il venerdì, 27 novembre 2015
Luaty Beirão, il rapper angolano finito in carcere per aver letto un libro
La prima volta che ho sentito parlare di questa storia è stato dalla email di un giovane amico che diceva cosi: «Ti scrivo per sensibilizzarti in merito al caso di Luaty Beirão. Luaty è un prigioniero politico angolano da 24 giorni in sciopero della fame. È stato messo in carcere più di tre mesi fa perché “tentava un colpo di Stato” quando assieme ad altre persone stava leggendo un libro. I termini per la detenzione preventiva sono scaduti e lui insieme ad altri 16 attivisti rimane in prigione».
È passato qualche tempo. Luaty Beirão ha sospeso lo sciopero della fame dopo cinque settimane. I mesi di carcere sono diventati sei (l’arresto risale a giugno). Finalmente i 17 attivisti angolani sono comparsi in un’aula giudiziaria e un giudice ha formalizzato un atto d’accusa pesantissimo: complotto e rivolta contro il presidente della Repubblica e le istituzioni dello Stato. Pena massima prevista: dodici anni.
Luaty Beirão è un rapper e un attivista politico non violento. Ha due lauree, una in Francia e una in Gran Bretagna, e un volto sorridente che è facile vedere digitando il suo nome su YouTube. Suo padre è un pezzo grosso del partito al potere in Angola. Da tempo Luaty – nome d’arte Ikonoklasta - sostiene che dopo 36 anni è gran tempo che il presidente José Eduardo Dos Santos si faccia da parte. E che gli oligarchi che ammassano enormi fortune personali grazie al petrolio dovrebbero spartire con gli altri le ricchezze dell’Angola.
È questo il suo crimine. Quel giorno di giugno era impegnato in una discussione di gruppo sul classico libro di Gene Sharp, il teorico della rivoluzione non violenta.