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 2010  novembre 25 Giovedì calendario

«BERLINO NON LASCERA’. HA TROPPI VANTAGGI»


Davvero la Germania potrebbe fare da sola? Disinteressarsi della sorte dell’euro?
«Non mi pare. Guardi, nella gestione della crisi irlandese il governo tedesco si sta comportando molto meglio che nella crisi greca; ha fatto tesoro degli errori di allora» risponde Ulrike Guérot, politologa dell’European Council on Foreign Relations, di cui dirige l’ufficio di Berlino.
Beh, secondo gli irlandesi è proprio Angela Merkel a fare da detonatore...
«Lei si riferisce all’incontro di Deauville con il presidente Sarkozy? Prima o poi certe cose andavano dette; ovvero, che il settore privato deve contribuire ai costi dei salvataggi. La politica ha tutto il diritto di andare contro i mercati, se lo ritiene giusto; ed è giusto che il rischio di prestare a certi Stati venga compreso. Solo così si può ridare efficacia all’articolo del Trattato secondo cui gli Stati possono fallire».
Però l’opinione pubblica tedesca sembra sempre meno disposta alla solidarietà.
«Secondo me la cancelliera sta facendo un grande sforzo per convincere i tedeschi. Certo ha molti condizionamenti, tra cui il timore di una sentenza negativa da parte della Corte Costituzionale, e le prossime elezioni nel Baden-Württemberg. Però procede. Occorre fatica a passare da una visione romantica dell’Unione europea a una realtà in cui le divergenze fra le varie economie, a 18 anni da Maastricht, si sono accresciute, e occorre predisporre strumenti per affrontarle. A Berlino si è capito che occorre muoversi verso una politica economica europea più comune, anche con trasferimenti di bilancio».
Ma come! Quasi tutti in Germania ripetono «keine Transferunion» ovvero nessuna redistribuzione fra Stati ricchi e Stati poveri.
«Dall’estero vedete un dibattito pubblico che, purtroppo, è indietro sulla realtà. Ci vorranno forse altri mesi perché maturi, perché si diffonda il coraggio di riconoscere certe verità, che dall’euro la Germania ha tratto grandissimi vantaggi, che è suo primario interesse che nell’edificio non si formino crepe. Credo però che Angela Merkel lavori per una solidarietà europea certo non illimitata, retta da precise regole. Sarà un salto in avanti, se ci riesce».