Enrico Deaglio, la Repubblica 02/11/2012, 2 novembre 2012
METTI YOUTUBE NEGLIA ANNI ’70
[Si chiama “The Italian Game” ed è una sorta di sito che raccoglie spezzoni del passato da Moro alle pubblicità] –
’70
Il consiglio è semplice e non costa niente: fate come me, aprite il link e cominciate a guardarci dentro. È molto probabile che rimaniate incollati. Si chiama
theitaliangame.tumblr.com
e un “tumblr”, per intenderci, è una specie di blog, però fatto solo di immagini e un breve testo. Il titolo invece, “The Italian Game”, fa riferimento a un’espressione usata dalla diplomazia americana (la Cia, per farla breve) per descrivere l’Italia negli anni Settanta-Ottanta del secolo scorso. Ovvero un misto di machiavellismo politico, sovversioni, strategie della tensione, colpi di Stato progettati e lotte armate velleitarie; una maionese impazzita non in un paese sperduto, ma nella settima potenza industriale, in Europa, rendendo instabile la geopolitica di un mondo allora rigidamente diviso in due blocchi.
Ancora oggi, per la verità, noi stessi non sappiamo come definire quel periodo della nostra storia. Forse erano i postumi del tentativo fallito di “compromesso storico” tra la Dc e il Pci; o erano gli “anni di piombo”, a cui seguì il “riflusso”, gli anni delle uccisioni di Aldo Moro e del generale Dalla Chiesa, dei grandi licenziamenti alla Fiat, dell’ordine nuovo della mafia. O gli anni dell’avvento del liberismo, del famoso “edonismo reaganiano”. E si potrebbe continuare: gli anni in cui l’Italia andò in frantumi, gli anni incubatori della Lega, dell’ascesa criminale, della televisione a colori e del suo logico epilogo, il ventennio berlusconiano. Era, probabilmente, un misto di tutto questo; ma la verità è, che il periodo sfugge ancora oggi alla classificazione, per cui “Italian Game” non era il titolo più sbagliato.
Ma adesso cominciate a scorrere il “tumblr”. Ritagli di giornale ingigantiti, piccole pubblicità, fotografie, cronaca nera, acconciature demenziali, manette, pugni chiusi, barelle, gabbie, le divise dell’Arma, i figli discoli del presidente Leone, mega tamponamenti… Ed ecco che vi compare davanti un’altra storia italiana, nello stesso tempo dimenticata ed eterna; e un altro modo di “fare storia”.
Il metodo è del tutto nuovo, ma è potenzialmente destinato a sconvolgere modelli che risentono fin troppo dell’ideologia e di una certa pigrizia ipocrita degli addetti ai lavori. Anche se è solo un piccolo esperimento (per ora), si tratta della distruzione di vecchie categorie interpretative, della loro frantumazione e della loro riproposizione, come tante palline di mercurio, in un movimento non organizzato. Un vecchio brodo culturale, che se ne stava dimenticato in un’ampolla, ma che però costituiva il Sacro Testo della nostra interpretazione degli eventi, viene agitato e versato sulla tovaglia. Sporca, certo, come un blog o un primordiale YouTube; ma, proprio per questo, ti obbliga ad intervenire. Crea un caos, che necessita di risposte. Decostruisce, frantuma, è acefalo come solo può esserlo la cronaca, ma ha un grande dono. È storia, non solo vera, ma soprattutto viva. E se questa è un’operazione a posteriori aiuta però ad immaginare come ora leggiamo il presente, immersi in un collage di immagini, testi, video dove cronologia e causalità sono scomparse. L’idea è venuta a Ivan Carozzi, 40enne di Massa, una tesi in filosofia su Philip Dick e Jean Baudrillard, attualmente redattore di trasmissioni di intrattenimento de La 7. Per mestiere, Carozzi consulta le pagine di archivio dei quotidiani italiani, in formato pdf e «ingrandendo e guardando nel monitor mi è venuto alla luce un continente sterminato. Tutto è diventato più dilatato, espanso, come se potessi aprire la pancia del tempo con gli occhi. Somiglia molto, come effetto, al gesto di allargare una foto mettendo pollice e indice su un monitor touchpad: il panorama si dilata, si riempie di dettagli, di storie, si scende nel micron». E così nel “tumblr” le notizie balzano fuori come rane da una pozza d’acqua: «Assolta libreria Feltrinelli. Aveva messo in vendita lo spray: dipingi di giallo il tuo poliziotto». Ecco una maestra d’asilo di Forlì arrestata con nove candelotti di dinamite in casa. Ecco Milly D’Abbraccio vincere a Trapani il titolo di Miss Teenager all’età di 14 anni e la sitcom “Casa Cecilia” debuttare in Rai per la firma di Lidia Ravera, autrice, poco prima, del best seller scandaloso Porci con le ali.
