la Repubblica, 27 novembre 2015
Alfano vuole fare un partito con Della Valle, Fitto e Tosi. Il problema è convincere Verdini
«La strada è tracciata: saremo la Margherita 2.0». Angelino Alfano l’ha spiegato ai suoi, il nuovo centrodestra è arrivato al capolinea. Il futuro è con Renzi. La decisione è talmente matura che il ministro dell’Interno l’ha persino comunicata al premier, sondandolo nei giorni scorsi sulle varie ipotesi che ora si aprono per la nuova formazione centrista. «La traiettoria più naturale – ha osservato Alfano sarebbe quella di dar vita a una lista di governo insieme, stante l’attuale legge elettorale». «È escluso», gli ha risposto Renzi. «Allora – ha replicato il ministro – ci presenteremo da soli, tanto poi avrai bisogno di noi in Parlamento per non farti ricattare dalla sinistra Pd. Sarai tu a venirci a cercare».
Il problema per Area popolare (questa per il momento la denominazione) è proprio l’Itali-cum. Perché, stante l’indisponibilità del capo del governo a cambiarlo, l’unica opzione per Alfano è giocarsi il tutto per tutto e puntare a rientrare a Montecitorio superando la barriera del 3 per cento. «Ce la possiamo fare – confida in privato il leader centrista – se apriamo subito un cantiere per un nuovo soggetto dei moderati. C’è tanta gente in questo paese che apprezza Renzi e lo vorrebbe tenere a palazzo Chigi, ma non è disposta a votare a sinistra». In questo schema di gioco gli interlocutori di Alfano sono anzitutto coloro che sono usciti dal vecchio Pdl e dalla Lega. Primi fra tutti il sindaco di Verona Flavio Tosi e l’ex ministro Raffaele Fitto, con i suoi “Conservatori e riformisti”. Ma si punta anche su Alfio Marchini e, soprattutto, su Diego Della Valle. Senza trascurare il tesoretto di Area popolare, quotata la scorsa settimana da Demos per la Repubblica al 3%. Con il gradimento di Alfano salito in un mese – dopo l’emergenza terrorismo – dal 23 di ottobre al 28 per cento di novembre. Resta lo scoglio di Denis Verdini. L’ex braccio destro di Berlusconi è molto attivo, tanto che due giorni fa è stato visto al bar Ciampini in compagnia di Diego Della Valle. Ma Alfano resta convinto che sia un errore aggregarlo alla carovana in via di formazione. Lo ha ribadito anche al premier, che lo invitava a fare comunella con Verdini. «Te lo puoi scordare gli ha risposto il titolare dell’Interno -. Verdini non ce lo puoi caricare a noi, sono affari tuoi e di Lotti. Oltretutto io non ci andavo d’accordo nemmeno quando eravamo nel Pdl, figuriamoci».
I segnali che i moderati alfaniani si sono messi in marcia, direzione “nuovo centrosinistra”, si stanno comunque moltiplicando. C’è l’ipotesi, seppur smentita dai vertici, di partecipare alle primarie di Napoli. C’è la nuova giunta Crocetta in Sicilia, con l’assessore “tecnico” Carlo Vermiglio entrato in quota Ncd (tramite il deputato Nino Germanà). E ieri è stato presentato il Comitato “Moderati e centristi per il Sì”, in vista del referendum costituzionale dell’ottobre 2016. Un’iniziativa promossa da 33 parlamentari di Ap e di Ala (i verdiniani), che tuttavia ha fatto arrabbiare sia Giacomo Portas (il leader dei “Moderati” alleati con il Pd se l’è presa per lo scippo della sigla) che il segretario di Scelta Civica Enrico Zanetti, per la «fuga in avanti» e la «fretta» degli alfaniani.
Al di là delle baruffe tra micropartiti, per Alfano anche quel che resta di Scelta Civica e le altre formazioni centriste – come i Moderati e i Popolari per l’Italia – a meno di non scomparire, dovranno giocoforza far parte del cantiere della nuova formazione politica. Il primo banco di prova per sperimentare il passaggio nel centrosinistra saranno comunque le amministrative di primavera. «A livello cittadino – spiega il sottosegretario Giuseppe Castiglione, uno degli fedelissimi di Alfano – il percorso di costruzione di un’area popolare alleata al Pd è sicuramente più facile che a livello nazionale». Certo, Alfano dovrà mettere nel conto la reazione ostile della sinistra dem, che ha subito alzato le barricate di fronte all’ipotesi di una coalizione aperta anche all’Ncd. Tanto che Gaetano Quagliariello, uscito dall’Ncd per dare vita a “Idea” proprio in opposizione alla linea di Alfano, oggi può ironizzare: «Stanno facendo la parte dell’amante che viene nascosto per vergogna nell’armadio».