fabio Tamburini, Sole 24 ore, 30/04/2005

La scalata di Unipol a Bnl è inestricabilmente intrecciata con altre due, parallele ma non troppo visto che s’incontrano spesso: quella della Banca Popolare di Lodi (Gianpiero Fiorani) alla banca Antonveneta e quella dell’immobiliarista ciociaro Stefano Ricucci alla Res. Consorte, insieme a Ennio Doris (socio di Silvio Berlusconi nella Mediolanum) e a Emilio Gnutti, finanzia Fiorani nell’assalto all’Antonveneta. Fiorani a sua volta presta 4 milioni a Consorte a tassi agevolati per l’assalto alla Bnl. A incoraggiare il legame fra il dalemiano Consorte e il berlusconiano Doris è stato proprio "Chicco" Gnutti, il raider bresciano salito alla ribalta insieme a Roberto Colaninno nel ’98 con la scalata alla Telecom,,benedetta dall’allora governo D’Alema (entusiasta per i due "capitani coraggiosi").
Fonte: Marco Travaglio, Micromega 5/2005

Negli ultimi mesi in casa Doris si è chiusa una importante riorganizzazione delle scatole di famiglia, fino a un anno fa divise tra Italia e Lussemburgo. Così, una delle tre casseforti, Fin. Prog. Italia, fino a maggio 2004, titolare di un ricco pacchetto di titoli Mediolanum, il 10,5% (che evidenziava una maxiplusvalenza rispetto al valore di bilancio di 373 milioni) ha trasferito l’intero pacchetto alla lussemburghese Herule finance che porta in dote un pacchetto del 26,3% del gruppo attivo nel risparmio gestito, di cui il 3,6% in pegno alle banche. L’intero riassetto è avvenuto in due step. E si legge nei numeri di bilancio della Herule Finance. Il passaggio della quota dall’Italia al Lussemburgo, si è tradotta nel Granducato, a fine maggio del 2004 in un incremento sensibile delle immobilizzazioni, passate da 495 milioni a 932 milioni, ma anche dei debiti, che nel giro di un anno sono saliti da 282 milioni a circa 700 milioni, ma sempre infragruppo. Di qui la decisione di varare la ricapitalizzazione. A sottoscriverla, la Fin. Prog Italia, che in questo modo è diventata prima azionista della Herule Finance con una quota intorno al 50%. Così il bilancio a giugno 2005 della scatola lussemburghese, non ancora depositato, ma che il Sole24ore è in grado di anticipare, vede debiti praticamente azzerati e chiude in utile per 25 milioni a fronte di immobilizzazioni per 908 milioni.
Fonte: Il Sole 24 Ore 13/10/2005, pag.33 Marigia Mangano

•2006

Forza Italia è il partito che nel 2005-2006 ha preso più finanziamenti dai privati: [...] il patron della banca Mediolanum Ennio Doris 10 mila euro a Forza Italia.
Fonte: Carlo Marroni, Il Sole-24 Ore 8/4/2006.

la sua barca si chiama Perini
Fonte: La Stampa 11/06/2006, pag.13 Chiara Beria D’Argentine

Tasse di lusso in Costa Smeralda. Silvio Berlusconi, per la sua Certosa a Porto Rotondo, stimata sui 3 mila metri quadri, dovrà pagare la bellezza di 54.000 euro per la nuova tassa voluta da Renato Soru. Ennio Doris di Banca Mediolanum, verserà per la sua villa sul mare di Punta Volpe, 10.800 euro.
Fonte: Rossana Linguini e Luciano Verre, Gente, 27/6/2006

•2007
Nella cordata dei furbetti spiccavano, con Chiarotto, Giustina Destro, Paolo Sinigaglia, patron di Alpi Eagles, Ennio Doris, il banchiere di Mediolanum socio di Berlusconi, René Caovilla, lo scarparo di lusso della Riviera del Brenta,
Fonte: Alberto Statera, la Repubblica 18/1/2007, pagina 1

Secondo quanto riferito dal Sole 24 Ore, Fininvest starebbe pensando di rafforzare fino all’un per cento la propria posizione in Mediobanca e un incremento della partecipazione della merchant bank sarebbe in programma anche per Ennio Doris, numero uno di Mediolanum, storico alleato della famiglia Berlusconi.
Fonte: Il Foglio 7/2/2007