Un giovane papa Wojtyla che fa boccacce e versi per tre minuti buoni al Madison Square Garden di New York davanti a una platea di giovani e poi commenta felice: «Carismatic Moment».
La silhouette di Aldo Moro inginocchiato in chiesa con la testa tra le mani; Bettino Craxi sorridente alla presentazione dei nuovi registratori di cassa Sweda (erano i primi tempi degli scontrini obbligatori), la banda XXVIII ottobre di Genova (precursori delle Brigate Rosse) in posa da eroi risorgimentali; e poi… cumuli e cumuli di mitra, pistole, granate ritrovate in “covi” (abbastanza impressionante rivedere la dotazione di armi in mano a gruppi politici o alla malavita), decine di sbaciucchiamenti di militanti di Prima Linea dietro le sbarre (in quegli anni furono celebrati processi ai circa seimila appartenenti a formazioni armate). E poi droga, droga, droga… Passioni: “Uccide a rivoltellate l’amico che l’ha sconfitto a biliardo”. Militanza politica diffusa: “Per una linea di classe, aderisci al collettivo politico SIP”. Secondo Carozzi, l’Italia di allora, per come veniva raccontata, era «più ingenua, più selvaggia, più passionale. La gente aveva gusto nel leggere storie a tinte forti, perché ne era nello stesso tempo testimone e protagonista. E poi… i funghi. Incredibile quante notizie legate ad avvelenamenti o a ritrovamenti di dimensioni eccezionali».
È finito quel rapporto prevalentemente domenicale con la natura? E quella febbre passionale, l’abbiamo superata? Ideologia e violenza, da che cosa sono state sostituite? Secondo Carozzi, dalla tecnologia. «È curioso
vedere come il secolo finisca con un trionfo della tecnica, come se questa stesse dando all’umanità le risposte che le ideologie non riuscivano a dare. E come le parole nuove come “software”, automazione, elettronica, informatica, telematica compaiano sui giornali accompagnate da un’acritica approvazione ». Sfogliate il “tumblr” e vi sembrerà di essere in un grande mercato del Medioevo, con la voce degli imbonitori che vantano le meraviglie di stampanti, fotocopiatrici, data base, display digitali e poi gli incredibili computer personali, l’ancora più incredibile apparecchio telefonico mobile; la macchina che distribuisce soldi per le strade e il tempo libero da riempire con i videogiochi.
C’è effettivamente da riflettere sulla rapidità e sulla crudeltà di quel passaggio temporale tra l’ideologia e la tecnica. Nel 1978, nell’apice dell’“Italian Game” – il rapimento di Aldo Moro – le Brigate Rosse passarono quasi due mesi a fotocopiare le lettere del prigioniero alla stazione Termini, unico luogo dove esisteva una fotocopiatrice a pagamento. Se il rapimento fosse avvenuto due anni dopo, avrebbero fotocopiato direttamente in via Montalcini. (Ma si pone allora un altro problema: perché la fotocopiatrice alla stazione Termini non venne messa sotto osservazione nei 55 giorni del sequestro?).
“The Italian Game”, con le sue ingenue foto e i suoi truculenti trafiletti è un “tumblr” destinato ad avere successo. Oltre ad essere divertente ed appassionante da consultare, può essere continuamente alimentato, può linkarsi a YouTube, o diventare un formidabile social network del passato o della nostalgia.
È anche un nuovo modo di fare la storia? Con tutto il rispetto per gli storici di professione, il passato, forse, si comprenderà sempre meglio con strumenti come questo.
(Postilla. Ho domandato a Carozzi se si è ispirato a qualche grande filone. Che so, Erodoto o
Les Annales.
Mi ha detto: il vecchio libretto di Allen, intitolato
Come si diventa nazisti, storia di una piccola città tedesca dal 1922 al 1945. Libro splendido, attuale. Certo sarebbe bello, che si facesse un “tumblr” dal titolo: “Come smettemmo di essere nazisti”, ma evidentemente non è aria).