Marco Lillo, il Fatto Quotidiano 2/11/2012, 2 novembre 2012
“MA QUALE ANTI-CORRUZIONE, QUELLA LEGGE SALVA LA CRICCA”
Altro che legge anti-corruzione. La legge Severino, appena approvata dal Parlamento, potrebbe rivelarsi un colpo di spugna sui reati della Cricca e persino su quelli di Tangentopoli, compresa la corruzione della Finanza da parte dei manager Fininvest. A formulare questa fosca previsione è uno che se ne intende. Non stiamo parlando di un ex magistrato come Antonio Di Pietro, ma di un avvocato che ha difeso anche Silvio Berlusconi, Marcello Dell’Utri e Cesare Previti.
Alessandro Sammarco legge la nuova legge e sorride: “Io lo chiamo l’effetto apprendista stregone. Capita spesso che il legislatore si ponga una finalità e che invece poi si realizzi in concreto un effetto opposto. Siamo di fronte a una legge anti-corruzione che aiuta i corruttori del passato, presente e futuro”.
Avvocato Sammarco ci spiega
perché questa legge dovrebbe
aiutare i corrotti?
Le norme che generano questo effetto ‘apprendista stregone’ sono due. La prima è il cosiddetto “traffico di influenze illecite” previsto dall’articolo 346 bis della nuova legge. D’ora in poi si punirà con la pena da uno a tre anni di reclusione chi fa la mediazione illecita verso il pubblico ufficiale.
E qual è il problema, era dal
2003 che l’Italia doveva recepire l’articolo 18 della Convenzione di Merida secondo la quale
l’abuso dell’influenza del pubblico ufficiale va punito anche se
la sollecitazione viene da un’altra persona che ne trae poi direttamente o indirettamente
un’utilità.
La legge che è stata appena approvata, però, dice una cosa diversa. La vera novità è che si punisce l’intermediazione illecita solo con una pena di tre anni. Mentre oggi chi svolge il ruolo di mediatore tra privato e pubblico ufficiale in una vicenda corruttiva è punito fino a 5 anni a titolo di concorso in corruzione, un po’ come accade con il palo della rapina, condannato per lo stesso reato del rapinatore. Io non contesto la scelta legislativa, ma quella comunicativa.
Lei sta dicendo che il governo ha
contrabbandato un giro di vite
che non c’è?
Ci sono delle novità come l’innalzamento della pena per la corruzione vera e propria, ma devo dire che da avvocato difensore vedo molte strade che si aprono. Soprattutto per una seconda norma che produrrà effetti ancora più importanti. Anche su casi già definiti.
Secondo lei la legge Severino potrebbe salvare addirittura gli
imprenditori appena condannati
nel processo sulla “cricca dei
Grandi eventi”?
Se io fossi in loro andrei a guardare con attenzione la nuova formulazione della concussione. Il nuovo articolo 319 quater prevede la concussione per induzione e punisce il pubblico ufficiale concussore per induzione (a differenza di quello che usa la minaccia) solo con la pena massima di 8 anni di reclusione, contro i 12 attuali. Ma soprattutto introduce la pena anche per chi ha dato denaro al pubblico ufficiale.
Con la nuova legge si punisce
anche il privato e prima non accadeva, dove è il problema?
Il problema è che questa figura intermedia tra la corruzione e la concussione è in grado di sostituire, nell’applicazione pratica, il vecchio schema della corruzione. Nel concreto sarà difficile distinguere la “corruzione” dall’“induzione indebita”, con il risultato che un privato corruttore cercherà di passare sempre per un “indebitamente indotto”.
Quali saranno le conseguenze?
La corruzione per il privato diverrà un fossile giuridico e giudiziario. Le nuove fattispecie inoltre prevedono pene fino a tre anni e dunque non permettono la custodia cautelare. Poi ci sarà un effetto sulla prescrizione che scenderà fino a sette anni e mezzo o addirittura a sei anni. Non solo. Ci potrebbe essere un colpo di spugna ex post su Tangentopoli. Anche i condannati con pena definitiva potranno fare riaprire il loro processo dal giudice dell’esecuzione chiedendo che sia applicata la nuova norma. A Milano per esempio negli anni di Mani Pulite i manager delle imprese che pagavano la Guardia di finanza sono stati condannati per corruzione. Ora, sostenendo la tesi della induzione, prevista dalla nuova legge, potrebbero chiedere di riqualificare quei fatti nel nuovo reato chiedendo la riduzione della pena o magari la prescrizione.
Per esempio Salvatore Sciascia,
ex fiscalista della Fininvest e ora
senatore del Pdl, potrebbe provarci?
Non difendevo la sua posizione in quel processo. Se fossi il suo avvocato gli consiglierei di rileggersi con attenzione le carte per vedere se ci sono i margini.