Silvio Berlusconi dalla legge sulle coppie di fatto. Ma in Borsa almeno due patticelli li ha sottoscritti anche la sua Fininvest: quello di Capitalia e quello di Mediolanum. Ed è forse questa l’’unione di fatto” da osservare con maliziosa attenzione: il suo socio (l’unico in tanti anni di attività) Ennio Doris – che condivide, con il 25,5 per cento ciascuno, il controllo della ”banca costruita intorno a te” – non se ne separerebbe mai. Eppure in certi momenti la presenza del partner-premier o ex premier si è rivelata un freno all’ingresso di nuovi investitori (magari esteri) e all’iniezione di mezzi freschi. La convivenza è tutt’altro che scomoda; anzi, in questo caso si può rispolverare quella riga tolta all’inizio sui vincoli affettivi, il rapporto tra i due è saldo e di vecchia data.
Fonte: Fabio Dal Boni, Il Foglio 3/3/2007

nella classifica annuale della rivista Forbes, Ennio Doris, 369esimo con 2,5 miliardi
Fonte: Il Sole 24 Ore 09/03/2007, pag.37 Marco Valsania

Commentando i dati del bilancio, chiusosi con un utile netto di 223,7 milioni, l’ad Ennio Doris si è detto «molto, molto soddisfatto ed addirittura orgoglioso».
Fonte: La Stampa 20/4/2007

Berlusconi tre anni dopo vende il «Principessa Vai Via», altro imponente e raffinato bialbero, all’amico e socio Ennio Doris di Mediolanum. Il prezzo? 8 milioni di euro. Doris acquista il veliero con una società che, secondo le categorie della Camera di Commercio, ha la seguente attività: «Noleggio senza equipaggio di imbarcazioni da diporto, compresi i pedalò».
Fonte: Mario Gerevini, Corriere della Sera 9/7/2007

•2008
Ennio Doris, di Banca Mediolanum che ha acquistato da Silvio Berlusconi il «vecchio» Principessa VaiVia, un 40 metri varato nel ’91 e ora ribattezzato – anche se cambiare nome a una barca porta male – Marisa.
Corriere della Sera 13 febbraio 2008.

Anche la classifica italiana ha subito cambiamenti inaspettati: Berlusconi, che nel 1996 sfilò il primato a Gianni Agnelli, viene ora superato dall’ottantunenne re della Nutella, Ferrero, [...] Gli altri italiani sono: Giorgio Armani (5 miliardi), i Benetton (Carlo, Gilberto, Giuliana e Luciano, 2,9 a testa), Mario Moretti Polegato (Geox, anche lui 2,9), Francesco Gaetano Caltagirone (2,6), Stefano Pessina (2,3), Ennio Doris e famiglia (2,1) e Silvio Scaglia (1,2).
Fonte: La Repubblica 6 marzo 2008, ARTURO ZAMPAGLIONE

A chi non è capitato, pigiando ripetutamente i tasti del telecomando per sfuggire ai bombardamenti pubblicitari, di imbattersi in quel signore grande e grosso che con un rametto disegna un cerchio sulla sabbia intorno a una poltrona rossa? Ebbene, quel signore lì è Ennio Doris, ovvero il presidente di Mediolanum, la prima banca costruita intorno a lui. Sua moglie, Lina Tombolato, ha aperto le casseforti di famiglia per fare acquisizioni su acquisizioni. Nel 2005 grazie a loro il fisco ha brindato visto che Doris e sua moglie hanno dichiarato rispettivamente 5.375.318 e 4.359.541 euro.
Fonte: Italia Oggi 6 maggio 2008, Emilio Gioventù

Non solo Arancio Finora, a uscire alla grande dall’intrico dei mutui, almeno dal punto di vista mediatico, è stato soprattutto Ennio Doris, che il 9 giugno ha annunciato una riduzione media dello 0,64 dello spread sull’Euribor di tutti i mutui di Banca Mediolanum. Un taglio stimato in 65 milioni, ma anche una mossa degna della fama di instancabile venditore che accompagna da anni il fedele socio di Silvio Berlusconi. Evidentemente, Doris conta non solo di mantenere in portafoglio i vecchi clienti, ma anche di acchiapparne di nuovi grazie all’autosconto unilaterale. Chissà tra i concorrenti chi lo seguirà su questa strada: non tutti possono sperare di conquistare nuovi clienti, quindi qualcuno si farà del male, economicamente parlando, se la corsa al ribasso scatterà davvero. Con piena soddisfazione, invece, della clientela.
Fonte: Maurizio Maggi, L’espresso 26/6/2008, pagina 138.

