il Giornale, 27 novembre 2015
«La mia voce decide da sola». Emma Marrone parla di “Adesso”, il suo ultimo disco
Riflessione numero uno. Quando un artista dice che «io soffro la noia, mi annoio spesso anche di me stessa quindi faccio di tutto per non essere noiosa» vuol dire che è in continua e obbligatoria evoluzione. Perciò nel disco che esce oggi Emma ha cambiato di nuovo marcia e nelle tredici canzoni di Adesso (che esce oggi per Universal) ha trovato un altro equilibrio musicale. È diventata produttrice di se stessa (insieme con Luca Mattioni «che ho sfinito con le mie richieste») e ha affidato i testi di tanti brani ad altri autori, da Giuliano Sangiorgi (Facciamola più semplice) alla bravissima Amara con Cheope e Giuseppe Anastasi (Per questo paese) fino a Giovanni Caccamo, l’imprevedibile Zibba ed Ermal Meta tra gli altri. «In un anno e mezzo ho ascoltato quasi 400 provini, chiunque avrebbe potuto mandarmi un brano perché non mi interessa il nome dell’autore ma la qualità della sua canzone». Però, e lei lo conferma riascoltando le canzoni, il filo conduttore è omogeneo, Emma è sempre Emma e ci sono inediti sprazzi di elettronica che lei utilizza «alla vecchia maniera, molto vintage, quasi anni ’80». In sostanza, dopo il successo di Schiena, ora c’è Adesso, «un disco nato per strada grazie a incontri casuali e con la voglia inarrestabile di raccontare storie perché il filo conduttore sono i rapporti umani».
Su questo Emma non cambia idea da quando è apparsa sei anni fa ad Amici e forse aveva la stessa attitudine partecipando anni fa allo Sziget Festival con un trio di elettronica. «Ero stata scelta come unica voce femminile a Bari» spiega lei con la sua solita attitudine che vale oro: «Sono nata che ero pronta, la mia vita va di fretta», come canta in una sua canzone, e «se uno nasce tondo, non può morire quadrato». In poche parole, chi la ferma. Nel disco non soltanto c’è un brano come Adesso (ti voglio bene) che ha scritto e suonato tutta da sola, ma ci sono pure riflessioni sulla violenza alle donne, che lei ha constatato anche in prima persona un giorno in un parcheggio (Io di te non ho paura) o sugli equilibri personali: «Sì, ne Il Paradiso non esiste parlo di autosufficienza, di voglia di farcela sempre da sola perché esistono solo le mie braccia». Oltretutto, in questo brano (ma anche in altri) nella voce lei sfoggia un accento molto simile a quelli di Loredana Bertè: «Io la chiamo Mami, è la mia mamma rock e ad Amici (dove non si sa se Emma tornerà – ndr) abbiamo trovato una sintonia che prosegue ancora oggi, ci telefoniamo e pranziamo insieme, adoro ascoltare i suoi racconti e le sue perle musicali. Dopotutto, signori, lei è sempre stata avanti, ciò che Lady Gaga fa adesso, lei lo faceva trent’anni fa arrivando al Festival di Sanremo con un pancione di lattex». A proposito, cara Emma, e Sanremo? «Me lo guardo dal divano di casa, dopo esserci andata e averlo copresentato, mi manca solo di diventare Giancarlo Leone o il sindaco di Sanremo», scherza parlando nella sua abitazione a Milano. È serena (ed è la riflessione numero due). Si capisce sin dal primo saluto. E ha sempre, beata lei!, l’entusiasmo del debuttante: «La mia voce riflette il mio stato d’animo e non la curo in nessun modo: è sempre lei a decidere da sola». In fondo, come riassume, «questo è il disco dell’anima».
E non impiega molto a spiegare perché: «Tutti pensano che io viva sempre nel Rinascimento, ma nella mia esistenza sono stati più i momenti di Medioevo. Ora però tante caselle finalmente si sono messe a posto, la mia manager Francesca è fondamentale, la Universal mi stima, con l’agenzia F&P il rapporto è ottimo e anche il mio nuovo ufficio stampa Giovanni D’Amico lavora alla grande. È anche per merito loro se Adesso è un disco basato su rispetto, coraggio e collaborazione. E io non potevo che fissare questo momento». E anche quando parla del momento generale, del sangue e del dolore che sgocciolano da Parigi, non si lascia andare alla retorica: «Dopo gli attentati non ho pensato a nulla. Una persona al buio non pensa a nulla». Ecco perché i fan la amano, lei li segue personalmente su tutti i social network perché «sono lo specchio di ogni artista» ed è a loro che dedicherà i tre megaeventi del settembre 2016 (due date per volta a Forum di Milano, PalaLottomatica di Roma e Pala Florio di Bari): «Voglio che abbiano assimilato tutte le mie canzoni, voglio che sia una festa nella quale cantiamo tutti». Capito che carattere?