Roberto Fiori, La Stampa 02/11/2012, 2 novembre 2012
VENDEMMIA 2012
[Italia e Francia la sfida continua] –
A vendemmia ormai conclusa, l’Italia sorpassa la Francia e diventa il primo produttore mondiale di vino. Quali sono le cifre?
Il raccolto 2012 ottenuto nei 650 mila ettari di vigne presenti nel nostro Paese è stimato da Coldiretti in 40,8 milioni di ettolitri, in calo del 3 per cento rispetto allo scorso anno, ma con una buona qualità. Nonostante il contenimento produttivo, c’è stato il sorpasso dei concorrenti francesi perché Oltralpe il raccolto è crollato del 19 per cento, fermandosi a 40,5 milioni di ettolitri, secondo i dati forniti dall’organizzazione mondiale della vigna e del vino (Oiv).
Quali sono i motivi di questa riduzione?
In Italia, la causa principale va ricercata nella siccità e nelle temperature elevate registrate soprattutto ad agosto e settembre. Non è mai stato così caldo durante la fase di maturazione delle uve: la temperatura media globale sulla Terra durante l’estate 2012 è stata la più elevata mai registrata prima, con un valore di 1,03 gradi Celsius superiore alla media, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Noaas. Il calo della produzione francese è dovuto soprattutto a temporali, grandine e malattie: lo champagne, ad esempio, ha subìto un crollo del 26 per cento rispetto al 2011. Tra i motivi generali, c’è anche la riduzione della superficie coltivata a vigneto.
È la prima volta che l’Italia supera la Francia nella produzione di vino?
No, è già successo in passato e ogni anno i due Paesi si contendono il primato con scarti minimi. Nella vendemmia 2010, ad esempio, l’Italia era in testa con 49,6 milioni di ettolitri di vino prodotti, contro i 46,2 milioni realizzati dai cugini d’Oltralpe su un totale comunitario di 157,2 milioni di ettolitri. Nel 2011, invece, la Francia era saldamente prima con 50,2 milioni di ettolitri, mentre l’Italia aveva prodotto poco più di 40 milioni di ettolitri.
Quali sono gli altri Paesi grandi produttori di vino?
La Spagna si classifica da tempo come terzo produttore mondiale: quest’anno ha ottenuto 31,5 milioni di ettolitri, nonostante un calo del 6 per cento. Tra gli altri grandi produttori, cresce invece il raccolto negli Stati Uniti a 20,6 milioni di ettolitri (+7%), cala significativamente in Argentina a 11,8 milioni di ettolitri (-24%), sale in Australia a 11,6 milioni di ettolitri (+4%) e in Sud Africa con 10 milioni di ettolitri (+4%). La riduzione della produzione di vino nei tre Paesi leader si è fatta sentire a livello globale dove si stimano 248,2 milioni di ettolitri, il minimo dal 1975.
Va bene la quantità: ma qual è la classifica in termini di valore del vino venduto?
Se concentriamo l’attenzione sul parametro del valore, che per molti versi è ancora più significativo, la Francia è saldamente prima, seguita dagli Stati Uniti e dall’Italia. Se il prezzo medio di esportazione in Francia è di 5,1 euro al litro, in Usa è di 2,39 euro e in Italia è di 2,09 euro. Seguono Australia, Argentina, Cile e Spagna.
Come vanno le nostre esportazioni di vino?
Sembra che il settore enologico non subisca molto gli effetti della crisi globale. Secondo le stime Coldiretti, elaborate su dati Istat, le nostre esportazioni di vino crescono dell’8 per cento e potrebbero raggiungere il massimo di 4,5 miliardi di euro nel 2012. Una curiosità: lo spumante tricolore fa registrare un vero e proprio boom (+35%) in Francia, nella casa dello Champagne. Il calo della produzione spinge al rialzo i prezzi di vendita dei vini sui mercati internazionali, anche per compensare l’aumento dei costi produttivi. Un trend che, spiega la Coldiretti, riguarda anche l’Italia, dove peraltro si è già verificato un aumento del 7 per cento dei prezzi medi di vendita del vino comune al consumo nel primo semestre del 2012. Nel complesso, il settore vino in Italia rappresenta un business che vale 8,5 miliardi di euro e dà occupazione a 1,2 milioni di persone. La metà del fatturato viene realizzata grazie alle esportazioni, dove il vino rappresenta oggi la prima voce nel settore agroalimentare. L’Italia vanta un patrimonio di 329 vini a Denominazione d’origine controllata, 70 a Denominazione d’origine controllata e garantita, 118 a Indicazione geografica tipica, per un totale di 517 denominazioni di origine.
Il 30 ottobre è già entrato in commercio il vino Novello 2012 italiano. Qual è il trend?
La riduzione dei raccolti si è fatta sentire anche sulla produzione italiana di vino novello, che quest’anno risulta essere di appena quattro milioni di bottiglie, il 30% in meno rispetto allo scorso anno. Quest’anno il «deblocage» del novello Made in Italy è stato anticipato rispetto al passato: si può trovare in commercio sedici giorni prima rispetto al concorrente Beaujolais nouveau francese, che si potrà assaggiare solo a partire dal 15 novembre.