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 2015  novembre 27 Venerdì calendario

Le ventenni italiane sono ignoranti in materia di sesso: il 66% crede che sia normale provare dolore durante i rapporti, il 4% pensa che un bagno caldo sia un valido contraccettivo

In un’epoca in cui bastano pochi click per avere informazioni, più o meno esplicite, sul sesso, è logico pensare che i giovani sappiano tutto in materia. E invece non è così. Lo dimostrano i sorprendenti risultati di un sondaggio europeo sulla conoscenza della sessualità condotto tra 5.912 ragazze fra i 20 e i 30 anni di undici Paesi europei più il Canada, presentato al congresso della Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo).
Le 500 intervistate italiane hanno dato risposte sconcertanti: il 66 percento ritiene che sia normale per una donna provare dolore durante i rapporti sessuali, il 56 per cento non ha ancora un’idea chiara dell’anatomia femminile, l’11 per cento pensa che non si possa rimanere incinte durante le mestruazioni e il 4 per cento che un bagno caldo sia un valido contraccettivo. «Sono risultati che in realtà non mi meravigliano molto» dice la ginecologa Valeria Dubini, consigliera della Sigo. «Nei miei ormai trenta anni di carriera mi sono sempre confrontata con questa ignoranza e non è che abbia notato grandi miglioramenti con il tempo. Anzi, forse nelle giovani degli anni 70 c’era più consapevolezza sul sesso, a fronte di poca pratica, mentre oggi è il contrario: molta pratica, poca consapevolezza».
Del resto, chi dovrebbe informare i giovani italiani? La scuola? Nel rapporto Policies for Sexuality Education in the European Union, l’Italia si segnala per essere uno dei sette Paesi dove non sono previsti corsi di educazione sessuale. Quanto alla famiglia, «sarebbe il luogo naturale per informarsi, ma parlando con le mie giovani pazienti sento che c’è ancora imbarazzo a farlo, e che spesso i genitori ne sanno meno dei figli».
Non resta quindi che rivolgersi a coetanei e internet, luogo però pieno anche di informazioni inattendibili, tanto che il sondaggio europeo ha rivelato che un quinto delle giovani italiane ha appreso «bufale» sul sesso proprio dalla rete. «Per questo abbiamo deciso di aprire il blog Scegli tu (www.sceglitu.it), un luogo per rispondere ai dubbi dei giovani. E siamo stati inondati di richieste». Anche assurde: «Se mi lavo con la Coca-Cola dopo un rapporto, evito di restare incinta?».
In effetti, secondo l’ultima indagine Gfk Eurisko, il 45 per cento delle donne italiane tra 18 e 45 anni non usa contraccettivi, e la pillola, per il timore infondato che faccia ingrassare, la prende solo il 16 per cento. Soltanto il 15 per cento usa poi il preservativo, che protegge anche dalle malattie sessualmente trasmissibili, con il risultato che dopo il 2005 si è assistito a un aumento dei contagi del 31 per cento. «Anche di questo i giovani sanno poco: spesso gli è stato insegnato ad aver paura di queste malattie, ma non a proteggersi». Un solo punto è di conforto: l’Italia è agli ultimi posti in Occidente per gravidanze minorili e numero di aborti. «Sospetto che molto dipenda dal fatto che le famiglie sorvegliano ancora strettamente le figlie: se a 20 anni il 2 per cento delle danesi vive coi genitori, in Italia siamo al 60 per cento».