V. Pic., Corriere della Sera 25/11/2010, 25 novembre 2010
PRONTE FINLANDIA, SVEZIA E SPAGNA. L’OBIETTIVO: RESISTERE 36 MESI —
Seicento tonnellate al giorno di frazione umida di spazzatura per tre mesi. Per risolvere l’emergenza rifiuti a Napoli occorre trovare subito le Regioni disposte complessivamente ad accogliere questa quantità di spazzatura. Così, alla vigilia della proposta del governo si sta stilando il piano di azione per far scattare l’operazione «strade pulite». «Si tratta solo di organizzare i trasporti — spiega Giovanni Romano, assessore regionale all’Ambiente — perché è tutto già stoccato dentro appositi stabili. Si tratta solo di inviarli con i camion». Tra le ipotesi c’è l’utilizzo dei militari. Ma Romano pensa se ne possa fare a meno. L’obiettivo è resistere così 36 mesi. In attesa dei termovalorizzatori di Salerno e Napoli. Intanto ci si accorda per inviare i rifiuti in Spagna, Finlandia e Svezia. L’azienda del termovalorizzatore di Acerra, Partenope Ambiente, ne sta perfezionando uno con un’impresa andalusa di Jerez de la Frontera per smaltire 30 mila tonnellate di frazione organica da tritovagliatura. Che potrebbero presto diventare almeno 60 mila. Le spedirebbe via mare: con carichi da 3.000-5.000 tonnellate. Partenza da Napoli. Costo al di sotto della media di smaltimento in Campania: 130 contro i 140 euro a tonnellata. In Finlandia e Svezia invece vogliono la frazione secca. Partirebbe sempre in nave con tagli da 3.000-5.000 tonnellate alla volta. Lì hanno termovalorizzatori sovrastimati per la produzione di immondizia locale che dopo la crisi è diminuita. Ma i rifiuti servono per poter produrre l’energia necessaria a scaldare le case. C’è stato già un incontro con imprese del posto. Per tre giorni sono stati a Napoli e hanno confermato che il tipo di rifiuto va benissimo. Il costo sarebbe ancora più conveniente: da 90 a 100 euro a tonnellata. Partirebbero subito. Tempo 20 giorni. Vorrebbero una nave di rifiuti a settimana: con un carico medio di 4.000 tonnellate a settimana si smaltirebbero 180 mila tonnellate all’anno. Ma bisogna fare presto. Napoli città produce 1.500 tonnellate al giorno. Nella differenziata vanno 250 tonnellate. Ne restano 1.250. A Chiaiano ne vanno 650. Ne restano 600. «Il sistema è andato in crisi per questo» spiega l’assessore all’Igiene urbana, Paolo Giacomelli. Prima quelle 600 tonnellate andavano agli impianti Stir (Caivano, Giuliano e Tufino) dove il 50% diventa umido e il resto secco. L’umido andava a Terzigno. Il blocco fa scattare l’emergenza. Perché i 3 impianti ora hanno le vasche dell’umido piene. La scorsa settimana ad aiutare Napoli ha provveduto Caserta e Avellino dove arrivavano 300 tonnellate al giorno. Ma Napoli provincia produce 3.200 tonnellate al giorno. L’intera Campania 7.520. E l’emergenza continua.
V. Pic.