Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Il Fatto del Giorno su Di Pietro massacrato dalla Gabanelli e candidato da Grillo al Quirinale
Che cosa potrà significare l’endorsement improvviso che Grillo ha riservato a Di Pietro?
• Intanto deve spiegare il significato della parola “endorsement”.
“Appoggio”, “sostegno”, “mi schiero dalla tua parte” eccetera. Di Pietro, ancora pochi giorni fa, aveva lanciato un appello perché i suoi e quelli di Grillo facessero causa comune già in sede di liste per le politiche. Grillo gli aveva risposto che, per i prossimi appuntamenti elettorali, non ha intenzione di allearsi con nessuno. Ieri, però, l’ha improvvisamente indicato come l’uomo giusto per il Quirinale. «Ha commesso degli errori, ha inserito nel suo partito persone impresentabili come De Gregorio e Scilipoti, ha evitato, per scelte forse tattiche, prese di posizioni nette sulla Tav e sul G8, ma lui soltanto in Parlamento ha combattuto il berlusconismo». Senza Di Pietro, dice Grillo, non avremmo votato contro il nucleare e basterebbe questo per dirgli grazie. «L’uomo ha un caratteraccio, ma è onesto. Quando ha dovuto affrontare il giudizio di un tribunale lo ha fatto senza esitazioni e ne è sempre uscito prosciolto. Quanti in Parlamento possono dire altrettanto?». Quindi – insiste – sia lui il prossimo presidente della Repubblica.
• Neanche una parola sull’imbarazzante esibizione a “Report”?
No, su quello Grillo non ha detto niente. Ma proprio la faccenda di “Report”, dove Di Pietro ha risposto con troppa incertezza alle domande relative al suo patrimonio (tra l’altro il possesso di 45 immobili e l’uso di un’eredità per acquistare un appartamento, quasi un milione di euro che secondo i militanti era destinata al partito), ha provocato una sorta di processo all’interno dell’Italia dei Valori in cui il nostro uomo è stato messo abbastanza con le spalle al muro. Sentiamo a questo proposito dichiarazioni inaudite. Il capogruppo alla Camera, Massimo Donadi, avendo letto un’intervista in cui Di Pietro annuncia lo scioglimento del partito, gli ha risposto a brutto muso: «L’intervista è il necrologio dell’Idv o di Di Pietro. Con la puntata di “Report” non è morta l’Idv, ma Di Pietro». Pancho Pardi: «Mi sembra l’ora di cambiare leader. Basta con i parenti in politica, sono contrario sia al cognato di Di Pietro sia al figlio. E fu un errore mettere la moglie nell’associazione che controllava i soldi. Noi siamo diversi dagli altri e bisogna dimostrarlo coi fatti». Anche De Magistris ha chiesto che si cambi leadership. Nella riunione dell’Ufficio di presidenza dell’altro giorno, hanno deciso di tenere un congresso, ma dopo le elezioni politiche. La ragione di questo rinvio è palese: mettere in piazza, ancor più di quanto non si sia fatto finora, le divisioni interne può risultare mortale nella raccolta dei consensi. Già in Sicilia è andata male e dopo la trasmissione della Gabanelli la rete è piena di gente che insulta l’ex magistrato dichiarandosene profondamente delusa.
• Che cosa risponde Di Pietro?
È passato al contrattacco sul suo blog. I 45 immobili, in base alle mappe catastali, sarebbero solo scale, pertinenze, cantine (ma quanto sono vecchie le mappe catastali?). Le carte esibite sul sito mostrano che neanche un euro dei rimborsi elettorali è passato per le tasche della famiglia. I 954 milioni ereditati dall’imprenditrice Maria Vittoria Borletti nel 1995 erano destinati personalmente a lui e Di Pietro ritiene quindi di avere avuto il diritto di adoperarli per comprarsi un appartamento. Il nostro uomo non tiene conto però che sulle faccende dei soldi il pubblico è sensibilissimo. Lo sperimentò anche Grillo, quella volta in cui la rivelazione improvvisa dei 740 degli italiani rivelò che il comico aveva un reddito di parecchi milioni di euro l’anno. La rete, indifferente al fatto che erano soldi legittimamente guadagnati, ricoprì Grillo di insulti.
• La questione principale, però, riguarda la qualità delle persone che Di Pietro ha fatto entrare in Parlamento o nei consigli regionali.
Sì, l’ultimo caso è questo Maruccio, ex assessore ai Lavori pubblici e capogruppo Idv nel Lazio. Era anche l’avvocato di Di Pietro, quello che dallo studio Scicchitano – Sergio Scicchitano, il titolare dello studio indagato l’anno scorso per false fatturazioni -, ha fatto guadagnare parecchi soldi a Di Pietro col sistema di querelare a destra e a manca quasi chiunque scrivesse di lui (nessuna querela invece per aver chiamato più volte “delinquente” Berlusconi). Tutti ricordiamo De Gregorio e Scilipoti, due dipietristi che, cambiando casacca al momento giusto, hanno fatto fare ai valori di Di Pietro una ben magra figura. La lista però degli inquisiti e addirittura dei condannati che il nostro uomo, ovviamente senza saperne niente, ha fatto diventare consigliere comunale, provinciale o regionale è davvero troppo lunga. Non ho lo spazio neanche per cominciare l’elenco.
• Come si spiega – sul serio – questo improvviso endorsement di Grillo?
Può darsi che riveli solo un’autentica stima da parte del genovese. Perché no? Quelli che sanno sempre tutto, però, dicono che in questo modo Grillo mette un’ipoteca su quel 6-8% dei voti che l’Italia dei Valori è forse ancora in grado di raccogliere. È un pensiero cattivo. Ma si sa che a pensar male…
[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 2 novembre 2012]
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