Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Come sappiamo, i cieli della Siria sono attraversati dagli aerei di 12 paesi diversi, ciascuno dei quali fa la guerra per conto suo e con obiettivi suoi specifici. Si guarda quindi con una certa attenzione al tour del presidente francese Hollande, che lunedì ha visto Cameron, martedì Obama, mercoledì la Merkel, ieri Renzi e Putin, a tutti ripetendo che bisogna intensificare la lotta all’Isis, bombardare, mandare navi e soldati, e insomma far la guerra. Tutti hanno risposto di sì, abbracciando Hollande, garantendogli che siamo tutti francesi, le parole si sono sprecate e anche ieri Renzi e Putin hanno rilasciato dichiarazioni molto significative. Putin, tra l’altro: «Gli attacchi terroristici ci impongono di unirci nella lotta». Renzi, tra l’altro: «Ci vuole una strategia globale, che sia non solo militare ma anche diplomatica, culturale e civile», espressioni che richiamano l’iniziativa dei 500 euro con cui il nostro premier vuole spingere i neo-19enni a comprar libri ed entrare nei musei.
• Come fanno a essere uniti nella lotta, con tutto quello che li divide, io non lo capisco.
Qualche elemento incoraggiante c’è. La Merkel ha mandato 650 soldati tedeschi in Mali, per aiutare i francesi nella guerra che conducono laggiù contro i fondamentalisti (i fondamentalisti sono divisi tra al Qaeda e Isis, ma intanto controllano molti pezzi del Mali settentrionale). Questo permetterà a Hollande di spostare truppe dal Mali in Siria, dove arriva anche un piccolo contingente americano. La Germania non può far nulla senza l’approvazione del Parlamento, e il Parlamento tedesco non voterà di sicuro missioni in Siria, alle quali tra l’altro è contraria anche l’opinione pubblica. Problema simile per Renzi: ci sono laggiù quattro Tornado italiani, disarmati, con compiti puramente logistici. Obama ha chiesto a Renzi di trasformarli in bombardieri, Renzi ha risposto di sì, ma anche qui c’è da superare l’ostacolo (per dir così) del Parlamento e un’opinione pubblica per niente disposta a far la guerra.
• Russi e turchi?
Niente, in sostanza continuano a litigare. Mosca vorrebbe delle scuse ufficiali per l’aereo abbattuto, i turchi rispondono «niente scuse perché abbiamo ragione noi, sono loro che devono farsi perdonare la violazione del nostro spazio aereo». I russi hanno annunciato che «cessa ogni collaborazione militare con la Turchia», cioè non ci sarà neppure lo scambio di informazioni che finora è servito ad evitare incidenti tra i vari caccia in missione. Un vertice turco-russo di cooperazione economica programmato a San Pietroburgo per metà dicembre è stato sospeso, manifestazioni con lanci di sassi e uova si sono avute davanti al consolato turco di San Pietroburgo, Ankara, per questo, ha convocato l’ambasciatore russo. Ci sono anche rappresaglie economiche da parte russa, l’interscambio tra Mosca e Ankara vale 44 miliardi e secondo Erdogan doveva arrivare a cento miliardi nel 2023. Non è uno scherzo. Putin ha ordinato di non vendere più pacchetti turistici per la Turchia e il ministro Uliukaiev (Sviluppo economico) ha detto che i voli da e per la Turchia potrebbero essere sospesi completamente, mossa che, da sola, farebbe perdere ad Ankara dieci miliardi. Ci sono una quantità di altri dispetti, specie da parte russa, che le risparmio.
• Come mai i paesi che bombardano il Daesh sarebbero dodici? Ho contato mentalmente e non ci arrivo...
Siriani, russi, turchi, americani, giordani, australiani, francesi, inglesi, sauditi, qatarini, canadesi, israeliani. Gli israeliani bombardano le postazioni siriane di hezbollah, i turchi bombardano i curdi, russi e siriani tempestano i ribelli anti-Assad, americani, giordani e arabi sono concentrati solo sul Califfato badando a non toccare quelli di al Nusra (altri terroristi in realtà) perché al Nusra è amico di sauditi e qatarini. I russi stanno schierando batterie anti-aeree S-400 di ultima generazione. Gli americani li hanno attaccati per questo, sostenendo che Putin vuole sparare su di loro.
• Mi domando come mai, finora, ci sia stato un solo incidente.
No, di incidenti ce ne sono stati altri. Nel 2012 i siriani hanno abbattuto un F-4 da ricognizione turco, i turchi hanno buttato giù un Mig e un elicottero siriano due anni dopo, a settembre gli israeliani hanno colpito un altro aereo siriano che aveva sconfinato di appena 800 metri...
• È vero che l’aereo russo è riamsto sui cieli della Turchia per appena 17 secondi?
Sì, ma, come ha scritto Francesco Battistini sul “Corriere”, i russi un po’ se la sono andata a cercare, e un po’ i turchi li aspettavano al varco.
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