[...] Il giovane Doris [MASSIMO, AD MEDIOLANUM, NDR]: «Siamo diversi e non potrò mai imitarlo. Sarebbe un disastro: mi vede "trascinare" la rete di vendita come fa lui nelle convention? Ma no, io sono tranquillo e riflessivo...»
Si, ma chi comanda adesso?
«Che domanda: lui».
E lei?
«Mio padre fa le strategie, io il business [...] Quando, nell’82, mio padre aveva l’idea ma gli occorrevano partner ed esperienza, Berlusconi gli ha dato carta bianca. E non ha mai voluto metter bocca. In compenso mio padre ha presentato il primo bilancio già in utile. Le pare che un’alleanza così possa interrompersi? E poi c’è una sincera amicizia».
Fonte: Sergio Bocconi, Corriere della Sera 10/8/2008

•2009
prenota con anni d’anticipo l’olio extravergine prodotto da Alessandro Zanobetti
Fonte: Stefano Lorenzetto, Il Giornale 5/4/2009

Come Berlusconi, tuttavia, ci sono anche altri nomi celebri ad aver rapporti fiduciari con la banca [ARNER, NDR]. Qui hanno i conti correnti Ennio Doris
Fonte: Walter Galbiati, la Repubblica, 16/11/2009

In termini percentuali, la soddisfazione maggiore al premier la regala l’antico sodale Ennio Doris: la compagnia di assicurazioni Mediolanum, di cui il capo del governo è storico partner, è risalita infatti del 41 per cento, incrementando il pacchetto controllato da Berlusconi per circa 300 milioni. Ha fatto dunque meglio della corazzata Mediaset, la cui performance del 36 per cento ha fatto guadagnare quasi 700 milioni di euro al padrone del Milan. La pecora nera è la Mondadori, una delle poche azioni dell’indice Ftse Mib (che raggruppa i titoli principali della Borsa italiana) a perdere significativamente nel corso degli ultimi dodici mesi, svalutandosi del 16,2 per cento.
Fonte: Maurizio Maggi, Stefano Vergine, L’Espresso, 29 dicembre 2009

•2010
Alla faccia della crisi, la lista segnala un incremento nella ricchezza dei soliti pochi: 3.600 miliardi rispetto ai 2.400 dell´anno precedente. Crescono anche il numero dei paperoni, 1001 da 793, e il guadagno medio, da 3 a 3,5 miliardi. Il più giovane della lista, il 26enne Mark Zuckerberg di Facebook, è 212esimo con 4 miliardi, e surclassa il più vecchio, il 99enne svizzero Walter Haefner, 287esimo con 3,3 miliardi. Tutti in perdita di posizione ma in crescita di guadagni gli italiani Giorgio Armani (5,3), Mario Moretti Polegato (2,4), i 4 Benetton (Carlo, Gilberto, Giuliana e Luciano) con 2,1 miliardi ciascuno, Ennio Doris (1,9),
Fonte: Angelo Aquaro, la Repubblica, 11/3/2010

Sono due tra gli uomini più ricchi e potenti d’Italia. Parlare di crisi, per loro, è un’iperbole lontana dalla realtà. Eppure la recente campagna dividendi non ha dato le consuete soddisfazioni né al premier Silvio Berlusconi, né a uno dei più attivi frequentatori del listino di Piazza Affari, Francesco Gaetano Caltagirone. A Berlusconi, ad esempio, mancano più di 70 milioni di minori dividendi maturati da Mediaset (cedola in discesa da 0,38 a 0,22 euro), mentre nulla è imputabile a Ennio Doris, la cui Mediolanum ha confermato la cedola nonostante le tempeste finanziarie. Caltagirone, dal canto suo, ha cinque società direttamente controllate sul listino. Tutte, con l’eccezione di Cementir, hanno confermato la cedola del 2009. Cementir invece è passata da otto a sei centesimi e tanto è bastato per non far arrivare nelle tasche dell’ingegnere romano un paio di milioni di euro a causa dell’effetto moltiplicatore. Ma a Caltagirone sono poi mancati i dividendi del Monte dei Paschi di Siena e soprattutto di Acea. lui il più penalizzato tra i big esaminati nella recente campagna dei dividendi. Anche se ne ha incassati per quasi 30 milioni.
Fonte: Stefano Righi, Corriere Economia 28/6/2010

LIBRI
SETTA Monica - Cuore di manager. Amori, passioni e potere nelle storie di 50 uomini d’oro del capitalismo italiano. Sperling & Kupfer, Milano 2002.