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 2015  novembre 27 Venerdì calendario

SUICIDA IN CASA IL BROKER DELLA TRUFFA AI FRANCESCANI

Il buco nero da 50 milioni di euro nei conti dell’Ordine dei frati minori francescani alla fine s’è inghiottito anche la sua vita. Leonida Rossi, l’intermediario 78enne che – con tre religiosi – era accusato di truffa dalla magistratura svizzera e di «impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita» da quella italiana è stato trovato impiccato nella sua villa a Lurago d’Erba, in provincia di Como. L’uomo, appena ieri l’altro, aveva subito una serie di perquisizioni negli uffici della sua società milanese, la Anycom (sede in via Manara, a due passi dal Tribunale), nei suoi uffici di Lugano e nell’abitazione di Paradiso, un sobborgo della città svizzera. Ieri era il turno dell’altra sua casa, quella nel comasco, appunto.
Ma quando in mattinata i militari del nucleo valutario della Guardia di Finanza hanno suonato al campanello, nessuno ha risposto. La porta era aperta, gli agenti sono entrati. E hanno trovato il corpo di Rossi nell’androne delle scale. L’ipotesi più accreditata è che si tratti di suicidio. Sarebbe avvenuto nella serata di mercoledì, al termine di una giornata carica di tensione per Rossi. Sarà la magistratura di Como a fugare ogni dubbio, e probabilmente oggi disporrà l’autopsia. Le perquisizioni degli ultimi giorni hanno rappresentato uno sviluppo rilevante dell’indagine avviata tra Milano e il capoluogo ticinese dopo che i frati (tre enti della confraternita, in particolare: la Provincia Lombardia, la Casa Generalizia con sede a Roma e la Conferenza dei ministri di Italia e Albania) avevano sporto denuncia per gli ammanchi «di almeno 49,5 milioni di euro» avvenuti tra il 2007 e il 2014. Lasciti e donazioni su cui l’uomo prometteva rendimenti annui del 12% e che invece, in buona parte avrebbe trattenuto, usando i soldi «in attività edilizie speculative finalizzate alla costruzione di alberghieri in Africa».
Italiano di nascita, residenza in Kenya, affari in Svizzera, tramite attività da fiduciario. O almeno così diceva. Questo era Rossi, un uomo che negli anni si era guadagnato la fiducia dei frati. E non solo: al punto che ci sarebbero irregolarità anche nella gestione a danno di altri organismi religiosi francescani e dell’Opera Don Bosco dei salesiani. Si vedrà. Un primo sequestro è avvenuto proprio due giorni fa, per quasi 5 milioni di euro. Non era solo, Rossi, in questa storia. Sempre nell’inchiesta sono indagati, per appropriazione indebita, tre ex economi dell’ordine: Giancarlo Lati, Renato Beretta e Clemente Moriggi che sono stati tutti rimossi. I tre religiosi - che pure hanno subito perquisizioni - non avrebbero tratto beneficio personale dalla vicenda, ma avrebbero impiegato i fondi della cassa dell’Ordine secondo modalità non autorizzate. La Curia Generale e la Provincia Lombardia dei francescani ieri hanno espresso «cordoglio per l’umana perdita». Perdita che «conferma la necessità di una piena emersione dei fatti».